Cap. 5

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Aspettando con ansia l'arrivo di Seth, mi sono seduta sul davanzale della finestra a guardare il quartiere in cui vivo che, con le sue luci, i pedoni e l'ingorgo delle auto, mi aiuta a distrarmi e a tenere a bada le paranoie che assalirebbero chiunque al posto mio. Quello che sto per fare è un passo importante, che inevitabilmente mi cambierà la vita, e l'attesa fa sembrare questi minuti interminabili. Osservando la vita scorrere per le strade, mi torna in mente il gioco che faccio spesso con Angie. È una specie di "indovina chi" fatto con le persone che passano per di qua. Cerchiamo di capire soltanto dal loro aspetto chi sono, cosa fanno nella vita, cosa gli piace e cosa no. Non sapremo mai la verità su quegli sconosciuti, ma è un gioco leggero che, fra risate e assurdità, ci tiene unite per notti intere. Qualche volta partecipa anche Seth che adesso è in ritardo. Guardo l'orologio e la lancetta dei secondi sembra fare pause infinite. Cominciano a girarmi per la testa domande inquietanti, la più costante è: "E se non venisse?". Ho i brividi al solo pensiero. Ho organizzato tutto nei minimi dettagli, perché non è una cosa di cui si può parlare all'improvviso, o almeno, io non ci riesco, così ho elaborato una tabella di marcia: prima fase, mangiare la pizza per rompere il ghiaccio; seconda fase, bere qualche birra per indebolire i freni inibitori; terza fase, quando saremo brilli e sarà difficile mentire, provocarlo con delle frecciatine e studiare le sue reazioni. In questo modo dovrei capire come agire, o almeno questa è la speranza che alimenta il mio piano. Non ho il tempo di chiedermi se effettivamente possa funzionare, che finalmente scorgo la sua figura per strada. Ha i capelli biondi raccolti in un codino, cosa che amo, indossa un jeans e una camicia verde militare, con la giacca appoggiata sulla spalla destra. Adoro quando la porta così, ha un modo inusuale di reggerla dal collo, con le dita incrociate, che fa andare in delirio i miei ormoni. Quando arriva all'entrata del palazzo, come al solito, alza lo sguardo verso la nostra finestra. I nostri occhi s'incontrano e lo saluto con un cenno della mano, lui mi rivolge quel sorriso a trentadue denti perfetto che, in circostanze come questa, disintegra tutte le mie paure. Corro felice al citofono e apro il portoncino, mi do gli ultimi ritocchi allo specchio appeso vicino all'ingresso e attendo il suo arrivo, impaziente, dietro la porta. Divento rossa quando mi accorgo di essermi comportata come un cagnolino che aspetta il suo padrone. Vorrei poter dire di essere felice, visto che sto provando delle sensazioni così forti da mandarmi in tilt il cervello, ma per il mio orgoglio... Tralasciamo e basta.

Finalmente bussa con quei sette rintocchi che lo distinguono da chiunque altro. Mi sale il cuore in gola e iniziano a sudarmi le mani. Ho un'ansia pazzesca, non me lo aspettavo, però va bene, è un buon segno, mi dimostra che ci tengo davvero a lui. Quando apro la porta e lo vedo sorridere, non capisco più niente, accantono la mia tabella di marcia in un angolo e gli lancio le braccia al collo.

«Che accoglienza!» Ride sbalordito dal mio abbraccio, e in realtà sono sorpresa anch'io.

Di solito non sono così calorosa, forse il mio entusiasmo dipende dalla consapevolezza che da stasera sarà tutto diverso, perché voglio essere felice e voglio che anche lui lo sia, desidero dargli il meglio e lo farò mettendo in questa storia tutta me stessa. Lo libero dalla mia stretta, gli sposto una ciocca di capelli dal viso e lo guardo dritto negli occhi.

«Sono davvero felice che tu sia qui stasera, Seth» ammetto e il suo sguardo, colmo d'affetto, si stringe leggermente, insospettito dal mio atteggiamento insolito, ma non fa domande, sa che ogni cosa ha il suo tempo e invece di rischiare di rovinare il momento, mi sorride, mi guarda come se mi stesse chiedendo il permesso e infine mi bacia. È un bacio lento, sentito, spontaneo, travolgente, uno di quelli che si vede nei film romantici quando i protagonisti innamorati si ritrovano dopo tanto tempo. Lo stringo più forte e affondo le dita nella sua schiena, mentre le sue labbra si muovo sulle mie come se volessero imprigionare il mio sapore per sempre. Sono così coinvolgenti che vi cedo completamente. Quando il contatto si interrompe, lo guardo negli occhi e finalmente riesco a vedere tutto in modo diverso. Adesso l'amore che prova per me è palese e anche le reazioni del mio corpo sono più chiare... Siamo in perfetta sintonia. È assurdo che per anni non sia riuscita a vedere niente di tutto questo, mentre adesso è bastato il semplice convincermi per riuscirci. Per noi è giunto il tempo di raccogliere i frutti del rapporto che abbiamo coltivato e curato, a modo nostro, per anni.

Il ragazzo della mia migliore amicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora