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Flash back
(Quattro anni prima...)

Oggi è stato uno dei giorni più belli della mia vita. Per il nostro quarto anniversario, Tiago, ha organizzato nei minimi dettagli un'intera giornata dedicata a noi, anzi, dedicata a me. Nel complesso si è davvero superato ed è stato tutto perfetto. Fra il picnic al parco, la sfilata di moda, l'aperitivo e il luna park non avrei potuto desiderare di meglio e, ciliegina sulla torta, stanotte dormirò con lui. E pensare che iniziavo a essere preoccupata per lui, visto il suo cattivo umore di questi ultimi giorni.

No, non è stata la classica uscita tra fidanzati, è stata la sua occasione per dimostrarmi ancora una volta quanto mi ama, quanto mi conosce e cosa è disposto a fare per me pur di rendermi felice, anche se si tratta di fare quelle cose che lui proprio non sopporta. Credo addirittura che voglia farmi la proposta e io non vedo l'ora. Lui mi rende davvero felice... È incredibile quanto amore ci leghi ancora, nonostante gli anni lo amo come il primo giorno, anzi no, decisamente di più. Sono una donna molto fortunata ad averlo al mio fianco. Un fidanzato così non si trova facilmente e anch'io voglio dimostrargli quanto lo amo, rendendo questa serata indimenticabile anche per lui, quindi approfitto di questi pochi attimi sul suo divano e mi chino su di lui, gli bacio le labbra, poi gli passo le mani fra i capelli e lentamente lo bacio prima sul mento, poi sul collo e infine sul lobo, dove mi soffermo e gli sussurro all'orecchio.

«Tu, sei in assoluto la cosa più bella che abbia mai avuto...» Salgo su di lui e riprendo a baciarlo con ardore. Il suo corpo si irrigidisce sotto di me, sempre più eccitato dai miei movimenti e dalle mie parole, e le sue mani iniziano a scrutare attentamente ogni angolo del mio corpo, per poi soffermarsi sui seni. Con un rapido gesto, cala le spalline del mio vestito, svelando i miei seni. I capezzoli s'inturgidiscono al contatto prima con l'aria, poi con la sua lingua. Le nostre mani, studiano i nostri corpi, come se questa fosse la nostra prima volta e fosse ancora tutto da scoprire. Ci baciamo, come se fossimo avvolti da un fuoco indomabile. Il desiderio ci divora ed io, in pochi minuti, perdo la testa. Voglio farlo qui, adesso. Sapere che nell'altra stanza stanno dormendo la madre e la sorella mi eccita solo di più, conferisce a tutto questo il sapore del proibito. Gli passo le mani sul petto, poi sugli addominali scolpiti e infine gli slaccio i jeans, chino la testa all'indietro e, aggrappandomi alle sue spalle, gli offro i seni, mentre dondolo sempre più velocemente. Gemo forte quando mi affonda le dita nelle cosce per stringermi a lui.

Stiamo per avere il meglio l'uno dell'altro, ma qualcuno, bussa improvvisamente alla porta.

«Cazzo!» imprechiamo insieme.

«Chi può essere a quest'ora?» chiedo seccata.

Lui fa spallucce e svogliatamente va ad aprire. Sulla soglia della porta ci sono tre individui in giacca, due uomini e una donna che non riconosco. Mi ricompongo imbarazzata e noto le loro facce serie.

«Lei è il signor Tiago Ruiz?» Questa donna non mi piace.

«Sì, sono io, perché?»

All'unisono, quelli che si rivelano essere due agenti e una detective, mostrano il proprio distintivo e subito dopo tre pistole sono puntate sulla testa di Tiago. Mi si ghiaccia il sangue nelle vene dallo spavento e mi alzo dal divano urlando.

«Ma che fate?»

«Signorina, stia indietro!» mi ammonisce uno dei due.

Ho una paura tremenda e sentire i passi di sua madre sempre più vicini, mi consola.

«Chi siete?» chiede ovviamente agitata quando vede la scena, ed è proprio la donna a rispondere,

«Sono la detective Jones e loro sono gli agenti Miller e Ortiz. Lei signore...» continua rivolgendo di nuovo lo sguardo su Tiago. «È in arresto per spaccio e omicidio.»

Alla parola omicidio cala un silenzio tombale. Io e la madre di Tiago ci guardiamo in faccia incredule, completamente ignare di tutto.

«Il mio Tiago non farebbe del male neanche a una mosca!» dichiara sua madre, che ovviamente non crede a una parola di quelle pronunciate dalla detective.

«Il suo DNA è stato trovato sulla scena del delitto, perciò è pregato di seguirci in centrale senza opporre resistenza, o saremo costretti a rispondere con la forza. Ha il diritto di rimanere in silenzio e tutto ciò che dirà potrà essere usato contro di lei.»

Quando Tiago compie il primo passo verso di loro, il mio cuore impazzisce e iniziano a tremarmi le gambe. Ma che cavolo sta succedendo? Tiago si ferma per un istante e senza girarsi interamente, mi guarda di profilo e mi sussurra: «Mi dispiace tanto piccola...»

Sono solo delle scuse, ma eppure le avverto come un'ammissione di colpevolezza e provo un dolore lancinante al petto che mi fa piegare in avanti. Per un breve attimo, ho pensato si trattasse di un infarto, ma no, non lo è. Quello che ho provato è ogni mia convinzione, ogni mia certezza, semplicemente la mia vita, andare in pezzi. Qualunque ruolo abbia avuto Tiago in tutto questo caos, qualunque cosa abbia fatto, non mi interessa. Mi ha mentito per chissà quanto tempo, forse per mesi e adesso, in questo preciso momento d'indignazione e sfiducia totale, riesco solo a pensare che ha rovinato tutto.

Ingoio amaro. È colpa mia, dovevo capirlo dall'andamento di questa giornata. Mia madre lo ripeteva spesso a me e mia sorella: «Quando una cosa è troppo bella per essere vera, allora preoccupati, perché probabilmente non lo è.»

«Ehi, bell'addormentata, guarda che abbiamo finito, è ora di pranzo!» Stringo i pugni dalla rabbia, la voce fastidiosa di Enzo, un mio collega, mi riporta al presente. Mi accorgo che sto piangendo ed è decisamente imbarazzante. Cerco di ricompormi senza dare troppo nell'occhio, ma la verità è che dopo stamattina e dopo l'aver rivissuto quel giorno, mi sento come morta dentro. Senza cellulare ho perso la cognizione del tempo e in generale, mi sento piuttosto stralunata. Non ho ancora deciso che fare e soprattutto non ho la più pallida idea di che cosa dire a Angie. In questo momento vorrei soltanto tornare a casa e approfittare di questi pochi minuti liberi per chiudere gli occhi, ma la paura di incontrarli è troppo forte e non me la sento ancora di affrontarli, così resisto dal rientrare e senza alternative, mi rintano in un bar qui vicino. 

Il ragazzo della mia migliore amicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora