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Tiago

Appena Claire scompare dietro l'angolo del corridoio, mi faccio coraggio ed entro nella stanza di Angie a testa bassa. Non sono sicuro di saper gestire la situazione e non credo che troverò facilmente le parole giuste, ma non posso evitarla...

«Ciao» la saluto e il mio tono dichiara tutta la mia incertezza.

«Ciao, Tiago...» Pronuncia il mio vero nome con un sorrisetto provocatorio, ma è comunque un sorriso e mi fa capire che non ribolle di rabbia.

«Posso?» chiedo indicando il letto.

«Certo.» Col suo consenso mi siedo accanto a lei.

«Come stai?»

«Be', ho avuto giorni migliori, ma poteva andare anche peggio, quindi direi che va bene così...» scherza, sembrando addirittura serena.

«Mi dispiace. Sono andato nel panico, è successo tutto troppo in fretta. In quel momento, non sapevo se cercare di fermare te o l'automobilista, ti prego, scusami.»

«Mi sa che oggi è la giornata dei sensi di colpa inutili.» È una battuta? Che significa? «Anche lei mi ha chiesto scusa per l'incidente, come se avesse potuto fare qualcosa... Rassegnatevi, nessuno dei due potrà mai combattere il fato e nemmeno correre più velocemente di un'auto!» Ride ancora, sforzandosi di non farmi sentire in colpa, ma io mi sento un bastardo. Questo suo modo leggero di affrontare le cose, il suo saper sorridere in qualsiasi contesto, sono quelle qualità che mi hanno fatto innamorare di lei. Deve sapere come stanno veramente le cose e, se Claire le ha già raccontato di noi, almeno spero che ascolti anche la mia versione.

«Angie...» Mi interrompe con un cenno della mano e alza gli occhi al cielo.

«Ti prego risparmiami altre scuse inutili!»

«No, Angie, per favore, lasciamelo dire.»

Devia lo sguardo altrove con un'espressione un po' seccata, poi ritorna a guardarmi in silenzio, rassegnata a dovermi ascoltare.

Bene, almeno una delle due mi lascia parlare.

«Voglio che tu sappia che non ti ho mai mentito. Tutto ciò che ho detto o fatto negli ultimi giorni con te era vero. Tu sei stata la prima, dopo tanti anni, con cui mi sono sentito veramente a mio agio e credimi, volevo parlarti anche del mio passato, ma avevo paura. La maggior parte delle persone cui racconto la verità, inizia a guardarmi in modo strano, si allontana... Aspettavo solo il momento giusto.»

«Vedi? Chiacchiere inutili! Lo so che non mi hai mentito, so che eri sincero, c'ero anch'io in quel letto, ma non possiamo negare che questa faccenda di Claire ha cambiato le cose per entrambi. È andata così, non possiamo farci niente» ammette senza pietà, con un sorriso, ma anche se sta cercando di fare la tipa forte e comprensiva, riesco a vederla la tristezza nei suoi occhi. Ci siamo voluti bene veramente. Non so se considerare il fatto che abbiamo avuto così poco tempo, un bene o un male, ma sono felice di averla incontrata. Comunque vada questa storia, la porterò per sempre nel cuore.

«Posso chiederti una cosa?» Per qualche assurda ragione, solo il fatto che me l'abbia chiesto, mi fa venire i brividi. Lei non chiede, mai.

«Certo.»

«Si può sapere che cavolo è successo veramente quattro anni fa?» Quando calca la parola "veramente" mi viene da ridere. Non sono mai riuscito a dire la verità a Claire, proprio a lei, che più di tutti merita di sapere. Faccio un sospiro, poi le racconto tutto.

«La mia famiglia stava attraversato un brutto periodo, caratterizzato da una forte crisi economica. Rischiavamo di dover tornare a San Luis, ma lì, la situazione, sarebbe solo peggiorata, così, visto che avevo qualche contatto, entrai in una banda e cominciai a vendere l'erba per loro...»

Il ragazzo della mia migliore amicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora