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Claire

È più di mezz'ora che aspetto qui fuori. I medici ci hanno messo più del previsto a visitare Angie e dopo l'accoglienza calorosa della madre, che ho incontrato qui fuori, non potevo non darle la precedenza e adesso mi tocca aspettare anche lei. Questi minuti sembrano interminabili e più il tempo passa, più cresce in me la paura che da un momento all'altro, Tiago o Seth, possano comparire in questo corridoio. Dopo tutto quello che è successo in questi ultimi due giorni, non ho voglia né di parlare né di vedere nessuno dei due.

«Claire...»

Sussulto. Assorta dai miei pensieri non mi sono nemmeno accorta che sono usciti.

«Signora Watson?»

«Puoi entrare adesso...»

«Sì certo, vado subito! Grazie!» Li saluto con un cenno veloce ed entro nella stanza. La vedo subito, lì, in quel letto, con il viso pallido e stanco, la testa fasciata e tubicini di ogni tipo attaccati alle braccia. Mi si stringe il cuore. Istintivamente corro da lei e le stringo le braccia la collo facendo attenzione alle flebo. Lei mi rivolge un enorme sorriso e, sebbene sia ancora dolorante, ricambia l'abbraccio. Crollo e inizio a piangere, col viso immerso nei suoi capelli.

«Mi dispiace così tanto...» È l'unica cosa che riesco a dire, poi ancora singhiozzi.

«Ma dai scema, che cavolo fai?» Mi accorgo che le sua voce è tremante, forse l'ho stretta troppo, e lascio la presa.

«Mi dispiace...» Mi avvolgo la mano nella maglietta e mi asciugo il viso. «In questi giorni mi sembra di non fare altro, ma per adesso lasciamo stare, voglio sapere che è successo!»

Ride a fatica, poi sospira. «Niente di nuovo, sono sempre la solita imbranata!»

«Oh Dio, Angie... Che hai fatto?»

«Ieri mattina, dopo che sei andata via, Daniel mi ha detto di non essere sempre stato Daniel.» Sudo freddo. «Così, quando ho capito che era proprio il tuo Tiago, sono corsa da te, ma ho attraversato l'incrocio senza prestare attenzione al semaforo e sono stata investita...»

Oh Dio, è colpa mia!

Poggia la sua mano sulla mia, come se mi avesse letto nel pensiero.

«Non è colpa tua.»

Abbasso la testa mortificata. «Vorrei tanto pensarlo anch'io...»

«Ma dai, Claire, che avresti potuto fare? Contro il destino nessuno può niente.»

«È che mi dispiace così tanto, per tutto! Mi sento in colpa per l'incidente, mi dispiace per Tiago, ma soprattutto non avrei mai voluto essere il motivo della tua infelicità.»

Mi stringe la mano con dolcezza. «Claire, non potresti mai esserlo! Sei la sorella che non ho mai avuto e l'incidente è soltanto colpa mia. Sono corsa per strada come se fossi l'unica persona in giro e...» Sgrana gli occhi sarcastica. «Siamo a New York!»

Ridiamo entrambe, poi mi risuonano nella mente le sue parole, ha detto che stava correndo da me dopo aver saputo di Tiago e la mia espressione ritorna seria. Ancora una volta, sembra avermi letto nel pensiero.

«Comunque volevo dirti che se avessi saputo che Daniel in realtà è Tiago, quella sera al ristorante, non l'avrei mai neanche lontanamente guardato. Avrei dovuto farmi un hawaiano sexy così come avevo deciso!» ironizza.

«Oh Dio, Angie! Ma come fai a scherzare anche in queste situazioni?»

Assume la sua aria ironicamente offesa.

Il ragazzo della mia migliore amicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora