Capitolo 22. Regalo

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Le guardie mi avevano lasciata passare, non ero prigioniera.

Mi domandarono se volessi una scorta e si sorpresero quando, con garbo, rifiutai. Avevo potuto avvertire la perplessità nel silenzio mentre procedevo loro davanti, lasciandomele alle spalle.

Quella notte non ce l'avevo fatta a trattenermi in camera e così, insieme a Bruna, ero tornata là dove tornava anche il mio pensiero.

Era da un po' che non rivedevo la nostra collina: uno dei luoghi che visitavo più spesso nei miei ricordi.

Mi fece un certo effetto: era ancora bella, ricoperta d'erba, muschio, erica e fiori selvatici qua e là. Eppure in qualche modo era diversa. Il cuore incominciò a battere forte e il nodo in gola a farsi sentire. Era sempre lei. Contemporaneamente sapevo che qualcosa era cambiato. Ma cosa?

Rimasi a fissare il cielo coperto, poi capii: sembrava molto più che immobile, vuota, spenta. Come me.

Niente era più lo stesso senza di lui.

Chiusi gli occhi.



***



Una musica celestiale giunge alle mie orecchie, incantandomi.

È calma, romantica, suonata da strumenti a me ignoti. Una voce maschile sconosciuta inizia a cantare, melodiosa, facendomi vibrare da capo a piedi.

Mi volto cercando di capire da dove provenga, o meglio, cercando di capire dove sia Will, perché di lui e di nessun altro può trattarsi. La luna proietta ovunque la sua luce suggestiva e argentea.

Lo vedo, non lontano, appoggiato al tronco di un abete: le braccia conserte, lo sguardo fisso su di me, penetrante.

Sono percorsa da un lungo brivido caldo.

Con passo posato e cadenzato avanza verso di me, facendomi palpitare il cuore.

Devo voltarmi per non corrergli incontro. Senza farci caso ho iniziato a tremare. Respiro a fondo per riprendere il controllo ma è inutile quando percepisco il suo alito leggero sulla mia guancia. Mi dà le vertigini. Poi le sue braccia mi circondano i fianchi, delicate.

Mi rilasso sul suo petto confortevole e iniziamo a ondeggiare, lentamente. Assaporo quel contatto unico.

Rafforza l'abbraccio e sospiro, nell'attesa che le sue labbra morbide si posino sulle mie. Mi bacia invece la tempia, tenero, scaldandomi l'anima nel profondo.

«Bellissima», sussurro senza fiato, riferendomi alla canzone che prosegue.

«Concordo».

Sorrido, cogliendo il significato dal modo in cui mi stringe a sé. Probabilmente non mi abituerò mai a quelle dichiarazioni silenziose. Sto sognando, la realtà non può essere così splendida.

La voce continua a cantare, surriscaldando l'atmosfera, mormorando parole piacevoli in quello che riconosco come "inglese del futuro".

Ma questo paradiso non è completo senza il suo sguardo, perciò mi volto a guardarlo. Sorride ma, seppur infinitamente dolce, rimane serio e imperscrutabile.

Non so cosa stia pensando. Vorrei saperlo.

Negli ultimi giorni, anche se non lo dà a vedere, anche se mi ripete che va tutto bene, mi sembra così triste... Decido che riaffronteremo l'argomento, presto. Per ora non insisto. La serata è troppo incantevole per essere sciupata.

Oltre il tempo - Parte seconda - Vol.1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora