Capitolo 25. Verità

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C'era una guarnigione inglese stanziata a Stirling.

Di questo ne ero al corrente da diverso tempo.

Ciò che invece non sapevo era che Edoardo – determinato a liberarla dall'assedio delle forze scozzesi e annientare la resistenza – avesse radunato un esercito enorme e ben equipaggiato nel Northumberland, in procinto di muovere ancora più a nord. Verso di noi.

Parlai a lungo con mia madre e mio padre, ricevendo piena conferma e nuovi dettagli: lui, Phil e gli uomini sotto il comando del Conte sarebbero partiti tra una settimana.

Ebbi anche un'altra notizia, molto più che spiazzante. Fu il colpo di grazia. Ero sconvolta.

Decine di domande mi vorticavano nella mente, tra cui: per quale motivo non ne avevo saputo nulla?

Qualcosa non tornava.

Vero: ero rimasta lontano dal castello per vari giorni e i miei avevano dato per scontato, giustamente, che una notizia come quella mi fosse giunta. Avevo scritto una lettera per loro, rassicurandoli del mio stato di salute e per l'imminente ritorno; l'avevo affidata a mio fratello dopo una delle sue visite. Avrebbe potuto dirmelo. E Will?

Era evidente che mi avesse tenuto volutamente all'oscuro.

Di nuovo.

Mi ero quindi affannata per cercare Phil. Non fu facile trovarlo.

Ci rintanammo nel mio alloggio, al riparo da orecchie indiscrete. Nella lunga chiacchierata che ne seguì confermò quanto appreso.

Forse furono la rabbia e il desiderio di conoscere che mi trattennero dal disperarmi, facendomi mantenere un incredibile contegno date le circostanze, ma ad un certo punto cedetti.

«Perché non mi hai detto niente?», gli chiesi controllando a malapena il tono di voce tremante per l'emozione. «Avresti potuto dirmelo. Sei il suo informatore. Sapevi dove trovarci. Dove trovarmi, maledizione!».

«Non potevo».

Lo guardai sorpresa. «Cosa?».

«Non potevo», ripeté amareggiato.

Mi riportò alla mente una delle nostre precedenti conversazioni...

«Ti ha ordinato di non dirmelo, è così? Pure su questo hai dovuto tacere?».

«Non me lo ha ordinato. Me l'ha chiesto, come amico».

Silenzio.

E tu invece non potevi dirmelo come fratello?

Lasciai correre, mordendomi la lingua per impedire a quelle parole di uscire. Inspirai profondamente. «Perché?».

Nonostante l'insistenza non chiarì i miei dubbi, asserendo che se avessi voluto delle risposte avrei dovuto parlarne con il Conte personalmente. Disse che lo avrei trovato a casa di Brigid il giorno successivo, nel pomeriggio.

Dopo una notte insonne, in mattinata mi intrattenni con Clare, ricevendo l'ennesima conferma ma senza ulteriori dettagli. Poi, finalmente, anche il momento del pranzo – pressoché inesistente – passò e mi precipitai a destinazione a cavallo di Bruna con il cuore in gola, da sola.

Will era nel soggiorno, seduto davanti al camino.

Mi stava aspettando.



***



Brigid non sarebbe tornata prima dell'indomani visto che era impegnata al villaggio. Mi domandai se non ci avesse lasciato soli di proposito, così come probabilmente aveva fatto nei giorni precedenti.

Era da un po' che parlavamo. O meglio "battibeccavamo", in piedi l'uno di fronte all'altro, terribilmente distanti.

La conversazione aveva preso una piega insolitamente accesa. Del resto non era iniziata in maniera tanto diversa.

«Tu sai se vincerete o no. Non è vero?».

«Sì, lo so».

Mi sentii mancare.

Quale dei due schieramenti sarebbe stato sconfitto non ebbi il coraggio di chiederglielo. Fui vigliacca. Ad ogni modo lui sarebbe lo stesso potuto... Scossi la testa, non volevo pensarci. Mi sforzai di mantenere la voce ferma e calmarmi.

«Dunque parti domani?».

«Sì».


Oltre il tempo - Parte seconda - Vol.1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora