Capitolo 23. Infranto

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Clare è accanto a me.

Sono al maniero di Phil. È davvero una struttura stupenda, qualcosa in più per distrarmi.

Da quando alla mia vera madre è successo quel che è successo, rare volte ho pregato se non per ringraziare della fortuna che in fin dei conti mi sono ritrovata e per chiedere a Dio di vegliare sulle persone buone e a me care, su lei, ovunque sia.

In fondo però nutro un sentimento ambiguo nei Suoi confronti. Non posso perdonarLo per ciò che è accaduto a lei e al resto della nostra famiglia ma ultimamente non perdo occasione per seguire le funzioni religiose.

Voglio vedere Brigid. Vado a trovarla abbastanza spesso. A mia madre mento, dicendo di andare a fare lunghe cavalcate con Bruna e una piccola scorta (ce l'ho veramente: mi attende a metà strada tra il castello e il mio Piccolo Paradiso, com'era stato ordinato da Phil).

«Dove vai quando sparisci per giornate intere? Se posso chiederlo?», mi domanda Clare.

Siamo nell'incantevole cortile, sedute su un muretto all'ombra di un arco interno. L'aria di giugno è calda e secca ma lì si sta bene.

«A trovare una mia amica. Mi è stata vicina quando mi avevano dato per dispersa. Mi ha ospitato per qualche tempo».

«Phil mi ha detto poco e niente». Senza neanche farlo giurare, promette di non riferirlo ad anima viva.

Abbiamo legato molto. Mi racconta che mio fratello le aveva chiesto la mano ma in un primo momento aveva rifiutato.

«Ho sofferto la prima volta che mi sono sposata. La prossima, vorrei farlo per amore. Non m'importa delle chiacchiere della gente».

Ammiro la sua determinazione.

«Vedi, non volevo pensasse che accettassi per mio tornaconto. Anche se disse che sarebbe stato felice lo stesso». Ride al ricordo.

«Che matto», mormoro. Ma le credo. Poteva essere benissimo una cosa da Phil.

«La situazione in questo periodo è troppo delicata. Abbiamo concordato per rimandare a tempi più rosei».

Mi ricorda qualcosa.

«Se ci fossimo uniti in matrimonio e lui...», fece una pausa. Vidi chiaramente la sua concentrazione per trovare le parole adatte. «Se le cose andassero male... io erediterei tutti i suoi possedimenti. Appunto, non ho mai voluto potesse pensare che accettassi per secondi fini. Ma non voglio più aspettare. Quando tornerà gli dirò di sì. Ho la tua benedizione?».

«Oh, Clare, certo che ce l'hai!».

Ci abbracciamo.

«Sono persone troppo belle e buone per non tornare. Il Signore le proteggerà». Fa un respiro profondo. «Torneranno tutti, vedrai».

Lo spero tanto.



***



Mi svegliai di nuovo, in malo modo. Come al solito.

Scossi la testa, cercando di togliermi dalla mente il ricordo che avevo appena rivissuto. In particolare cercai di non pensare alle ultime parole di Clare.

Ero nella penombra della mia camera, nel castello. Giorno e notte continuavano a confondersi. Anche quella volta non avevo voglia di uscire per indagare se fosse mattina o sera e non m'importava. Silveria era accucciata nel letto accanto a me, dormiva profondamente. L'avevo affidata a mia madre ma tornava sempre, grattando la porta per farsi aprire.

Ogni tanto la lasciavo scorrazzare da sola. Aveva l'autorizzazione per rimanere libera a patto che non recasse danni. Finora non si era mai lamentato nessuno. Il vassoio con le cibarie era ancora sul tavolo, intatto se non per la carne che le davo oltre a quella che portavano appositamente per lei; non mi andava. Non mi andava più niente. Chiusi gli occhi, perennemente stanca.

Ben presto tornai a lui. Ripensai al giorno in cui insisté per insegnarmi a usare il misterioso oggetto rilucente.

Allora non potevo sapere perché lo stesse facendo.



***



Ho paura che dal nulla spunti qualcosa di spaventoso ma per fortuna non è così.

Will m'insegna a trovare le canzoni. Ne ascoltiamo molte, nella mia estasi e stupore perenni. E balliamo, balliamo tanto: dalle danze lente alle più travolgenti; mi diverto un sacco con quelle ma le mie favorite restano le prime. Mi confessa che non sono l'unica a preferirle.

Le giornate trascorrono spensierate e colme di meraviglia.

Argo pian piano migliora. Stiamo quasi sempre con lui – oltre che con Silveria e Brigid naturalmente, anche se lei per un motivo o per un altro ci lascia spesso soli...

Svolgiamo i lavoretti che ci sono da fare nella fattoria. Appena possibile però, fuggiamo a goderci i nostri momenti magici. Terminiamo la storia del Piccolo Principe e me ne racconta altre, poi provo l'esperienza di ciò che lui chiama "cinema". Mi mostra quello che considera un vecchissimo "cartone animato" dal titolo "Robin Hood". Conosco una leggenda simile.

I soggetti sono animali parlanti alquanto singolari. Rimango assolutamente rapita. Ovviamente riempio Will di domande ma risponde di buon grado, infinitamente paziente.

Nell'oscurità della camera, mi spiega in che modo è realizzato ciò che vedo, che i personaggi non sono realmente vivi davanti ai nostri occhi sebbene possa sembrare per quanto variopinti e nitidi, che i suoni che sento sono opera dell'uomo.

Ammetto di perdermi di tanto in tanto, consapevole di essere da soli, su un letto. L'attrazione è fortissima. Tra quella e le incredibili novità, mi pare tutto un sogno. Un bel sogno.

Vorrei potessimo spingerci oltre il bacio e le coccole ma abbiamo già affrontato l'argomento. Devo avere pazienza.

In fondo non è male. Non lo è affatto...

Stringendomi tra le braccia, passa molto tempo a far luce sui miei dubbi ma non ha bisogno di illustrarmi il contesto della vicenda. Ci passiamo una giornata intera e tra una pausa e l'altra riusciamo a guardarlo fino alla fine. Mi piace moltissimo.

Riguardo al linguaggio usato, da sola non potrei capire tutto: è inglese, ma diverso da quello che conosco.

«È la lingua inglese parlata nel futuro», mi dice.

Comunque sia non è difficile da seguire. Comprenderei anche solo osservando gli avvenimenti.

«Nel mio mondo è normale», mi bisbiglia all'orecchio durante il film. «Anzi, questo è considerato sorpassato. Ho pensato che potesse piacerti. Non fanno più cartoni così carini e semplici».

In alcuni punti rido come una bambina, poi mi emoziono, certa che il coraggioso protagonista sia morto eroicamente. Lui mi consola e il lieto fine trionfa.

È uno dei giorni più belli di tutta la mia vita. 

Oltre il tempo - Parte seconda - Vol.1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora