Capitolo 33. Consapevolezza

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Avevo deciso di fare qualcosa di utile.

Nella mia costante attesa, spesso io e un gruppo di devote camminavamo per la città, più che altro distribuendo cibo e bevande a chi ne aveva bisogno. Si era sparsa voce in merito all'accoglienza di Inbhir Nis e giungevano sempre nuovi commercianti e pellegrini in viaggio per chissà dove.

Non lo ritenevo possibile ma iniziai, pian piano, a sentirmi meglio. Un giorno, mentre ci aggiravamo nella parte bassa limitrofa alle mura, udii dei pianti di bambini. Mi svegliarono dal mio perenne torpore e cercai lesta la fonte di quelle grida terrorizzate senza curarmi dei richiami delle mie compagne.

Giunsi davanti all'annesso di una stalla. All'interno c'erano alcune persone che conversavano del più e del meno mentre, legati a delle travi in legno, penzolavano degli animali.

Sentii l'odore del sangue ancora prima di entrarvi. Il pavimento coperto di paglia ne era cosparso, colmo di insetti e liquami. Per due maiali non c'era più niente da fare, un altro stava affogando nel suo stesso sangue – colante dalla gola recisa in un catino. Continuava a lamentarsi. Accanto erano appesi per le zampe tre candidi agnelli. Un macellaio incombeva su di loro con una grossa lama.

Il cuore mi batté forte nel petto dopo molto tempo.

«FERMI!».

I presenti si voltarono sbalorditi.

Non ebbi bisogno di presentazioni: bastò mostrare l'anello con lo stemma di famiglia. S'inchinarono all'istante, lo sguardo basso.

Senza dire una parola tolsi di mano il coltello al macellaio, concedendo alla creatura agonizzante la pace perpetua. Fu un colpo netto, decisivo. La lama penetrò nella carne e, con un ultimo lamento incredibilmente umano, l'animale roteò gli occhi. Sentii l'ultimo respiro uscire dal suo corpo, poi il nulla: solo il suono del sangue che gocciolava nel recipiente infestato di mosche.

Sul momento non versai una lacrima. Tra lo stupore generale comprai i tre agnelli, in silenzio, più due capretti che, terrorizzati, erano rimasti rannicchiati in un angolo angusto.

La gente continuava a fissarmi sbigottita. Non capivano il perché del mio gesto. Non potevano.

Solo io avevo aperto gli occhi.




***




Brigid fu felice di rivedermi.

Le raccontai quanto accaduto e piangemmo insieme, abbracciate. Accolse di buon grado i nuovi arrivati. Con lei sarebbero stati al sicuro. Adesso guardavo ogni suo gesto in modo diverso.

Quando furono sistemati ci prendemmo cura di Argo, infine ci accomodammo sulle poltrone in salotto a sorseggiare uno dei suoi infusi.

Desideravo dei chiarimenti, primo tra tutti: lei sapeva che non ce l'avrebbe fatta, come lo sapeva lui? Ma avevo paura di chiederlo. Inoltre era talmente afflitta da fornirmi quasi la risposta senza bisogno di parole. Mi ero limitata a domandarle come si sarebbe svolta la battaglia, ma si era sempre rifiutata di dirmelo. Comunque le nostre conversazioni ci portarono inevitabilmente a lui.

«Mi sembra ancora incredibile che ti abbia raccontato tutte queste cose», disse ad un certo punto. «Tra di noi non parlavamo più del passato. Era da così tanto che non menzionavamo il nostro mondo». Fece una breve pausa. «Non ama parlarne».

«Perché?».

Accennò un sorriso mesto simile a quello del figlio. «Troppi ricordi».

Sì. Potevo immaginare. «Però è stato lieto di essersi trovato qui. Nel senso che se avesse potuto decidere almeno il luogo di destinazione, avrebbe scelto questo».

Corrucciò la fronte. «Ti ha detto così?».


«Se avessi potuto scegliere un luogo e un'epoca differente dalla tua, dove saresti voluto capitare?».

«Qui».

«Perché?».

«Perché ho trovato te».


Sorvolai, sforzandomi di non pensare a quel ricordo struggentemente bello. «Mi disse che la natura di qui lo rilassa, così come i ritmi tranquilli che nel vostro mondo non c'erano».

«Questo è vero, lo capisco. Ma non credo che rimarrebbe se potesse scegliere». Si bloccò. «Scusami...».

«No, non devi scusarti».

Restò in silenzio. Sembrava cercare le parole giuste per rimediare a quanto affermato.

«Spiegami, ti prego», la esortai. Volevo sapere. «Lui sostiene che il vostro mondo non piacerebbe».

«Non piacerebbe a te», puntualizzò. «Vedi, Vivian, il fatto è che, sebbene con i suoi difetti, ciò di cui parli rimane sempre la sua casa. I suoi amici erano parte della sua casa e ha dovuto separarsene. Sai cosa significa essere legati a delle persone ed essere costretti a lasciarle di punto in bianco, senza poterle salutare?».

I miei pensieri tornarono improvvisamente a tempi lontani.

«Certo che lo sai», continuò triste e comprensiva. «Lui aveva vari amici. Come me, del resto».

Il suo sguardo vagò nel vuoto per un momento.

«Mi mancano. Sia i miei che molti dei suoi». Sorrise. «Alcuni li conoscevo da quando erano bambini, conoscevo bene i loro genitori». Fece un'altra breve pausa. «Pur se lo nasconde, la vita di prima gli manca tremendamente».

Meditai per un po'. «Mi ha detto anche di essere diverso, allora».

Sorrise di nuovo, senza allegria. «Sì, è vero».

«Com'era?».

Si strinse nelle spalle. «Era semplicemente più giovane. Adesso è un uomo». Sospirò. «È cresciuto così in fretta davanti ai miei occhi... Prima era sempre preso da mille impegni. Non è mai stato molto con noi a dire la verità. Specialmente con suo padre. E questo lo tormenta ancora oggi».

«Come lo sai?», chiesi delicata.

«Sono sua madre», rispose semplicemente. «Si sente in colpa per ciò che è successo», proseguì. «È un terribile rimorso fisso che non gli dà mai tregua».

Capii che non fosse il caso di insistere sull'argomento.

«Le cose non si apprezzano mai tanto come nel momento in cui stai per perderle o le hai già perse», mormorò distrattamente.

Abbassai lo sguardo, travolta da brutti pensieri.

«Te lo dirò», disse del tutto inaspettatamente.

«Cosa?».

«Lo sai cosa».

Faticai a deglutire. «Non voglio costringerti, Brigid».

Mi rendevo conto che confidarmi ciò che sapeva sarebbe stato un sacrificio enorme.

«Mi aveva chiesto di non dirtelo. Ma è giusto». Sospirò. «È giusto che tu sappia come si svolgerà la battaglia».

«Quando succederà?», riuscii a domandare.

«Presto».




Oltre il tempo - Parte seconda - Vol.1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora