Arrivarono a casa pochi secondi dopo. Non solo perché il bar era vicinissimo, ma perché Shinichi si era messo a camminare a passo svelto.
Appena superato il portone il ragazzo lo chiuse sbattendolo.
«Vado a farmi una doccia, siediti pure.» disse sbrigativo, poi sparì dalla sua vista.
Lei ormai era perfettamente lucida e decisa a raccontargli tutto. Appena si sarebbe presentata l'occasione gli avrebbe detto tutto quanto. Ci aveva pensato per tutto il tempo, da quando avevano incontrato Ikuto al bar e doveva dirglielo.
In quasi tre giorni, sarebbe riuscita a farlo. Tre giorni. Solo in quel momento le venne in mente. Prese la borsa e cercò freneticamente il cellulare. Il messaggio era ancora salvato.
Allora ci vediamo domani alle 17... Dì a tuo padre che dormi da Sonoko per due notti. Voglio stare con te il più possibile prima di ripartire.
Tre giorni da sola con lui. Tre giorni da sola con Shinichi. Tre giorni soli a casa sua.
Si sentì bollire. Era arrossita, ne era sicura.
L'aveva tradito, eppure continuava ad arrossire al suo pensiero.
«Finalmente sorridi...»
Si voltò e in un attimo divenne paonazza.
Era lì, davanti a lei, a petto nudo, con solo un paio di boxer. I capelli ancora umidi, erano appiccicati al viso e ogni tanto gocciolavano sul pavimento.
Non riusciva a proferire parola. Era paralizzata, il cuore che le batteva a raffica. Con uno sforzo immane cercò di tenere la bocca chiusa.
Lui le si avvicinò. Le sembrava che il cuore le dovesse, da un momento all'altro, uscire dal petto. L'abbracciò.
Un abbraccio normalissimo, eppure il cuore continuava a martellarle furioso.
Il profumo del suo deodorante le inondava i polmoni, il corpo nudo premeva contro il suo, il suo mento appoggiato nell'incavo del suo collo.
S'irrigidì. Non riusciva a ricambiare quell'abbraccio. Eppure lui sembrava non preoccuparsene. Anzi, si staccò dall'abbraccio e le prese il viso tra le mani.
La ragazza sentì di nuovo il sangue salire alle guance, mentre quei due zaffiri la guardavano seri. Sembravano volessero leggere la sua colpa attraverso la sua anima.
Forse era quello sguardo serio. Forse il macigno dei giorni prima che sembrava essere tornato a pesare sul petto, ma decise che era il momento. Sì era il momento, doveva confessarlo, doveva dirgli tutto. Probabilmente tra loro sarebbe finita, ancor prima di cominciare davvero, ma non poteva illuderlo a quel modo.
«Shinichi io...»
Non finì. Le aveva messo un dito sulla bocca.
«Zitta... dopo...» le sussurrò.
Poi, senza darle il tempo di farla rispondere, o farle dire un'altra parola, la baciò.
Non un bacio qualunque. Un bacio di quelli veri, di quelli che creano emozioni in soli due secondi.
Le labbra erano dischiuse e il suo respiro le entrava in bocca. La lingua s'intrecciò alla sua, la inseguiva, in un girotondo sensuale. Ogni tanto lui si allontanava e le mordicchiava il labbro, poi tornava alla sua bocca, si allontanava di nuovo e seguiva il profilo delle sue labbra con la lingua.
Lei dal suo canto non stava ferma, non ci riusciva. La sua mente le diceva che avrebbe dovuto allontanarsi e scappare, dirgli ciò che la turbava, ma il suo istinto diceva il contrario.
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Kokoro no uragiri
FanfictionAVVISO: Tutto ciò che nella serie è avvenuto dopo la saga del Mistery Train non è stato considerato! Sono trascorsi due mesi dall'episodio sul Bell Tree Express. Ran sente la mancanza di Shinichi e commette l'eroe più grande che una donna innamorata...