La persona che l'aveva presa la lasciò con la stessa velocità. Si voltò e rimase stupita nel vedere chi era.
«Rena? Rena Mitsunashi?» chiese con aria sconvolta.
«Per te sono Kir, mocciosa!» rispose risoluta lei.
«Tu... Tu fai parte...?» non riusciva a parlare.
Ormai non aveva più parole, si sentiva spaesata e confusa. Avrebbe voluto capire cosa diavolo stesse succedendo, ma sapeva benissimo che non avrebbe avuto risposte, almeno non fino a quando continuava a stare là dentro.
«Sì esatto... faccio parte di tutto questo. Di questa organizzazione. - rispose incrociando le braccia - E ora rimarrai qui, finché non te lo dirò io...» disse con tono tranquillo e freddo per poi uscire dall'ufficio.
Ecco. Era di nuovo chiusa a chiave da qualche parte. Si sedette su una delle sedie che si trovava vicino alla scrivania di quella specie di ufficio e iniziò a picchiettare nervosamente le dita sul bracciolo.
I tre arrivarono all'ufficio vuoto e Vermouth spinse bruscamente Shinichi dentro. Tenendo sempre le spalle a Gin, tirò fuori dai pantaloni ad altezza cintura un coltellino e glielo passò al ragazzo, che si era voltato verso di lei.
«Prendi l'antidoto il prima possibile e non muoverti!» gli disse usando il labiale.
Lui non rispose, si limitò a girarsi, come frustrato e la donna gli mise il coltellino nelle mani. Si voltò di nuovo verso di lei e verso Gin alle sue spalle.
«Troverò il modo di scappare maledetti bastardi! Non pensate di farla franca!» urlò convinto.
Gin rise divertito, mentre Vermouth con la sua solita freddezza si allontanò dal ragazzo.
«Divertiti a provarci marmocchio...» disse con tono ironico per poi chiudere a chiave l'ufficio e lasciarlo dentro.
Solo quando sentì i passi dei due allontanarsi dalla porta il ragazzo iniziò a segare le corde che gli legavano i polsi dietro la schiena con il coltellino.
Ci mise vari minuti in cui le corde ruvide strofinavano fastidiose sui polsi ferendoglieli ancora di più. Poi finalmente fu libero.
Il dolore al petto era sempre più insopportabile. Sapeva che tra pochissimo sarebbe arrivato al limite della sopportazione.
Con la mano tremante iniziò a frugare nervosamente nella tasca dei pantaloni, finché non trovò quella piccola pillola bianca. Ne aveva presa solo un'altra oltre a quella che aveva ingerito a casa del dottor Agasa. Se quella storia non fosse finita entro il tempo limite dell'antidoto, sarebbe tornato Conan e dopodiché non avrebbe più potuto fare nulla.
Si buttò la capsula in bocca e la ingoio senza acqua. Il dolore invece di diminuire aumentò a dismisura e perse i sensi.
L'auto correva decisa sulle confusionarie strade di Tokyo, seguita a ruota da molte altre.
«Ma scusa tu sai dove si trova il loro covo?» chiese Jodie seduta sul sedile posteriore.
«L'ho scoperto circa un mese fa, nelle sembianze di Subaru Okiya. Ho seguito Bourbon fino a lì, ma poi ovviamente ho proseguito per non destare sospetti.» rispose l'uomo al volante con aria seria.
«Come agiremo?» chiese l'altro uomo seduto sul sedile del passeggero.
«Ho già dato istruzioni agli altri. Appena mi arriverà il messaggio di conferma che possiamo entrare, irromperemo.»
«Aspetta un momento...! - lo bloccò l'unica donna in auto - Messaggio? Vuoi dire che abbiamo una talpa dentro l'organizzazione?»
Akai non ebbe il tempo di rispondere, fu Camel di fianco a lei a darle una risposta.
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Kokoro no uragiri
FanfictionAVVISO: Tutto ciò che nella serie è avvenuto dopo la saga del Mistery Train non è stato considerato! Sono trascorsi due mesi dall'episodio sul Bell Tree Express. Ran sente la mancanza di Shinichi e commette l'eroe più grande che una donna innamorata...