Veglia funebre

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Passarono un paio di giorni e Shinichi, con la raccomandazione di non sforzarsi troppo e con due stampelle ad aiutarlo a camminare ebbe il permesso di uscire dall'ospedale.

Heiji, come Kazuha, aveva deciso di rimanere per un po' a Tokyo e aveva pernottato per un paio di notti ad un hotel economico vicino all'ospedale, in modo da poter stare col suo amico il più possibile, almeno nel limite degli orari di visita.

Quel giorno era venuto a prenderlo ed era rimasto al piano di sotto, nella sala d'attesa in cui due giorni prima aveva aspettato di avere buone notizie.

Lo vide avvicinarsi a lui, reggendosi sulle stampelle e avanzando lentamente.

«Come va, oggi?» chiese il ragazzo dalla pelle scura.

«Meglio di ieri, ma mi hanno prescritto un antidolorifico, anche perché il ginocchio ancora non mi dà tregua.»

«Capisco. Amuro come sta?»

«Anche lui sta bene. Quando oggi sono andato era sveglio, anche se ha ancora bisogno della flebo ed ogni tanto dell'ossigeno.» rispose il ragazzo, mentre iniziavano lentamente ad uscire.

Proprio mentre uscivano, una ragazza dai capelli lunghi e castani passò loro accanto. Indossava un abito blu scuro, accompagnato da una borsetta rossa.

Shinichi si voltò subito alla sua vista e la seguì con lo sguardo.

Sapeva bene dove era diretta quella ragazza. La sua meta era la stanza da cui lui veniva, quella in cui era ricoverato il ventenne biondo. Il suo animo era completamente in conflitto dal momento in cui erano usciti dal covo dell'organizzazione due giorni prima. Sapeva che si poteva fidare di Tooru Amuro dal giorno in cui aveva salvato lui e Ran da Ikuto dentro quel bar e nel tempo che aveva vissuto con loro all'agenzia aveva comunque imparato a conoscerlo, ma quel rapporto intimo che aveva creato con Ran, tanto da farla preoccupare più per l'incolumità di lui che per la sua, lo innervosiva. Quell'odioso e velenoso sentimento, chiamato gelosia, si era annidato nel suo cuore e sembrava non volersene andare.

Scosse quei pensieri dalla testa e si volse di nuovo all'amico.

«Ti sei informato?» chiese.

«Sì, - rispose il detective del Kansai - la veglia funebre è domani sera alle venti, ti ho preso anche l'indirizzo.» disse porgendogli un foglietto.

«Grazie.» rispose lui, fermandosi e prendendo il bigliettino per poi metterselo in tasca.

«Ascolta, io credo che partirò questa sera.»

«Hai fatto pace con Kazuha?» gli chiese Shinichi.

«Sì sì, è tutto passato. A dirla tutta penso che abbia iniziato pure a comprendere le tue ragioni, anche se dice che non vuole interferire con le scelte di Ran.»

«Lo capisco. L'importante è che voi due abbiate chiarito.»

«Puoi stare tranquillo amico mio, partirà con me domani, ma anche tu cerca di fare tutto il possibile per riavvicinarti a Ran.»

«Heiji te l'ho detto io...»

«Promettimelo!»

«Promesso...» rispose con un sospiro.


La ragazza attraversò la porta della stanza d'ospedale in cui si trovava il biondo. Lui si era appena voltato verso di lei con un sorriso stampato sul volto. Era un volto molto più pallido del suo solito, ma aveva comunque più colorito del giorno in cui era arrivato in ospedale ormai privo di sensi.

«Amuro, come stai?» chiese, sedendosi su una sedia vicino al suo letto.

«Direi meglio. Anche se ancora non riesco a magiare, ogni cosa che tento di buttare giù la rimetto.» rispose lui sospirando.

Kokoro no uragiriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora