Una sorella persa

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Il silenzio ormai regnava da parecchi minuti in quella stanza.

Ran continuava a piangere, ma neanche un verso o un singhiozzo usciva dalla sua bocca. Le sue lacrime scendevano silenziose, senza poterle fermare.

Poco più in là Shinichi era seduto a terra, le ginocchia al petto e la testa appoggiata su di esse, mentre le braccia avvolgevano le gambe piegate.

Ormai da più di cinque minuti la situazione era quella, poi da lontano il rumore dei passi. Entrambi i ragazzi assunsero lo stesso sguardo di terrore. Quei due sguardi che s'incrociarono subito, quasi nel tentativo di cercarsi a vicenda anche dopo tutto quello che era successo. Sapevano che se sul serio qualcuno stava andando a prendere Shinichi, per portarlo via, Ran non sarebbe dovuta essere lì.

La ragazza si buttò a terra e gattonando si nascose sotto la scrivania, che per fortuna aveva una lastra di legno proprio sul davanti, verso la porta.

I passi si fermarono, proprio davanti l'ufficio. Si sentì la chiave infilarsi nella serratura. In quello stesso istante, Shinichi, che si era alzato in piedi, tirò un calcio alla grata che era rimasta a terra di fianco a lui e mentre la chiave girava nella toppa Ran si allungò e la trascinò sotto la scrivania insieme a lei.

La porta si aprì e Shinichi tirò un sospiro di sollievo. Ad aprire erano le uniche due persone di cui sapeva di potersi fidare. Con passo veloce, andò verso di loro, li invitò ad entrare con un gesto e poi chiuse la porta alle loro spalle.

«Kudo che fai?» chiese Amuro stupito.

Lui parlò, ma non rispose al biondo.

«Ran puoi uscire...» disse.

A quelle parole la ragazza sbucò dalla scrivania. Aveva ancora gli occhi rossi per ciò che era appena accaduto e il suo viso era parecchio sconvolto.

«Angel!» esclamò Vermouth.

La ragazza si alzò in piedi e, silenziosamente, senza riuscire a dire niente, si avvicinò al gruppo.

«Sei sconvolta... Che ti ha fatto quel bastardo?!» chiese con tono quasi furioso.

La ragazza rimase zitta per qualche secondo, poi riuscì a parlare.

«No-no... Io... Io sono subito scappata, ma poi sono rimasta bloccata da... da Rena Mitsunashi...»

A quel racconto rimasero tutti e tre stupiti, visto che Shinichi non aveva avuto il tempo di chiederle nulla.

«Sono... sono scappata attraverso il condotto di ventilazione e sono arrivata qui...» disse indicando proprio il condotto aperto.

«Capisco, ma allora cosa è successo di...»

«Non sono affari nostri!» lo bloccò la bionda prima che il ragazzo potesse finire la domanda.

Aveva notato le occhiate che si erano lanciati i due. Quello di lei deluso e amareggiato e quello di lui dispiaciuto e affranto. Sapeva benissimo cos'era successo. La verità era venuta a galla, ma c'era una cosa che non poteva sapere e fu proprio Shinichi a rivelarglielo, dopo qualche secondo d'imbarazzante silenzio.

«Vermouth che tu sappia oltre a Chianti e Korn quali altri cecchini ci sono all'organizzazione?»

«Loro sono gli unici. E visto che ho ucciso Chianti è rimasto solo Korn.»

«Capisco...» rispose.

«Perché?» chiese di nuovo la donna.

Il ragazzo lanciò un occhiata a Ran, che rimaneva in silenzio, sconvolta, poi ricominciò a parlare.

Kokoro no uragiriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora