A tutto c'è un limite

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Amuro era già uscito da qualche minuto dal suo ufficio, mentre lei si stava sistemando i capelli davanti allo specchio.

Proprio in quel momento qualcuno bussò alla porta.

«Arrivo...» disse, ma non accennò a muoversi dal luogo dove si trovava.

Allungò solo il braccio verso la scrivania, per prendere il rossetto che vi era poggiato sopra e lo stappò, dividendo a metà il cilindro che fungeva da custodia e scoprendo il cosmetico color porpora.

Se lo pose sulle labbra lentamente, poi quando ebbe finito, mentre lo richiudeva, tirò indietro le labbra per renderlo compatto.

Solo a quel punto si allontanò dallo specchio, posò il rossetto di nuovo sulla scrivania e si diresse verso la porta. La aprì e sebbene quello che vide oltre la lasciò senza parole e con solo rabbia addosso, nessuna emozione trasparì dal suo volto o da qualunque parte del suo corpo. La freddezza e la professionalità che aveva mostrato sempre da quando era in quell'organizzazione, tornò ad essere la sua unica maschera.

«Vedo che il piano di Assenzio ha funzionato...» disse tranquillamente, guardando di fronte a lei Gin che teneva ancora per il collo Shinichi.

Poi si chiuse la porta alle spalle e tutti e tre s'incamminarono oltre quell'ufficio, proseguendo per il corridoio.


Si avvicinò a lei voglioso, facendola indietreggiare, fino a toccare il muro con la schiena e rimanere così bloccata tra lui e la parete.

«Come hai osato scappare, da me?» le sussurrò lui all'orecchio facendola rabbrividire.

Poi con il pollice e l'indice prese la zip della felpa e abbassò la cerniera, scoprendo il seno nudo della ragazza.

«Oh... così è ancora più eccitante...» disse afferrandogli il seno e palpandoglielo.

Di punto in bianco l'espressione terrorizzata di Ran si trasformo in un sorriso malizioso e seducente. Mise le mani sul volto bruno di Ikuto e si avvicinò a lui, per poi baciarlo con passione.

Il ragazzo era talmente preso dall'eccitazione che non si domandò nemmeno per quale motivo la ragazza aveva cambiato idea così rapidamente.

Le loro lingue si intrecciavano ormai da una ventina di secondi, quando la ragazza alzò di colpo il ginocchio, colpendo l'uomo ai genitali.

Si allontanò, per poi piegarsi in due.

«Brutta troia!» disse tenendosi la mano sul cavallo dei pantaloni, nel punto dove l'aveva colpito.

«Questo è per avermi drogata...»

La ragazza non contenta si avvicinò a lui, poi gli tirò un pugno in faccia spaccandogli il labbro.

«Questo per avermi violentata... e questo in previsione di quello che avresti fatto in futuro...»

Si chinò velocemente e poi alzandosi di colpo e facendo un giro completo gli tirò un calcio di rovescio sul fianco.

Il ragazzo cadde a terra e lei si rialzò la cerniera della felpa nera per poi dirigersi verso la porta, portandosi via la chiave.

«Divertiti da solo ora...» disse, per poi uscire e chiudersi la porta alle spalle.


Shuichi Akai che aveva appena finito di spiegare ai suoi colleghi e alla bambina tutto quanto, ora se ne stava seduto sulla sedia dietro la scrivania del suo ufficio e stava fumando una sigaretta.

«Perciò dobbiamo agire ora?» chiese Jodie.

«Direi immediatamente! James avvisa tutta l'unità di prepararsi.»

Kokoro no uragiriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora