Shinichi entrò nel locale abbandonato e notò subito le porte metalliche dell'ascensore. Ebbe appena il tempo di premere il tasto di chiamata che qualcuno gli toccò la spalla. Si girò di scatto e incrociò due occhi azzurri come il ghiaccio.
«Amuro!» esclamò.
«Non dovresti essere qui!» gli disse lui con aria seria.
«Non cominciare a farmi la predica anche tu!» protestò il giovane detective con aria seccata.
«Kudo, non costringermi a portarti via a forza...» lo minacciò invece il biondo.
Non riuscì, però, a dire altro, perché si sentì il suonare di un campanello.
Shinichi non ebbe neanche il tempo di cercare di capire cosa fosse che il biondo lo afferrò per il braccio destro, mettendoglielo dietro la schiena e puntandogli la pistola.
Subito dopo le ante dell'ascensore si aprirono e da dietro esse apparì Gin.
Vista la scena l'uomo emise un ghigno compiaciuto, poi parlò, uscendo dall'ascensore.
«Ma bene... Vedo che la trappola di Assenzio ha funzionato!»
«Già, l'ho trovato qua fuori mentre rientravo dal mio solito giro. Ora lo porto su.» disse Amuro premendo ancora più forte la canna della pistola su Shinichi, che dovette inarcare la schiena infastidito.
Il biondo lo spinse verso le porte dell'ascensore ancora aperte, dopodiché con la canna della pistola premette il tasto del piano e le porte si chiusero, non permettendo più ai due di vedere l'uomo dai lunghi capelli argentei nel locale abbandonato.
Appena le porte furono chiuse Amuro mollò la presa sul diciassettenne e gli mollo uno schiaffo.
«Sarai contento adesso! Ti avviso che io non ti paro il culo ora che scenderemo al covo.» sbuffò, per poi appoggiarsi alla parete dell'ascensore.
Il giovane detective invece rimase zitto. Non sapeva cosa dire.
Si sentiva frastornato. Iniziava a capire che era stato un errore fiondarsi lì senza un piano ben preciso. Allo stesso tempo, la preoccupazione per Ran e la vista di Gin gli occupavano la maggior parte dei pensieri e quasi non riusciva a ragionare.
La ragazza era ancora sbigottita, con il casco verde acido in mano, a guardare ciò che era appena accaduto. Mentre si avvicinava al magazzino abbandonato, seguendo la macchina di Amuro, aveva visto quest'ultimo parcheggiare di fianco ad esso ed entrare nel locale vuoto e fatiscente.
Mentre rallentava ecco che accadde l'inverosimile. L'auto del ragazzo sparì pian piano nell'asfalto, come ci fosse una botola, ma quando arrivò il cemento e il terreno erano perfettamente lisci e della vettura non c'era nessuna traccia.
La ragazza stava pensando che sicuramente c'era un qualche meccanismo che portava le auto in un garage o parcheggio sottostante, ma non ebbe modo di pensare ad altro perché un uomo vestito di nero, dai lunghi capelli argentei e lo sguardo malvagio e spietato, uscì dall'unico edificio nell'arco di chilometri.
Appena comprese che l'uomo poteva presentare una minaccia, posò il casco sul sellino della moto e si mise in posizione, pronta a sferrare uno dei suoi micidiali calci.
«Dov'è Ran?» chiese con voce decisa, che non ammetteva una risposta evasiva.
Non ci fu risposta. L'uomo semplicemente estese il suo ghigno terrificante e iniziò ad avvicinarsi con passo lento verso di lei.
La bruna indietreggiò di qualche passo e ripeté la domanda, ma neanche questa volta ebbe risposta.
L'uomo senza darle la possibilità di emettere un altro solo fiato tirò fuori dall'impermeabile la pistola e sparò, colpendola in pieno petto.
STAI LEGGENDO
Kokoro no uragiri
FanfictionAVVISO: Tutto ciò che nella serie è avvenuto dopo la saga del Mistery Train non è stato considerato! Sono trascorsi due mesi dall'episodio sul Bell Tree Express. Ran sente la mancanza di Shinichi e commette l'eroe più grande che una donna innamorata...