Addio Conan-kun

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I due corpi furono colpiti, quasi allo stesso momento, dai due micidiali proiettili sputati dai fucili.

Lilith si accasciò, con una smorfia di dolore mentre già il sangue le macchiava l'elegante camicia bianca, proprio all'altezza di dove incominciava la gonna di quello che probabilmente era un elegante tailleur nero.

Akai invece venne sobbalzato indietro, tanto che cadde a terra, senza più muoversi.

Subito quattro agenti accorsero a bloccare la donna prima che desse il colpo di grazia al loro capo, mentre già Sharon si era buttata sul corpo del suo ex marito sperando che fosse ancora vivo.

«Shuichi... Rispondimi... Shuichi...» disse con tono preoccupato prendendogli il viso tra le mani.

L'uomo tossì, poi aprì gli occhi e con mezza voce parlò.

«Come mai così preoccupata per me...?»

La donna gli mollò il viso e lo linciò con uno sguardo innervosito. Lui rise a quell'espressione, rialzandosi lentamente.

«Questa è la mela marcia che conosco...»

«Potresti smetterla di chiamarmi a quel modo?» chiese di nuovo scocciata.

Lui rise di nuovo, poi si alzò la maglia rossa, sotto la giacca di pelle nera, scoprendo il giubbotto anti-proiettili che presentava un foro proprio all'altezza del cuore.

«Mi ero dimenticato di quanto la tua mira fosse impeccabile, Lilith. Se non avessi avuto questo sarei morto sul colpo.» disse estraendo il proiettile dal giubbotto e buttandolo a terra facendolo tintinnare, mentre incrociava lo sguardo della donna che veniva portata via dai suoi uomini.

«Non ci credo che sia veramente finita...» disse con un sospiro.

«Già...»

L'uomo non ebbe il tempo di dire un'altra parola che sentì una voce femminile e preoccupata chiamarlo. Si voltò e vide la sua collega che correva verso di lui.

«Oh Shuichi, ho sentito gli spari e temevo che...» disse arrivando davanti a loro due.

«Sono vivo Jodie.» sorrise lui.

Poi, come prima di separarsi, le prese il viso tra le mani e la baciò. Sotto il sorriso finalmente un po' più rilassato e dolce dell'ex woman in black.

Si staccarono però quasi subito e l'uomo, tenendo ancora il viso di Jodie tra le mani, si rivolse all'altra.

«Ora andiamo. Camel sarà già arrivato all'ospedale con i ragazzi.»


Finalmente arrivarono. Due infermiere portavano una barella su cui era sdraiato Amuro, di fianco a loro anche Ran, accompagnata da un'altro infermiere. Poco più dietro un'altra barella su cui era seduto Shinichi, che si era rifiutato di sdraiarsi, e ad accompagnarlo oltre alle infermiere c'era il detective dell'Ovest che aveva un cerotto sulla guancia, messo prontamente dai dottori alla vista della ferita superficiale.

Atsushi Miyano porse nuovamente la siringa a sua figlia.

«Penso lo dovresti fare tu. Io intanto vado a gestire l'operazione del biondo.»

La ragazza la prese annuendo, poi, seguita dai bambini, si avvicinò a Shinichi, mentre l'uomo aveva avvisato le infermiere che poteva intervenire.

«Haibara tu...» disse Shinichi vedendola, poi si accorse che c'erano i bambini e si zittì.

«Sanno tutto.» gli rispose con un sorriso.

«Come stai Con...Shinichi?» chiese Ayumi, che non riusciva più a trattenere le lacrime.

Kokoro no uragiriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora