Balli notturni

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La bambina si continuava a rigirare nel letto. Quel caldo era davvero insopportabile. Era da ore che cercava di addormentarsi, ma era tutto inutile. Goccioloni di sudore le bagnavano il viso dolce ed esile.

Si alzò. Non poteva continuare in quel modo. Si diresse verso la cucina e bevve un bel sorso di acqua fredda. Pensò dopo, quando era già a metà bicchiere, che con quell'acqua le sarebbe potuta venire una congestione, ma poco importava, avrebbe sofferto un po' di mal di pancia. Finì il bicchiere e andò in bagno a darsi una rinfrescata.

Ora si sentiva molto meglio.

Si rimise a letto solo dopo aver aperto leggermente la finestra in modo che entrasse un po' d'aria.

Le mani sotto la testa, mentre fissava il soffitto. I suoi pensieri invece volavano a un ragazzo. Un ragazzo che all'apparenza sembrava molto più grande di lei.

Chissà perché aveva voluto l'antidoto, chissà qual era quell'importante impegno che si era preso. A giudicare dai capricci da bambino che aveva fatto per ottenerlo doveva essere qualcosa a cui teneva molto.

Ripensò a quel pomeriggio. Era andata a casa sua convinta di trovarlo e invece, quando suonò il campanello non rispose nessuno. Dove se n'era andato?

La bambina si addormentò col pensiero che probabilmente era andato a risolvere uno dei suoi soliti casi.


Ran aprì lentamente gli occhi, quando la luce del sole, che entrava dalla finestra, iniziò a baciarle il viso.

Quando la sua vista tornò perfetta si guardò attorno. Per un attimo, quell'attimo prima di rendersi conto di cos'era successo nelle ultime ventiquattr'ore, rimase stupita di dove si trovava.

Era nuda. La testa appoggiata sul petto di Shinichi, anche lui senza vestiti, che ancora la teneva stretta a se, mentre dormiva beatamente.

La ragazza rimase incantata nel vedere il suo volto. Era perfetto. Anche lui baciato dalla luce ramata del sole mattutino. Intenerita gli diede un lieve bacio sulla guancia.

Il ragazzo a quel contatto si svegliò e si stropicciò gli occhi proprio come un bambino, dopodiché li aprì.

Lei rimase, per l'ennesima volta, folgorata da quell'azzurro intenso, ma ricambiò il sorriso che lui le aveva porto.

Poco dopo si ritrovarono in cucina, entrambi ancora assonnati, a sorseggiare del latte fresco.

«Sai pensavo... - disse Shinichi dopo aver mandato giù un biscotto - che sta sera volevo portarti in un posto.»

«In un posto?» chiese stupita dell'atteggiamento del ragazzo.

«Sì, sempre se non ti dispiace ovvio.» rispose lui risoluto bevendo un altro sorso di latte.

«No, credo di no. Ma che posto è?» continuò lei, sempre più stupita e confusa.

«Questo non voglio dirtelo. Sarà una sorpresa.» rispose lui con un sorrisino tutt'altro che rassicurante.


La ragazza stava dormendo beatamente nel suo letto, quando qualcosa disturbò il suo sonno. Non riconobbe subito il suono. Sembrava un ronzio. No, più che un ronzio sembrava qualcosa che grattava sul suo comodino.

Allungò la mano e sentì che il suo cellulare vibrava. Guardò il display era un messaggio di Ran. La ragazza con uno sbuffo poggiò di nuovo il cellulare sul comodino e si girò dall'altro lato per poi riaddormentarsi.

Qualche ora dopo era già vestita e si stava tirando su i capelli nella sua solita coda di cavallo.

«Ciao!» disse qualcuno all'ingresso.

Kokoro no uragiriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora