Shinichi crollò a terra. La sua gamba destra, all'altezza del suo ginocchio iniziò a sanguinare copiosamente. Ran che era ancora attaccata a lui si chinò attirata dal peso del ragazzo.
Il suo viso ormai stanco, non trasmetteva più un'emozione precisa. Era sconvolta e stravolta, aveva pianto talmente tanto che non aveva più lacrime da versare.
Mentre Ikuto scoppiava a ridere, lei continuava a supplicare Shinichi di rialzarsi, dandogli una mano a rimettersi in piedi. Ma nessuno dei due aveva più le forze per affrontare ciò che avevano di fronte. Shinichi era ferito fisicamente, ma entrambi erano anche feriti emotivamente e sembrava impossibile per loro continuare a lottare.
«Che c'è Kudo? Già ti arrendi? È tutta qui la tua forza di volontà nel voler salvare la tua dolce metà?» chiese divertito il biondo continuando a guardarli con quell'aria divertita.
A quella provocazione il ragazzo digrignò i denti, sia per la rabbia che per lo sforzo di rialzarsi.
Dopo vari secondi di atroce dolore al ginocchio, che continuava a sanguinare copiosamente, finalmente fu di nuovo in piedi, anche se Ran lo doveva comunque sostenere visto che non poteva reggersi su una gamba sola.
Il ragazzo era furioso. Ma ora sapeva bene cosa fare. In lontananza vedeva Akai ed altri quattro agenti dell'FBI avvicinarsi furtivamente alle spalle del ragazzo. Lui non doveva far altro che prendere tempo in modo che arrivassero a lui senza che se ne accorgesse. L'avrebbe fatto, anche a costo di morire. Per salvare Ran avrebbe fatto questo ed altro.
«Ti sbagli! Io non mi arrenderò mai!» lo provocò.
Tirò su la pistola, sperando di minacciarlo solo con il gesto.
Il biondo però non fece una piega. Non aveva nessuna paura di morire. Lui non era come quel ragazzo che aveva di fronte. Il suo amore verso la donna che l'aveva conquistato era un'amore passionale e unico, in cui non c'era spazio per sentimenti sciocchi come il sacrificio o la compassione. Conosceva la sua donna e sapeva che anche lei non si sarebbe fatta scrupoli a morire per la soddisfazione di distruggere tutto ciò che intralciava i loro piani. No, il loro non era amore. Era ammirazione, l'uno per l'altra. Nient'altro.
Sparò un'altro colpo, velocissimo, talmente veloce che Shinichi di nuovo non poté evitarlo.
«Niente! Non c'è nessuno in casa.» disse sbuffando Genta dopo aver girato più di una volta tutta la casa, che misteriosamente avevano trovato con cancello e portone aperti, come se qualcuno li avesse presi a calci.
«Ed ora cosa facciamo?» chiese Mitsuhiko, senza più altre soluzioni.
«Sentite ragazzi... Se andassimo a chiedere al dottor Agasa? Lui deve per forza sapere qualcosa.» propose Ayumi, che già da qualche minuto stava guardando nella direzione della casa del professore.
«È vero! Forse lui può aiutarci a capire.» esclamò Genta.
«Bene... Credo che sia l'unica alternativa che abbiamo.»
Così i tre bambini attraversarono la strada, superarono il cancello aperto e suonarono il campanello. Hiroshi Agasa andò ad aprir loro quasi subito.
«Bambini che ci fate qui? Non dovreste essere a scuola?» chiese stupito nel vederli.
I tre passarono sotto il suo braccio ed entrarono in casa. Fu Mitsuhiko il primo a parlare.
«Ai e Conan sono scomparsi professore.» disse serioso.
«Cosa?»
Sapeva benissimo di Shinichi, ma credeva di aver accompagnato Ai a scuola, perché ora dicevano che era sparita?
STAI LEGGENDO
Kokoro no uragiri
FanficAVVISO: Tutto ciò che nella serie è avvenuto dopo la saga del Mistery Train non è stato considerato! Sono trascorsi due mesi dall'episodio sul Bell Tree Express. Ran sente la mancanza di Shinichi e commette l'eroe più grande che una donna innamorata...