2.

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Avevo le gambe un po' intorpidite dalla corsa, la testa mi pulsava e la schiena bruciava.
Aprii gli occhi a fatica, era buio pesto, sulla terra probabilmente era notte.
Ma quanto avevo dormito?
Cercai di alzarmi in piedi ma stavo su a stento perché il dolore sulla schiena era lancinante, sarei già dovuta guarire, ma probabilmente l'arma che mi aveva ferita era piena di strozza lupo, come la lancia che aveva trafitto mia madre.
In lontananza notai le luci di una città, mi avviai ferso quest'ultima.

In giro per le strade non c'era quasi nessuno, apparte qualche individuo che camminava barcollando e mi guardava in modo strano.
Decisi che avrei trovato un posto per passare il resto della notte, mi sarei incamminata alle prime luci dell'alba; ma per andar dove? neanche io lo sapevo, iniziai a demoralizzarmi, non era da me ma la stanchezza e il dolore non aiutavano.
Mentre ero immersa nei miei pensieri, alcune di quelle strane persone si avvicinarono.
"Dolcezza cosa ci fai tutta sola per queste strade?" chiese uno di questi avvicinandosi troppo per i miei gusti,
"Lasciami stare" dissi schietta,
"Ma noi ti vogliamo aiutare" disse un altro con un sorriso malizioso sulle labbra, io iniziai a camminare più veloce ma uno di loro mi afferrò per un polso tirandomi indietro, iniziarono a toccarmi dappertutto, era troppo.
"Basta" urlai, per poi ringhiare fortissimo, i miei occhi si tinsero di giallo e quelle persone si spaventarono e corsero via velocemente.
Camminai per un altro po', ma il taglio sulla schiena perdeva ancora sangue e la mia vista iniziò ad appannarsi, trovai un vicolo e senza pensarci mi ci nascosi per finire la notte.

La luce dell'alba mi svegliò, mi alzai di mala voglia, le strade erano decisamente più illuminate e c'erano più persone.
Dovevo essere ridotta parecchio male perché quando uscii dal quel piccolo vicolo gli occhi di alcuni passanti si puntarono su di me, alcuni mi guardavano con un'aria di disprezzo, altri con fare compassionevole e altri ancora mi guardavano come se fossi arrivata da un altro pianeta, che in effetti era vero.
Gli abitanti della terra non vestivano come su Asgard, non avevano delle armature e le donne non portavo lunge ed eleganti tuniche.
Era tutto molto diverso.
Fermai uno dei passanti, una donna molto giovane,
"Conosce un certo Tony Stark?" chiesi schietta, non sapendo come formula la frase o a cosa mi avrebbe portato quella domanda, la ragazza mi guardò come se avessi detto qualcosa di sbagliato,
"Certo, è conosciuto praticamente in tutto il mondo" disse con fare ovvio,
"Non hai mai sentito parlare delle armi Stark o di Ironman?" chiese notando il mio sguardo confuso,
"Porca miseria ma dove vivi? Allora vedi quella struttura laggiù?" disse indicando un grattacielo altissimo, io annuii,
"Ecco quella è la Stark Tower, è lì che abita" disse.
Io la ringraziai goffamente per poi correre verso quell'edificio.

Il mio corpo non riusciva a reggere ulteriore sforzo, la vista ogni tanto diventava sfocata e le fitte alla schiena erano sempre più dolorose.
Nella testa avevo ancora impressa l'immagine di mia madre, dovevo farlo per lei, dovevo arrivare a quel grattacielo.
E in effetti c'è la feci, ma quando arrivai non riuscivo più a reggermi in piedi.
Bussai ma non accadde nulla, allora provai a premere un bottoncino che si trovava affianco alla porta, all'interno dell'edificio risuonò un suono simile a quello di una campana.
Dopo parecchio tempo che aspettavo appoggiata al muro un uomo venne ad aprire, era mediamente alto, con i capelli castani e gli occhi color nocciola, indossava un vestito molto elegante.
"Lei è Tony Stark?" chiesi,
"Si sono io" disse facendo una pausa per poi osservarmi dall'alto al basso, si, dovevo essere sicuramente ridotta male,
"Chi mi vuole?" proseguì.
Io provai a parlare ma ero troppo stanca e senza forze, la ferita sulla schiena mi stava prosciugando le energie, e la mia bocca si rifiutò di muoversi.
Mi girai dall'altra parte e vomitai, vomitai sangue, questa cosa non andava affatto bene.
"Oh signore vieni dentro ragazzina" disse prendendomi per una spalla, io camminai a stento.
Appena entrati vidi una sala enorme, qualche ragazzo che mi guardava e poi nulla, il buio più totale.

Coso Autrice:
Scusate per il capitolo corto, cercherò di farne di migliori.
Che ne pensate?
Se avete qualche consiglio scrivete nei commenti e se il capitolo vi è piaciuto lasciate una ⭐

Heroes // Peter Parker - Avengers Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora