Il giorno dopo mi convinsero ad andare a scuola e fu così anche per i giorni seguenti.
Mi facevano anche allenare spesso, e mi parlarono degli Avengers.
Erano loro, Steve è un soldato della seconda guerra mondiale, con una forza e velocità sorprendenti,
Thor beh lui è il figlio di Odino, dio del tuono, e questo basta,
Tony è uno scienziato che ha creato un'armatura davvero strabiliante,
Bruce, si trasforma in una bestia verde che loro chiamano Hulk,
Natasha era una spia, allenata per combattere,
Clint, è un arciere infallibile e
Wanda, beh lei ha una mutazione che le permette di controllare ciò che le sta intorno.
Apparte questa scoperta, sembrava andare tutto abbastanza bene, l'unica cosa che non migliorava erano i miei incubi, anzi peggioravano, si facevano sempre più frequenti, era una tortura."Dai correte" urlò il professor Vich, l'insegnante di motoria, a tutta la classe.
Ormai ci aveva fatto fare già dieci giri del campo, anche se io ero una dei pochi a cui fisicamente non pesavano.
A fianco a me avevo Peter che correva senza problemi, e Flesh poco più avanti.
Ned era più indietro che arrancava con la maggior parte del resto dei ragazzi.
Dopo cinque giri il professore ci diede la possibilità di fermarci.
Io mi appartai e mi levai la felpa e rimasi con una canottiera sportiva.
"Emma credo che tu sia l'unica ragazza che abbia una buona prestanza fisica, che sport fai?" mi chiese l'insegnante dopo avermi squadrato,
"Lotta libera" dissi pensando prima di rispondere.
Dopo la mia affermazione, il professore, ci fece fare un po' di addominali e altro allenamento, poi ci mandó a cambiare.Stavo camminando per il cortile con Peter e Ned e parlavo del più e del meno, avevamo fortunatamente un ora libera per rilassarci.
"Emma davvero fai lotta libera? Chi ti ha insegnato?" mi chiese Peter affiancandomi,
"Mi madre" sussurrai,
"Non ci posso credere, deve essere davvero fantastica, come si chiama?" parlò questa volta Ned,
"Leila..." dissi mordendomi il labbro.
Iniziai a fissare il vuoto, rividi mia madre cadere atterra con quella lancia infilata nel petto, rividi quegli esseri ripugnanti, rividi tutto come se fossi di nuovo lì.
"Emma, tutto bene?" sentii la voce di Peter come in lontananza.
Calde lacrime mi stavano scendendo sulle guance, mi alzai di scatto, e iniziai a correre.
Non so perché lo feci, forse volevo semplicemente andarmene, scappare da tutto, da tutti i miei ricordi.
Corsi fino ad uscire dalla scuola, andavo veloce probabilmente stavo usando il mio 'potere' senza accorgermene, non sapevo neanche io dove andavo.
Mi imbucai in un vicolo e mi appoggiai al muro e iniziai a pensare quanto ero stata stupida.
"Emma, aspetta" sentii Peter chiamarmi, era davvero riuscito a starmi dietro?
"Che hai?" disse avvicinandosi a me e mettendomi una mano sulla spalla.
"Mia mamma...lei...lei è morta, poco meno di un mese fa" dissi cercando di smettere di piangere,
"Noi non lo sapevamo scusaci"
"No, è colpa mia, non dovevo scappare" parlai cercando di non guardarlo negli occhi, non mi piaceva essere vista mentre piangevo.
"È normale, sai io ho sempre vissuto con i miei zii, un giorno spararono a mio zio, lo vidi morire sotto i miei occhi, quindi so cosa vuol dire, anche io provavo ad andarmene da i miei ricordi, dal passato, ma sai è quello che ci rende ciò che siamo" disse con maliconia, poi fece una cosa inaspettata: mi abbracciò, io ci misi un po' per ricambiare ma quando lo feci mi sentii tra le braccia di qualcuno che poteva capirmi.
"Ascolta la prossima volta non andartene, se vuoi noi ci siamo per aiutarti" mi sussurró all'orecchio.
Quando ci staccammo mi asciugai velocemente le lacrime.
"Ti va se torniamo indietro? Ned in questo momento ci starà maledicendo" disse Peter,
"Che cosa abbiamo adesso?" chiesi sospirando,
"Credo economia"
"No ti prego, io proprio non la capisco" dissi appoggiandomi contro il muro.
"Che ne dici se stiamo qua per un altro po' e poi magari potremmo 'casualmente' fare troppo tardi" disse alludendo al fatto di saltare l'ora di economia.
"Va bene" dissi sorridendo.
Restammo lì per un po' di tempo e parlammo, avevo notato che voleva farmi ridere probabilmente per dimenticare le lacrime versate precedentemente, era una cosa divertente ma allo stesso tempo molto dolce.
Quando ci riavvicinammo a scuola vidimo Ned in lontananza che ci fulminava.
"Dove vi eravate cacciati?" disse una volta che ci ebbe raggiunti,
"Scusa" parlò Peter guardandolo con aria innocente.
"Io è meglio che vado" dissi sentendo in lontananza il rombo della moto di Natasha.
Poco prima che potessi incamminarmi sentii delle sirene della polizia.
"Io vado" disse Peter correndo velocemente dopo aver sentito quei suoni, fu una cosa parecchio strana.
Ned prima che io me ne andassi iniziò a ridere in modo nervoso.
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Heroes // Peter Parker - Avengers
Fanfiction"Mi chiamo Emma, ho 18 anni terrestri, il pianeta Líkos è il pianeta dove sono nata, ma per quanto possa ricordare ho sempre vissuto ad Asgard. Sono una mezzosangue metà umana e metà Líkante" Dissi ansimante, era come una poesia che mi ripetevo più...