Tanto dolore, Peter, l'aria che mi passava veloce sul viso e poi il buio.
Mi svegliai per colpa dei raggi del sole che mi arrivavano dritti in faccia, mi alzai a sedere strofinando gli occhi cercando di vedere quello che mi stava attorno.
Mi ritrovai su un promontorio erboso, avevo i capelli che mi cadevano sulle spalle e portavo una leggera tunica bianca ed ero scalza; mi alzai in piedi non capendo dove mi trovavo.
Ero contornata da erba, fiori e alberi, il sole era alto in cielo, potevo sentire lo scroscio di un ruscello, e in lontananza sentii le voci di delle persone, cosí scelsi di avviarmi in quella direzione.
Più camminavo più mi sembrava di essere in un paesaggio onirico, tutta quella bellezza non poteva essere reale, ma fui quasi certa di star sognando quando, lontano, su un'altalena attaccata a un ramo di un albero scorsi la figura di una donna dai capelli biondi intenta a guardare il cielo.
"Mamma!" urlai, la donna si girò e potei vedere il suo sorriso candido dalla distanza in cui mi trovavo.
Cominciai a correre, corsi più veloce che potevo fino a finire tra le braccia della donna, la strinsi forte cercando di capire se fosse reale o no, mentre calde lacrime di gioia mi solcavano le guance.
"La mia piccola guerriera" sussurró Leila sorridendo tra i miei capelli,
"Noi dove...tu...eri morta...é impossibile che...almeno che anche io non sia..." iniziai a ragionare con le mie mani sulle spalle di mia madre, studiandola in ogni minimo dettaglio, era uguale a come era sempre stata, forse un po' più raggiante,
"Siamo in un luogo di riposo per i guerrieri" rispose con un sorriso,
"E tu non sei morta, o almeno non del tutto, se è questo quello che ti chiedi" continuò poi,
"In che senso?" chiesi confusa,
"Ora non ha importanza, finché posso voglio passare del tempo con te" rispose sorridendomi e mettendomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, io rimasi interdetta da quella risposta ma preferii tenermi le mie domande per dopo.
"Ogni tanto ti osservo lo sai? Sei cresciuta" disse mia mamma sorridendomi mentre camminavamo verso un villaggio, in quel momento pensai a tutto quello che avrebbe potuto vedere, a Stark, gli Avengers e avampai visibilmente quando pensai che avesse visto anche Peter, lei sembrò capire infatti rise piano facendomi distogliere lo sguardo.
"Quel giorno in cui ti ho detto di trovare tuo padre, non pensavo che ci fossi rimasta a vivere da lui" disse di punto in bianco,
"Cosa intendi dire?" chiesi corrugando le sopracciglia,
"Sai per quel che l'ho conosciuto e per quanto fosse bello, non mi è mai sembrato una persona capace di avere una famiglia, aveva il viso imperscrutabile, gli piaceva vivere la vita e essere famoso, non avrei mai pensato che sarebbe riuscito a 'crescerti' per quasi un anno per questo ho preferito non fartelo conoscere" rispose con un sorriso quasi amaro,
"Come vi siete conosciuti?" chiesi continuando a camminare al suo fianco,
"Ero giovane e curiosa di capire di cosa ci fosse oltre a quei due pianeti che avevo conosciuto: Lìkos e Asgard, così andai sulla terra, vagai un pò fino a sera, era tutto così animato.
Non so in che modo ma riuscii ad entrare in un palazzo dove c'èra una festa, ed è lì che lo incontrai, era più grande di me ma era anche gentile con me anche se si capiva che aveva un'alta considerazione di se, e questo ogni tanto lo rendeva snervante.
Mi offrì qualche drink, anche se noi lìkanti non possiamo ubriacarci a causa della nostra guarigione, li accettai volentieri.
Passammo tutta la notte insieme, e poi successe quel che successe" terminò di rispondermi, guardando sempre davanti a se come se cercasse di afferrare un ricordo lontano.A forza di camminare arrivammo in un villaggio pieno di persone che si riversavano in strada.
"Ora è sposato, lo sai?" chiesi,
"Lo so tesoro, è cambiato in meglio" disse sorridendo.Entrate del tutto nella cittadina continuò a esserci un surreale clima pacifico.
Incrociai lo sguardo di molti guerrieri che riconobbi, alcuni famosi, altri invece erano sotto la guida di mia mamma quando erano in vita.
Mi squadrarono un pò tutti probabilmente perché ero la persona più piccola arrivata là fino a quel momento."Mamma ma io non sono un soldato come te, perché sono qui?" chiesi continuando a guardarmi intorno,
"Piccola tu hai lottato molto più di quanto pensi, hai faticato per entrare nel cuore di tuo padre, hai combattuto per difendere le persone a cui tieni e anche persone a te sconosciute, sei dovuta entrare in una realtà diversa dalla tua di punto in bianco e contemporaneamente hai dovuto superare la morte di una persona a te cara, hai combattuto tanto per una ragazza della tua età, sono fiera di te tesoro" mi rispose accarezzandomi i capelli, a quelle parole persi qualche battito e nascosi il più possibile il viso.
"Dove stiamo andando?" chiesi cambiando argomento, notando solo in quel momento che mia madre andava spedita come se avesse una meta in mente,
"Da una persona che può aiutarti" rispose, anche se non capii realmente quello che intendeva non feci domande.Camminammo ancora un pò, mano nella mano, fino ad arrivare davanti a una piccola casa piena di piante stravaganti interrate intorno.
Mia madre bussò alla porta e poco dopo venne ad aprire una donna anziana , indossava una tunica stravagante piena di decorazioni colorate e portava un paio di occhiali che le facevano sembrare gli occhi enormi.
"Sapevo che sareste arrivate, entrate care" disse dopo avermi squadrato per bene, io lanciai un'occhiata interrogativa a mia mamma che lei non ricambiò trascinandomi dentro la casa.
"Lei deve fare la sua scelta, giusto?" chiese con voce gracchiante la donna a mia madre,
"Si, esatto" rispose sospirando lei,
"Nel caso tornasse indietro la devo lasciare dov'è?" chiese la signora armeggiando con qualche erba,
"Si" rispose Leila continuando ad osservarla,
"Scusate, io sono ancora qui, qualcuno mi spiega cosa succede?" esclamai passando lo sguardo tra le due donne,
"Ascoltami tesoro, tu non sei morta come ti ho già detto prima, ma sei in coma, stai camminando su un filo da una parte hai la morte, se la sceglierai, potrai rimanere qua, dall'altra hai la vita, se deciderai di aprire gli occhi potrai continuare a vivere la tua vita insieme a tuo padre e ai tuoi amici" mi disse mia mamma con gli occhi lucidi, prendendomi per le spalle,
"Cosa? Aspetta, in che senso decidere?" chiesi con l'ansia che iniziava a salire,
"Si, sarai tu a decidere quello che vuoi fare e Merida - indicò la donna - ti aiuterà, e ricorda che qualsiasi scelta farai io sarò con te, perché sicuramente farai la scelta giusta" rispose sorridendomi e facendo brillare i suoi occhi di giallo, e lo stesso feci io, imitandola.
"Allora?" mi chiese con occhi compassionevoli Merida,
"Ho deciso" risposi, dopo averci pensato a lungo.Mi fece sedere su una vecchia poltrona e la donna si inginocchiò di fronte a me, mi fece aprire la bocca e mi diede una polvere grigia, mi irrigidii all'improvviso e il cuore mi batté velocemente, i miei occhi si illuminarono.
"Ora pensa a ciò che vuoi fare" riuscii a malapena a percepire la voce della donna.
Incrociai gli occhi di mia madre, lei mi sorrise e poi venni sommersa dall'oscurità.
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Heroes // Peter Parker - Avengers
Fanfiction"Mi chiamo Emma, ho 18 anni terrestri, il pianeta Líkos è il pianeta dove sono nata, ma per quanto possa ricordare ho sempre vissuto ad Asgard. Sono una mezzosangue metà umana e metà Líkante" Dissi ansimante, era come una poesia che mi ripetevo più...