15.

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Passarono un po' di giorni da quando a scuola mi avevano visto scendere dalla moto di Steve, le voci sulla questione si erano un po' placate, probabilmente perché l'attenzione degli studenti ora era puntata su un fatto accaduto due giorni fa in aula di chimica, ovvero che un ragazzo aveva fatto esplodere una miscela.
Ma, ogni volta che camminavo per i corridoi, sentivo quel tipico prurito alla base del collo che mi viene quando qualcuno mi osserva di nascosto.

"Dai Emma muoviti, faremo tardi a lezione" mi spronò Peter al mio fianco, mentre prendevo i libri dall'armadietto,
"Si, si, arrivo" dissi facendo tutto lentamente, visto che la lezione che avremmo dovuto affrontare era economia e io non ci andavo molto d'accordo.
Peter, probabilmente, non era della mia idea, infatti mi prese per un polso e mi trascinò di corsa per i corridoi, sentii qualche sguardo addosso, ma ci feci poco caso.
Arrivati davanti alla porta il ragazzo si fermò di colpo, si girò verso di me, e mi sembrò che si guardasse intorno, ma non ne fui sicura perché un secondo dopo mi diede un veloce bacio sulle labbra.
"Perché?" sussurrai, guardandolo con espressione confusa, lui fece spallucce ed aprì la porta per poi entrare.
"Per Odino" sussurai, alzando gli occhi al cielo, per poi entrare nell'aula.
Riuscirò mai a farmi dare una risposta concreta da quel ragazzo?

La lezione fu noiosa, capii giusto un quarto degli argomenti che la professoressa aveva spiegato, e credo che per venti minuti io mi sia anche addormentata, ma, dai, non è colpa mia se mettono una materia del genere alla prima ora.
Una volta uscita dalla classe mi avviai verso quella di letteratura.
Nel complesso la giornata prosegui abbastanza bene fino alla pausa pranzo.
Entrai in mensa con i miei due amici e mangiammo, poi ci avviammo verso il cortile visto che tutti e tre, dopo una pausa, avremmo dovuto avere ancora una lezione.
Peter e Ned si sedettero all'ombra di un albero, io li seguii, stendendomi, con la testa poggia sul mio zaino.
Era tutto tranquillo, troppo tranquillo.
"Hey tu, ti devo parlare" ecco appunto, con i suoi tacchi, Eleonor, camminava verso di noi.
"È vero che conosci Captain America?" mi chiese in modo diretto, cosa che mi sorprese parecchio,
"Sono solo voci" risposi decisa, non muovendomi dalla mia posizione,
"E poi anche se fosse non ne parlarei a te" continuai,
"Posso parlarti in privato?" chiese dal nulla, lasciandomi interdetta, ma alla fine mi alzai.
Peter mi guardó preoccupato, prendendomi per un polso come a volermi trattenere, io gli sorrisi, rassicurandolo, e lui mi lasciò andare, rilassandosi.
"Cosa vuoi?" chiesi schietta a Eleonor,
"Sarò diretta con te, sono la nipote di Pepper Potts, mia mamma è sua sorella, e il Signor Stark ha invitato a cena la mia famiglia tra qualche giorno per conoscerci, semplicemente non voglio ritrovarmi sorprese come te in giro" disse acida,
"Vedrai sul momento se avrai una sorpresa oppure no" le risposi, per poi voltarmi e lasciarla in piedi ad osservarmi.
"Tutto bene?" mi chiese Ned una volta che ripresi la mia posizione,
"Diciamo di si" dissi, chiudendo gli occhi,
"Solo, Eleonor tra qualche giorno avrà una sorpresa" continuai, non so che espressione era in pressa sul viso dei ragazzi ma suppongo abbastanza stupida.

Finita anche la lezione di matematica mi avviai verso la Stark Tower, a metà strada incontrai Nat che si offrì per accompagnarmi.
Appena arrivata salutai tutti per poi fiondarmi in camera a fare i compiti.
"Emma è da un po' che non ci alleniamo che ne dici se andiamo in palestra oggi?" chiese Steve entrando di colpo in stanza, mentre ero nel bel mezzo di una lettura,
"Giusto, ho dimenticato di bussare" continuò poi, io risi rassicurandolo e dicendogli che appena finito sarei andata volentieri insieme a lui.

Finito tutto mi avviai verso l'armadio e presi un paio di pantaloni della tuta e una canottiera sportiva, poi misi le scarpe e mi legai disordinatamente i capelli.
Dopo aver trovato Rogers in giro per la Stark Tower, ci avviammo insieme in palestra e una volta lì iniziammo ad allenarci.
Iniziò prima a farmi prendere a pugni un sacco da boxe, finché con un colpo troppo forte lo feci cadere dal soffitto.
Poi iniziammo a combattere noi due, ma ormai lo conoscevo: conoscevo le sue mosse e lui conosceva le mie, e anche se lui era "grosso" di statura, io avevo una forza sovrumana e quindi era difficile decretare un vincitore in questo scontro.
Ci fermammo per riprendere fiato e sentii la presenza di Natasha dietro di me, ma quando era arrivata?
"Provo io a battermi con lei" disse avvicinandosi.
Era la prima volta che si proponeva, anche se l'avevo già vista combattere ed è parecchio brava.
Si mise davanti a me, prendendo il posto di Steve.
Lei si avventò su di me velocemente, i primi colpi li evitai, poi quando cercó di tirarmi un calcio, la presi per una caviglia e la buttai a terra.
Si rialzò velocemente, e mi rifilò qualche pugno e lo stesso feci anche io, fino a quando non riuscì a buttarmi a terra bloccandomi con il suo corpo, per liberarmi la spinsi via con i piedi e con le mani, atterrò di schiena poco lontano da me.
Con un balzo mi fiondai su di lei, bloccandola.
"Brava" disse alzandosi e sorridendomi,
"Non c'è l'hai con me vero?" chiesi,
"Ma cosa? No, certo che no" rispose incamminandosi verso l'uscita della palestra, un po' dolorante.
Uscii anche io, ma venni fermata di colpo da Tony, aveva un aspetto trasandato, portava dei pantaloni di una tuta e una canottiera nera, e aveva i capelli scompigliati.
Mi fece strano vederlo così, visto che ero abituata a vederlo tutto tirato a lucido.
"Vieni ho una sorpresa" mi disse solamente, con il fiatone di chi a corso per tutta la Stark Tower,
"Okay..." risposi incerta.

Mi scortò fino al suo laboratorio dove mi mostrò una tuta aderente completamente nera, "L'ho progettata io, è molto simile a quella di Nat, ma a differenza della sua asseconda qualsiasi cambiamento del tuo corpo durante le varie trasformazioni, e al posto della federa per la pistola, nella cintura, c'è quella per un pugnale.
Ah, giusto, ho messo anche del tessuto anti proiettile nella zona del cuore, si, in poche parole è per te" disse tutto d'un fiato, per poi guardarmi in modo quasi, preoccupato?
Toccai la tuta con le dita e la osservai in ogni minimo dettaglio, sembrava così leggera.
"Grazie" sussurai sorridendogli, lui sorrise sollevato dal riscontro positivo che aveva ricevuto da parte mia.
Aveva davvero passato una giornata intera se non di più, dedicandosi a una cosa per me?
Allora gli importava, magari non gli dispiaceva in fondo avere una figlia.
Magari voleva dirmelo in qualche modo, ma non era uomo da sentimentalismi, preferiva nascondersi dietro ad una corazza dura, e in questo io avevo preso da lui, sicuramente.

Coso Autrice:
Sono tornataaa.
Già non sono morta, ho scritto un capitolo, di merda, lo so, ma pur sempre un capitolo.
Giuro che i prossimi saranno migliori, perché ho parecchie idee anche se il problema rimane trascriverle, è sempre così.
Cooomunque, se il capitolo vi è piaciuto lasciate una ⭐ e se avete qualcosa da dirmi scrivete nei commenti o in privato.

Heroes // Peter Parker - Avengers Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora