bip. bip. bip.
Feci un respiro profondo e un forte odore di metallo bruciato mi colpì; la testa mi fece mele.
bip. bip. bip.
Provai ad aprire gli occhi ma non ci riuscii, sentivo ogni muscolo del mio corpo pesante ed intorpidito.
bip. bip. bip.
Girai lentamente la testa verso il suono e aprii piano gli occhi, sbattendoli più volte.
Delle macchine piene di strani disegni erano collegate al mio corpo attraverso dei piccoli tubicini.
Una scarica di adrenalina mi fece sedere di scatto e istintivamente staccai i fili dal mio corpo, facendo suonare ancora più le macchine al mio fianco.
Mi guardai intorno per capire dove mi trovavo: pezzi di metallo ovunque, strumenti, armature e Tony con i capelli spettinati e una tuta che si svegliava di scatto proprio in quel momento, a causa del forte rumore.
Provai ad alzarmi, ma sentivo i muscoli intorpiditi, non riuscivo a controllarli, e sarei anche caduta se Stark non mi avesse preso al volo.
Mi aiutò a tenermi in piedi e mi fece appoggiare sulla superficie dove ero precedentemente stesa.
"Ti sei veramente svegliata....oppure io sto sognando, sei dentro a un mio sogno?" chiese Tony incredulo squadrandomi dall'alto al basso,
"Sono quasi del tutto sicura di essere sveglia, ma dopo quello che mi è successo non sono più sicura di nulla" risposi sorridendo, Stark non capì e io gli feci cenno di lasciar perdere.
"Per quanto tempo sono rimasta...inconsciamente?" chiesi cautamente,
"Tre settimane, io pensavo che..." ma non finí la frase perché mi abbracciò, prendendomi alla sprovvista.
In quel momento mi venne da sorridere mentre mi stringeva a se.
In quel momento sentii dei passi,
"Tony che cos'è tutto questo trambusto?" chiese Steve scendendo le scale, facendo staccare me e mio padre,
"Oh porca troia, ti sei svegliata..." disse strabuzzando gli occhi appena mi vide, per poi venire verso di me,
"Il linguaggio Capitano" risposi sorridendo, mentre Steve mi abbracciava facendo alzare da terra.
Pian, piano tutti arrivarono nel laboratorio di Stark sentendo, probabilmente, il casino causato dai macchinari.
"Puoi spegnerli?" chiesi a Stark, mattendomi le mani sulle orecchie, Tony premette qualche pulsante e finalmente quel rumore assordante cessò, ma venne sostituito dalle domande e dalle attenzioni di tutti i presenti nella stanza.
Ma mi distrassi quando, grazie al mio udito, sentii dei passi sulle scale.
"Signor Stark, cosa sta..." Peter si fermò di scatto appena mi vide e io gli sorrisi di rimando, fece gli ultimi scalini di corsa per poi fiondarsi su di me e abbracciarmi,
"Parker attento che non mi reggono bene le gambe" dissi sorridendo,
"Ti tengo io" mi sussurrò stringendomi ancora di più a lui.
"Benissimo, tutti felici e contenti, ora voi due staccatevi" esclamò Tony separandoci,
"Ora tu devi riposare" continuò rivolto a me,
"Per favore trova una scusa migliore, sono stata stesa per quasi tre settimane, credi davvero che io voglia riposarmi?" chiesi in modo ironico,
"Almeno copriti un po'" disse riferendosi alle mie gambe scoperte,
"Come faccio a vestirmi se ho l'equilibrio di un ubriaco?" chiesi sorridendo,
"Ha preso il sarcasmo dal padre, Dio aiutaci tu" sussurrò Brouce facendo ridere i presenti nella stanza.Dopo una piccola ed inutile discussione, Stark mi aiutò ad arrivare in camera.
"Cosa pensi di fare adesso?" chiese Tony una volta che fui seduta sul mio letto,
"Voglio fare una doccia" dissi,
"E anche tu ne avresti bisogno" continuai facendo sbuffare l'uomo davanti a me,
"E come pensi di fare, visto che cadi un passo si e l'altro pure?" chiese alzando un sopracciglio,
"Guarda che io mi sento già meglio" risposi dondolando le gambe,
"Fai come vuoi ragazzina" disse Tony scuotendo la testa sorridendo leggermente,
"Sicuramente più tardi Capitan Ghiacciolo vorrà aiutarti con i tuoi muscoli" aggiunse prima di uscire, chiudendo la porta dietro di se.Io sono testarda e lo so, appena mio padre uscii dalla stanza non perdi tempo ad avviarmi, anche se con difficoltà, verso la doccia.
Mi misi sotto il getto caldo e chiusi gli occhi, facendo scivolare via tutto lo sporco, quando li riaprii mi sembrò di vedere la sagoma di mia madre che sorrideva, ma fu solo per un secondo.
Uscii dalla doccia e mi avvolsi in un asciugamano e mi misi davanti allo specchio per pettinarmi i capelli bagnati.
Il mio riflesso era diverso da come lo ricordavo, sembravo più grande rispetto a quando ero partita da Asgard.
È così strano come si possa cambiare così tanto in un anno, passare sempre davanti allo stesso specchio, e non accorgersene.
Mi avvicinai ancora un po' al riflesso, i miei capelli biondo cenere e i miei occhi verdi, ricordano così tanto quelli di mia madre, invece i miei lineamenti duri ricordavano tanto quelli di mio padre.
Lasciai la spazzola sul lavandino e andai a vestirmi, rischiai di schiantarmi al suolo un paio di volte ma riuscii nella mia 'impresa'.
Come predetto da Stark arrivò Steve che volle a tutti i costi aiutarmi, non accettando un 'no' come risposta.Coso Autrice:
Scusatemiiii giuro mi dispiace per questo mese d'assenza, ma ho avuto tantissime verifiche e tanti allenamenti, visto che ho avuto una gara molto importante.
Cercherò di aggiornare il prossimo capitolo al più presto.
Scusatemi ancora.
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Heroes // Peter Parker - Avengers
Fanfiction"Mi chiamo Emma, ho 18 anni terrestri, il pianeta Líkos è il pianeta dove sono nata, ma per quanto possa ricordare ho sempre vissuto ad Asgard. Sono una mezzosangue metà umana e metà Líkante" Dissi ansimante, era come una poesia che mi ripetevo più...