A causa dei giornalisti non riuscii ad uscire di casa per parecchi giorni, pensavo che potesse essere una cosa bella visto che non andavo a scuola, ma non fu così, dopo un po' stare lì divenne una prigione, certo molto grande, ma pur sempre una specie di prigione.
A scuola, invece, non si faceva altro che parlare di ciò che era successo alla Stark Tower, la notizia si era diffusa sui giornali e le tv di tutto il mondo.
"Hai sentito anche tu che gli esperti, dopo aver controllato il luogo di battaglia, hanno costato che c'erano anche segni di graffi sui corpi degli alieni, che non appartengono a nessuna delle armatura degli Avengers?" disse la mia vicina di banco alla sua amica, seduta davanti a lei,
"Cosa? davvero?" chiese stupita l'altra,
"Si, sono seria, è per questo molti pensano che stanno nascondendo qualcosa, magari una persona o un'animale" parlò eccitata dalla situazione, la mia compagna.
"Oh cazzo" imprecai sottovoce,
"Linguaggio" sentii dire a Peter seduto in uno dei due banchi difianco al mio,
"Ti sembra questo il momento di imitare il Capitano?" chiesi, guardandolo male.
Lui semplicemente rise, io gli tirai una matita, che purtroppo lui fermò con i suoi riflessi.
Poco dopo, fortunatamente, suonò la campanella, dico fortunatamente perché se non avrebbe smesso di ridere, Peter, si sarebbe ritrovato tutto il mio astuccio addosso.Dopo un'altra ora, io, Peter e Ned, fortunatamente ebbimo una pausa.
Ci mettemmo in un angolo del cortile, dove diversi ragazzi giocavano a calcio.
"Parker" sentimmo dire alla voce di Flesh, il ragazzo affianco a me fece in tempo a voltarsi, che vide una pallonata arrivargli dritta in piena faccia, lui riuscì a scostarsi, ma il colpo andò a prenderlo alla spalla ferita.
Lui gemette dal dolore, i punti si erano riaperti, infatti sulla maglia si stava espandendo pian, piano una chiazza rossa.
"Sei un idiota" urlai a Flesh, tirandogli in faccia la palla, un po' troppo forte forse, ma se lo meritava.
"Ned aiutami a portarlo in un posto più isolato" io e il mio amico, riuscimmo ad alzare Peter e lo portammo dall'altro lato del cortile.
Lo facemmo sedere e io gli alzai la maglia,
"Hai dei fazzoletti?" chiesi frettolosamente a Ned,
"Si, si, ecco" disse porgendomeli,
"Adesso tu devi farmi il favore di prenderne un po', e appena tolgo la benda devi premere sopra la ferita, okay?" spiegai, lui fece cenno di aver capito, e così fece.
Io intanto misi le mani intorno al viso di Peter, e iniziai a togliergli il dolore, come avevo fatto qualche sera fa.
Potevo sentire quanto sofferenza gli aveva causato quel colpo.
Quando ruppi il contatto mi massaggiai la spalla, dove ancora sentivo un po' del dolore preso.
Il sangue, grazie a Ned si era fermato; feci girare la testa di Peter verso di me e lo guardai negli occhi,
"Come stai?" chiesi mordendomi un labbro,
"Prima o poi riuscirò a salvarti io invece che il contrario" disse piano sorridendomi,
"Sei uno stupido" risposi ridendo.
"Tu. Perché non mi hai detto quello che ti era successo?" chiese Ned, con un finto broncio sul viso,
"Scusa" disse Peter,
"Voi due dovete smetterla di passare così tanto tempo insieme" sussurró il ragazzo di colore,
"Noi non-" provai a dire, ma venni interrotta da Parker,
"Che ne dici se oggi pomeriggio facciamo un giro tutti e tre insieme?" chiese quest'ultimo rivolto a Ned,
"Va bene"
"Tu come fai a pensare lucidamente, dopo tutta l'ondata di dolore che hai patito" chiesi guardandolo sorpresa, lui fece spallucce.La giornata scolastica finì e io, Peter e Ned ci avviamo all'uscita.
Una volta fuori dall'edificio mi fermai di scatto.
"Non può essere" sussurai guardando guardando l'enorme macchina dai vetri oscurati, che riconobbi come quella di Stark.
Molti ragazzi che uscivano da scuola si avvicinavano a guardare l'auto, con la mia stessa espressione.
"Oh mio dio, quella è la macchina di Tony Stark? E c'è lui dentro?" chiese Ned eccitato,
"Abbassa la voce" dissi colpendoli un braccio.
"Credo che io debba andare" parlai poi,
"Ci vediamo dopo" dissi riferendomi ai due ragazzi.
Mi avviai verso l'auto con gli sguardi sorpresi dei miei compagni puntati addosso.
Appena chiusi lo sportello mi girai e guardai in malo modo Tony,
"Che c'è?" chiese lui,
"Dovevi proprio farlo? Cioè dovevi proprio venire a prendermi con una macchina che non passa sicuramente inosservata?" dissi io gesticolando,
"Certo" rispose lui ovvio,
"Perché?" chiesi sospirando,
"Se no come tornavi a casa?" disse lui.
Io mi sbattei una mano sulla fronte e mi appoggiai al sedile.
Casa, Tony l'aveva appena chiamata casa, io quella parola l'avevo sempre associata all'umile dimora che si trovava su Asgard, ora invece era l'enorme Stark Tower la mia casa?
Lo stridere delle gomme sull'asfalto mi risvegliò dai miei pensieri.
La macchina si era fermata, eravamo arrivati.
Salimmo al piano superiore e io mi avviai verso la mia stanza per fare i compiti.Prima di uscire mi cambiai la felpa e ne misi una grigia senza cappuccio e dall'armadio presi anche un cappello nero di lana.
"Esco" urlai sullo stipite della porta,
"Con chi?" sentì dire a Tony,
"Dove?" chiese Steve,
"Cosa fai?" disse Thor,
"Tutto ciò è parecchio inquietante" parlai guardandoli con le sopracciglia agrottate, per poi uscire senza dare una risposta a nessuno dei tre.
Io, Ned e Peter avevamo deciso di vederci in un parco non tanto distante dalla scuola, si può sembrare infantile, ma era un posto isolato e c'era calma.
Salutai entrambi e ci avviamo per sederci su una panchina, parlammo un po' del più e del meno mentre osservavamo i ragazzini che giocavano.
"L'altalena!" dissi eccitata,
"Abbiamo portato anche noi una bambina" disse Peter a Ned.
Corsi verso il gioco, mi sedetti e iniziai a dondolarmi.
A un certo punto sentii le mani di Peter posarsi sui miei fianchi per spingermi.
Guardai verso l'altro e chiusi gli occhi, con il vento che fischiava e mi passava tra i capelli, sembrava di volare.
La risata di Ned mi riporto alla realtà e mi fermai per scendere.
Passammo un pomeriggio spensierato senza pensare a tutti i segreti che dovevano mantenere, come se fossimo dei ragazzi qualsiasi.Quando arrivò l'ora di tornare a casa salutai i ragazzi a malincuore.
Entrai nella Stark Tower e salii qualche piano per andare a mangiare insieme agli altri.
"Hai passato un bel pomeriggio?" mi chiese Natasha,
"Si Nat" dissi sedendomi a tavola.
Alzai lo sguardo e incrociai quello di Tony che mi sorrise ed io ricambiai.Coso Autrice:
Sono riuscita ad aggiornareee.
Vi prego non odiatemi per tutto il tempo che ci ho badato *schiva lance e forconi*
Comunque se il capitolo vi è piaciuto lascieresti una ⭐ e se avete qualche consiglio scrivete nei commenti
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Heroes // Peter Parker - Avengers
Fanfikce"Mi chiamo Emma, ho 18 anni terrestri, il pianeta Líkos è il pianeta dove sono nata, ma per quanto possa ricordare ho sempre vissuto ad Asgard. Sono una mezzosangue metà umana e metà Líkante" Dissi ansimante, era come una poesia che mi ripetevo più...