-VENTIDUE-

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"Le mattine sono fatte per il caffè e contemplazione" diceva Jim Hopper, ma a quanto pare non è sempre così.
La vita di uno studente è sempre tragica.
Le sveglie strillano prestissimo, facendo un baccano terribile.
Il letto non aiuta, anzi quando stai per alzarti, diventa improvvisamente più comodo.
Il freddo dell'inverno ti costringe a restare sotto le coperte, e la pioggia a usare quei tremendi ombrelli che o, si dimenticano, o non si aprono e volano via con il vento.
Il sole è raro, a meno che non vivi a Los Angeles, o in una villa in spiaggia.
L'autobus è quasi sempre in ritardo e quando non lo è, lo sei tu.
I professori interrogano ogni volta senza preavviso, e le verifiche a sorpresa sono all'ordine del giorno.
Le uniche lezioni tranquille sono quelle pomeridiane, dove ti diverti perché le hai scelte tu.
I primi pensieri del lunedì ormai sono sempre questi, ma sento che questo sarà speciale.
Prima di tutto, c'è la settimana sportiva dunque non si fa lezione, e i rappresentanti degli studenti, hanno deciso di organizzare una riunione.
E poi, quel bigliettino con quella scritta.
Quel simpatico pezzetto di carta un po' rovinata, che profuma come lui.
Chissà cosa vorrà dirmi.

Cammino per i corridoi dell'istituto, diritta verso il mio armadietto, che con il tempo è diventato un po' più accogliente.
Ho attaccato delle foto delle cose che amo, giusto per personalizzarlo e renderlo diverso.
Peccato che non si possa dipingere all'esterno, sarebbe ancora più speciale.
Saluto i ragazzi, ma tra di loro non vedo i ricciolini neri.
<<Finn?>> chiedo
<<Non lo so.>> risponde Caleb.
Hanno tutti la faccia indifferente, come se sapessero ma sono costretti a non dire nulla.
<<Aveva da fare.>> alza le spalle Millie.
Annuisco ed esco in giardino insieme a loro.
L'aria di primavera comincia a farsi sentire.
L'erba comincia a diventare di un verde chiaro sempre più acceso.
Le foglie, iniziano a ricrescere sugli alberi spogli, ma non più innevati.
Oggi la partita di tennis, si terrà nei campi fuori dalla scuola.
Anche se non me e intendo, mi siedo negli spalti per assistere all'incontro, mentre osservo la squadra delle cheerleaders che urlano e fanno strane acrobazie.
Non ho ancora preso parte alle lezioni, ma penso comincerò questa settimana.
I capelli biondi di Courtney, svolazzano nel vento e tutti quanti non le staccano gli occhi di dosso, eccetto i miei amici, che non fanno altro che prenderla in giro.
Se solo lo sapesse, penso saremo tutti morti.
Scaccio via tutti i pensieri drammatici che mi passano per la testa, e mi chiedo che starà facendo Finn ora.
Decido di mandargli un messaggio, ma non ottengo risposta. Peccato, avrei voluto sapere dove si trova.
La giornata passa velocemente anche se ho sentito davvero la mancanza del ricciolino.

Oggi la lezione di teatro non si è tenuta per via delle partite, e, siccome non ho potuto sfogarmi in altro modo, come torno a casa, decido di cantare.
Non sono molto brava ma mi piace tanto.
Faccio i compiti.
Studio e schematizzo ogni cosa per programmarmi la settimana.
Adoro fare queste cose, solo che la maggior parte delle volte mi dimentico di seguirlo.
Senza rendermene conto, sono quasi le 7:00pm, e mi preparo per andare a Central Park.
Decido di vestirmi normalmente, non tanto elegante, anche perché non so cosa mi aspetta.
Raccolgo i capelli da un lato, ed esco di casa con le cuffiette nelle orecchie.
Adoro isolarmi dal mondo con la musica, e osservare il panorama che mi circonda, godendomi quelle note che risuonano nella mia testa.

Come arrivo, noto una piccola candela con delle margherite per terra.
Mi avvicino lentamente, e raccolgo qualcuno dei miei fiori preferiti.
La candela profuma di vaniglia, l'odore più buono di sempre.
Alzo la testa, e noto delle piccole lucine dorate, appese ai rami, e un altro piccolo bigliettino legato con un nastrino.
"Gli occhi al cielo, e sogna in grande. Mi troverai nel posto più alto, dove si può spiccare il volo. F"
Sorrido e capisco.
L'Empire State Building.
L'unico problema è come arrivarci.
Una macchina nera si ferma davanti a me, e un ragazzo scuro scende da essa.
<<Signorina Abigayle?>> dice
Rido per la serietà di Caleb.
Rispondo di si e mi lascio aprire lo sportello, per poi buttarmi dentro.
In poco tempo mi ritrovo davanti al palazzo, dove mi aspetta Gaten.
Mi fa salire sull'ascensore e mi porta fino all'ultimo piano, dove dalle vetrate, si può ammirare la città.
Le porte si aprono e mi fa un sorrisetto, poi preme il tasto "0", e torna giù.
Rimango sola ma incantata da cosa vedo.
Continuo a sorridere per tutte le piccole margherite che decorano la stanza, e il ricciolino, che con la chitarra, comincia a suonare.
<<When I see your face
There's not a thing that I would change, 'cause you're amazing,
Just the way you are.
And when you smile,
The whole world stops and stares for a while,
'Cause girl you're amazing,
Just the way you are.>>

"Just the way you are".
Semplicemente una delle mie canzoni preferite, se non la prima.
Piccole lacrime cominciano a scendere, rigandomi le guance rosee per il fard, ma le asciugo con le mani.
Mi aveva appena dedicato una canzone.
Finn Wolfhard.
Come finisce, applaudo, mentre lui fa un piccolo inchino e si avvicina.
<<Beh, sembra ti sia piaciuto.>> ride
<<Potevi fare di meglio.>> ci scherzo su.
Mi lascia un piccolo bacio, e io lo abbraccio.
Si allontana da me, poco dopo.
<<Mi sono dimenticato di fare la cosa per cui ti ho fatta venire.>> prende un piccolo braccialetto dalla tasca, con una margherita in rilievo, sopra.
<<Ti va di essere la mia ragazza?>> ha la voce che trema.
Sbatto gli occhi un paio di volte, giusto per realizzare cosa stava succedendo.
<<Ma non ci conosciamo da molto.>> dico
<<Penso che tu mi conosca abbastanza, così come ti conosco io.
La prima volta che ti ho vista, quando mi hai urlato al negozio di bricolage, mi sono subito innamorato di te. Non ho fatto altro che dire a Noah , quanto eri carina, e lui alzava gli occhi al cielo. L'ho torturato poverino. Poi, come ti ho vista a scuola, non potevo crederci. Eri davvero tu, e allora non ci ho visto più. Sai, ieri parlavo di questo con tuo padre e stamattina non sono venuto a scuola perché volevo che fosse tutto perfetto.>>
<<Non so che dire, davvero. E' tutto così meraviglioso!>>
<<Quindi?>>
<<Quindi si, che domande.>> rispondo continuando a far scendere quelle piccole goccioline trasparenti.
Mi bacia, e poi prendendomi per i fianchi mi fa roteare, facendomi girare la testa.
<<Mi hai reso il ragazzo più felice del mondo.>> sorride.
<<E tu hai realizzato un sogno.>> rido
Rimaniamo a osservare il panorama della grande città al buio.
Le luci dorate dei palazzi sono bellissime.
<<Ti amo.>> mi da un piccolo bacio sulla fronte.
Forse non sono pronta a sentirmi dire una frase simile.
Forse sono ancora piccola per comprendere cos'è l'amore.
Invece credo ormai di averlo capito.
Ora quella parola corrisponde solo al suo nome.
Finn.
<<Anche io.>> rispondo mentre continuo a sognare, guardando la Grande Mela, pian piano spegnersi nella notte.

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1.23K?
Non riesco ancora a realizzare.
Grazie mille davvero❤
Non so come sia il capitolo, non penso sia molto carino.
Ditemi cosa ne pensate.
Sono ben accetti consigli e critiche😙
Buona Notte e buon inizio settimana❤
Ilaria🌼

Close your eyes|| Finn Wolfhard Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora