-TRENTUNO-

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Mi ritrovo in una stanza bianca e desolata.
Non c'è nessuno, solo io.
Il letto accanto al mio è vuoto.
Vedo qualche luce da sotto la porta chiusa.
Mi guardo le braccia; hanno dei piccoli tubicini attaccati.
In uno c'è avvolto un braccialetto di carta, con su scritto il mio nome.
Sono in ospedale.
Rabbrividisco.
Non ricordo nulla.
Devo aver battuto la testa o roba simile.
Muovo i piedi dentro le lenzuola.
Sono molto stanca, non riesco nemmeno a tenere gli occhi aperti.
Non sento nessun movimento,ma ho la sensazione che qualcuno stia entrando, senza capire di chi si tratti.
<<Ab?>>riesco a sentire ad un tratto.
Apro leggermente gli occhi, ma le ciglia rimangono un po' impigliate.
<<Finn...>> è l'unica cosa che farfuglio.
Sono un po' scossa; non capisco cosa faccia qui e perché mi pulsino le tempie.
Sto per impazzire.
Ho bisogno di abbracciarlo,ma non posso.
Sono legata a questa strana macchinetta sul lato destro del letto, e l'unica cosa che riesco a fare, è muoverei piedi e bisbigliare qualche parola.
Sono scomoda, non dormo mai a pancia in su.
Si avvicina comunque, mi prende una mano e mi dice di riposare.
Annuisco e crollo.
Voglio solo dormire.

Mi sveglio d'improvviso,senza sapere che ora sia.
Volto leggermente il viso verso la finestra.
C'è luce.
E' mattina, e i caldi raggi del sole, accarezzano le mie guance.
Devo andare in bagno, ma non ho le forze di alzarmi da qui.
Giro la testa verso l'altra parte della stanza
Noto una piccola testa riccioluta.
Sorrido, a fatica ma sorrido.
Sono più indolenzita rispetto a ieri.
Riesco a muovere una mano, e la sposto leggermente sui suoi capelli.
Li accarezzo delicatamente ma sembra dormire beatamente, senza accorgersene.
È restato qui tutta la notte.
Senza lasciarmi.
La porta si apre di scatto e quasi sobbalzo per lo spavento.
Mia madre sorride nel vedermi sveglia e corre verso di me.
Mi saluta, e poi sveglia Finn.
Si stropiccia gli occhi e sbadiglia.
Guarda l'orologio.
<<Ma che... è mezzogiorno!?>> quasi strilla.
<<Tranquillo va tutto bene. I tuoi sanno che sei qui.>> risponde lei.
<<Oumh, okay. Ab, come stai?>>
Si alza dalla sedia e si sgranchisce le gambe.
<<B-bene penso.>> balbetto.
<<Meglio cosi tesoro. Ora chiamiamo il dottore così ti fai spiegare bene cosa ti è successo.>> risoponde mia madre.
Annuisco.
Bussano alla porta.
Finn va ad aprire.
Li vedo.
Sono in gruppo e tengono dei fiori in mano.
<<Abby!>> gridano in coro.
Non vedevo l'ora di vederli.
Gaten.
Caleb.
Millie.
Sadie.
E infine, l'ultima persona che avrei mai pensato che venisse a trovarmi.
Noah.
Lo guardo con disprezzo, anche se lui sembra contento di vedermi.
Che falso.
Le ragazze vengono subito ad abbracciarmi e a mettere i fiori in un piccolo bicchiere sul tavolino.
I ragazzi salutano prima Finn, e parlano con lui, poi si avvicinano a me.
L'infermiera fa uscire mia madre e mi porta il pranzo.
La pasta, se si può chiamare così, galleggia in una brodaglia disgustosa.
Guardo il piatto con un'espressione schifata, ma mangio comunque.
Sto morendo di fame.
I ragazzi mi guardano un po' straniti.
<<Ragazzi, ho fame, non posso non mangiarlo.>> ingoio a fatica.
<<Menomale che ti abbiamo portato questi...>> Millie tira fuori una busta dalla borsa.
Sono ciambelle.
Quasi mi scende la bava, ma non sono sicura di poterle mangiare.
<<Abbiamo chiesto e... si, sono tutte tue.>> continua Sadie
<<Wow, grazie mille!>>
Sono felice.
Noah, sta seduto su una sedia in disparte e smanetta con il cellulare.
Vorrei mandarlo via, ma avrebbe il coraggio di picchiarmi anche da ricoverata.
Assaggio un pezzetto di ciambella al cioccolato, e rido insieme ai mei amici.
Finn la guarda con occhio languido, e capisco che ne vuole un morso.
Come dargli torto, sono così buone.
Ne assaggia un po' e poi mi stampa un bacio sulle labbra.
Vorrei solo andarmene via, io e lui, in capo al mondo.
Dopo circa un'oretta mi lasciano, compreso il riccio, e la dottoressa mi informa dell'accaduto e le conseguenze.
A quanto pare, quando Courtney mi ha picchiato, ho sbattuto forte la testa, e ho avuto qualche risentimento.
Beh, per scoprire tutto questo, ho dovuto riferire cosa mi era successo la mattina del giorno prima, e anche gli altri lividi.
Mia madre è ancora scioccata ma, le ho detto di lasciar perdere, e di non dire niente a nessun altro.
Fra due giorni potrò uscire, ma pian piano, sto riuscendo a muovere tutti i muscoli anche se con fatica perché indolenziti.
La giornata passa molto lentamente, nonstante ci sia una tv e il mio telefon oa fare compagnia.
Finn è rimasto per quasi tutto il giorno, facendomi sentire meglio moralmente.
Abbiamo giocato con delle carte e guardato un film.
Non smetterò mai di ringraziarlo.
Mi ha salvato la vita.
E gli sarò sempre grata.
Continua a ripetere che ha fatto il suo dovere, ma per me è stato molto di più.
Poteva tranquillamente lasciarmi li, scappare e far finta di niente.
Ma è rimasto, e mi ha salvata.
È stato con me tutta la notte e non se ne mai andato.
Lo amo, eh si, se lo amo.
È l'unica persona che vorrei avere accanto a me, per sempre.
<<Amore, io ora devo andare. Resterei qui anche stanotte ma, domani mia madre vuole che vada a scuola.>> sbuffa <<vengo a trovarti di pomeriggio e ti racconterò un po' di come è andata.>>
<<D'accordo. Sto merendo di sonno, rimanere sdraiata tutto il giorno, mi ha stancato.>> rido.
Mi abbraccia, mi saluta e mi augura la buonanotte.
Voglio andare via con lui, e rientrare a casa.
Ma manca solo una notte.
Dopo domani sarò fuori, a respirare l'aria primaverile di New York.

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Buona sera amici lettori.❤
Come state?
Ho una domanda da proporvi:
vi andrebbe se facessi degli immagina sulla mia pagina instagram?
(ilariaastories)
Vi auguro una buona notre e sogni d'oro.☄❤
I🌼

Close your eyes|| Finn Wolfhard Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora