-QUATTRO-

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La scuola è sorprendentemente grande e dispersiva.
Mia madre e mio padre mi accompagnano nell'ufficio del preside per presentarmi le lezioni dei prossimi mesi e per informarmi sulle materie che dovrò recuperare per essere così al passo degli altri.
Una professoressa mi indica la classe del signor Rivas e, dopo aver salutato i miei, mi dirigo nell'aula.
Sono sola per il momento, e per non dare nell'occhio mi siedo nella fila verso il muro nel penultimo banco, prendo il cellulare e scrivo qualcosa alle mie amiche, che rispondono subito perché appena uscite da scuola.
La campanella suona dopo poco tempo e tutti iniziano ad entrare compreso il professore, che sedendosi dietro la cattedra, tira fuori dalla valigia il libro di letteratura inglese.
<<Tu devi essere Abbigayle, giusto?>> mi domanda avvicinandosi verso il mio banco
<<Si.>> rispondo sorridendo
<<Bene, benvenuta nella mia classe. Ti avviso che non dovrai recuperare nulla nella mia materia, e che devi solamente trovarti a tuo agio. Ragazzi salutate tutti Abby.>>
Tutti mi guardano e l'ansia si impossessa di me.
Odio quando mi fissano.
<<Ciao.>> rispondono in coro, mentre mi scrutano da capo a piedi.
Nel frattempo si sente bussare nella porta, ed entrano in tutta fretta quattro ragazzi.
<<Scusi prof per il ritardo. Abbiamo trovato traffico.>> dice il ricciolino dai capelli neri.
<<Caleb guida malissimo, non capisco perché gli hanno dato la patente!>> replica l'altro riccio
<<Ragazzi sedetevi e state tranquilli. Per oggi ve la faccio passare, ma alla prossima vi prenderete un'ammonizione. Congratulazioni per la patente signor McLaughlin!>>
<<Grazie signor Rivas.>>
I ragazzi si siedono negli ultimi posti liberi della classe, gli ultimi due nella fila centrale e gli ultimi due nella mia fila, uno davanti a me e uno dietro.
Inutile dire che quattro dei miei attori preferiti frequentano la mia stessa classe di letteratura inglese.
Devo dare 10$ a mia madre, ha vinto la scommessa, arg!
La lezione è molto interessante e riesco a capire quasi tutto. Prendo più appunti che posso e evidenzio tutto con colori diversi.
<<Signorina Sanders, se non capisce qualcosa può usare il cellulare per tradurre. Se vuole parlo più piano.>> mi dice il professore
Tutti si girano di nuovo verso di me con facce interrogatorie, ma non ci faccio caso e rispondo
<<Si grazie mille, mi aiuterebbe anche se trovo quasi tutto chiaro.>> continuo a sorridere. Non voglio trasmettere la mia ansia agli altri, dunque cerco di avere un'espressione calma e distaccata.
<<Perfetto. Allora continuiamo.>> prosegue con la sua lezione mentre fra i quattro banchi di cui sono circondata, i ragazzi bisbigliano tra di loro pensando di non essere sentiti.
<<Come mai deve usare il traduttore?>> chiede Finn dietro di me
<<Non ne ho idea. Magari è straniera. Ha l'aria di inglese e pure il suo accento lo è.>> replica Noah
<<Vorrà dire che dopo glielo chiederemo.>> conclude il discorso Gaten mentre si china per raccogliere una matita.
La campanella suona proprio in quel momento, e mentre faccio finta di non aver ascoltato la conversazione, ritiro il mio quaderno e lo metto in borsa.
<<Ciao! Sei la ragazza nuova giusto?>>
GATEN MATARAZZO PARLA CON ME!
Abby inspira e espira, inspira ed espira .
<<Ehm, si, sono Abbigayle ma preferisco Abby.>> dico stringendogli la mano
<<Bene, io sono Gaten.>>
<<Lo so>> bisbiglio mentre mi tocco i capelli e guardo in terra. Per fortuna non lo sente
<<Benvenuta! Senti, solo per curiosità, mi chiedevo da dove vieni.>>
<<Oh, Italia, ma ho studiato per molti anni inglese e, so che te lo stai chiedendo, mi chiamo Abbigayle Sanders perché mio padre è americano e mia madre italiana.>>
Mi guarda sgranando gli occhi.
E' troppo carino!
<<Caspita, Italia! Bel cambiamento! In ogni caso, posso portarti a fare un giro della scuola?>> chiede imbarazzato.
Lo metto in soggezione io?
<<Si grazie. Vorrei sapere dove si trova il mio armadietto.>> gli confesso.
<<Certamente!>> mi alzo dalla sedia e lo seguo.
Fuori dalla porta c'è Caleb, che aspettava il suo amico.
<<Oh amico finalmente! Ciao, io sono Caleb.>> porge anche lui la sua mano e la stringo dicendo il mio nome.
Insieme mi accompagnano al mio armadietto, al piano superiore.
<<Che numero è?>> chiede Caleb
<<2311. Uh 11!>> dico euforica per poi ricordarmi che loro fanno parte di quella serie tv. Che imbarazzo!
<<Ecco è questo. E' vicino a quello di Finn, Caleb. Il suo è il 2318>>
Metto la combinazione e apro lo sportello in metallo. E' grigio e cupo, un po' freddo.
<<Sarebbe il caso di decorarlo.>> ridacchia Gaten mentre il ricciolino alto e magro arriva con un'aria incuriosita.
<<Sbaglio o i vostri armadietti stanno nel pian... Oh ciao! Sei la ragazza nuova?>>
Giuro che la prossima persona che mi chiama così, farà una brutta fine.
<<Si sono Abby. Wow è un piacere conoscerti! Finn Wolfhard!!>> strillo.
Mi rendo sempre conto dopo che dovrei stare zitta!
<<No, ecco, scusami, io non volevo... cioè non intendevo dire quello, ehm so il tuo nome perché l'hanno detto in classe... ehm..>>
Due giorni, due figuracce.
Dovrebbero darmi un premio!
<<No no va tutto bene tranquilla. E comunque nessuno ha mai detto come mi chiamo.>> ride e io arrossisco.
Seppellitemi vi prego!
<<Beh, se conosci Finn, vuol dire che conosci anche noi no?>> dice Gaten indicandosi e poi anche Caleb, ridacchiando
<<Certo, è solo che volevo diventare vostra amica ma non perché sono vostra fan.>> guardo sempre le scarpe e mi raccolgo i capelli all'indietro.
Sto iniziando ad avere caldo, l'ansia è di nuovo con me.
<<Beh ma questo è fantastico! Sono contento che ti piaccia Stranger Things.>> dice Caleb
<<No, no, non mi piace. Ne sono completamente ossessionata, ahah.>> la mia risata è troppo stridula.
Ora me ne vado.
Gaten ride, mentre Finn mi scruta dubbioso.
<<Ci siamo già visti noi due?>> chiede
Oh no! Il negozio!
<<Ma si certo! Sei la ragazza a cui ho dato un colpo ieri! Scusami non è stato intenzionale.>> Sorride e sopra il labbro, gli sbuca una piccola fossetta.
<<Scusami tu. Sono stata un pochino sgarbata. Ma ora basta chiacchiere, devo andare a ginnastica. Posso chiedervi dove si trova la palestra?>>
<<Scendi le scale, poi giri a sinistra e poi a destra.>> dice Finn
<<Okay grazie mille. Scusatemi tanto se vi ho disturbato, ci vedremo a lezione il lunedì alla prima ora.>> dico un po' dispiaciuta dalla mia figura.
<<Lunedì? Troppo lontano! Ci vediamo a pranzo bella!>> dice Gaten, dandomi una pacca sulla spalla.
<<Davvero?!>> dico incredula
<<Sicuro! A mezzogiorno e mezza in mensa.>> dice Galeb
<<Noah, hai palestra?>> corre il ragazzo mentre lo ferma Finn
<<Si e sono pure in ritardo. Che vi serve? Ciao, sei Abbigayle quella...>>
<<Quella nuova si. Piacere.>> continuo la sua frase
<<Noah Schnapp. Non cercarmi su internet, non trovi niente.>>
<Sa chi sei, è una fan, ed è apposto.>> commenta Gaten
<<Oh perfetto. Beh benvenuta. Che mi dovete dire?>> chiede Noah
<<Ah si. Visto che devi andare in palestra e anche Abby, potresti accompagnarla?>> parla Finn
<<Si certo. Vieni, dovremo correre però ahah.>> ride mentre mi prende per mano e mi porta in palestra.
<<Ciao ragazzi, allora ci vediamo dopo a pranzo.>> li saluto e rispondono con un cenno di mano e un "si" quasi esultato.
Beh la situazione è questa: sto correndo con Noah Schnapp verso la palestra e ho un appuntamento a pranzo anche con gli altri ragazzi.
Che bella questa scuola!

Close your eyes|| Finn Wolfhard Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora