-TRENTOTTO-

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Finn

(se volete potete ascoltare questo capitolo con questa canzone:
I'm a mess- Ed Sheeran)

Non riesco ancora a crederci.
L'ho persa ancora prima di aver accettato quello stupido ruolo.
Noah.
Io l'ho sempre saputo che non avrebbe portato nulla di buono, nelle nostre vite.
L'ho saputo dal primo momento in cui l'ho visto, da come è entrato a fare il provino.
"E' speciale" dicevano.
"Ha una dote questo ragazzino."
Si, una dote a rubare le ragazze degli altri, e guarda caso, me le ha rubate tutte e due; prima Millie e ora Abby.
Continuo a fissare il pavimento pieno di bicchieri e bottiglie.
Riesco a reggere abbastanza bene l'alcool, anche se in teoria non dovrei berne, sia per l'età, sia per i miei problemi al sangue.
Ma non mi importa più di tanto; quando voglio berne, lo faccio.
<<Che cosa ti è preso?>> dico ad alta voce per il troppo chiasso <<sto parlando con te Schnapp. Ascoltami!>> urlo.
<<Ti sto ascoltando scemo.>> risponde seccato, ma fiero di se.
<<Perché diamine mi hai messo in questo casino? Glielo avrei domani mattina o stasera, ma l'avrei fatto IO, non tu! >>
<<Ho preferito così; almeno ora non devi lasciarla, visto che l'ha fatto lei.>> ride
<<Ti fa ridere tanto? Certo, è tutto chiaro. Tu volevi essere il suo eroe, quello che la salva dal ragazzo cattivo e super viziato, che se ne va in Brasile senza nemmeno avvisarla, per fare uno stupido film.>> mi alzo e vado verso di lui.
Prendo il colletto della sua camicia <<Vai all'inferno, e rimanici.>>
lo sbatto contro la sedia su cui era seduto.
<<Sai che tu verrai con me vero? Non sono io quello aggressivo e che dice le bugie.>> 
<<Ora è troppo Schnapp.>> mi faccio prendere dalla rabbia e dall'alcool.
Gli do un pugno sul naso.
Sanguina di nuovo.
<<Sei felice adesso? Contento di avermi picchiato? Ringrazia che non ho voglia di continuare questa storia, ma quando starò con la tua ragazza vedrai come non sarai più contento, Wolfhard.>>
Lo lascio perdere, spingendolo e facendolo cadere a terra.
Prendo la giacca e me ne vado da questa casa.
Jack prova a fermarmi, ma è l'ultima persona con cui vorrei parlare ora.
<<Finn vengo con te!>>
<<Vattene Grazer, voglio stare da solo e risolvere il casino in cui mi hai messo.>>

Prendo la bici e comincio a pedalare verso casa mia.
Passo davanti a scuola prima.
Decido di entrare dal retro, per arrivare in palestra.
<<Questi deficienti lasciano sempre la porta aperta.>> bisbiglio.
Noto che qualcuno mi sta seguendo.
E' palesemente riconoscibile.
<<Che vuoi Gaten?>> chiedo mentre comincio a buttare i palloni da basket in terra, dal primo all'ultimo.
<<Aiutarti amico. Scappando o picchiando qualcuno, non risolvi i problemi. Lasciami farti ragionare.>>
<<Non ho bisogno di nessuno!>> grido sbattendo contro gli armadietti dello spogliatoio.
Le lacrime rigano il mio volto, rosso dalla furia.
<<Finn... tutti hanno bisogno di qualcuno. Ora ci sono io. Come posso aiutarti?>>
<<In nessun modo Gaten! In nessun modo...
Tutti hanno bisogno di qualcuno hai detto? Beh, io ho bisogno di Ab okay? Lei è il mio qualcuno, quel qualcuno che vorrei avere sempre al mio fianco, scelte facili, scelte difficili.
Sai, ne avrei parlato con lei del trasferimento, ma invece quello stupido del tuo amico ha rovinato tutto. Se mi avesse detto di non andare, non l'avrei fatto, no.
E invece ora mi odia. 
L'ho persa, per sempre questa volta.>>
Grido.
<<Sai che c'è? Noah, mi ha rovinato la vita. L'ha sempre fatto; prima di tutto dicendo di voler essere mio amico. Con quel faccino angelico ci siamo fatti ingannare tutti. 
Siamo tutti degli ingenui.
Lo ammazzerò.
Si, lo farò. Fosse l'ultima cosa che dovessi fare.>>
<<Finn ma che stai dicendo?! Non azzardarti a prendere queste decisioni da pazzo. Vuoi davvero che muoia? Finirai in prigione e allora si che non riconquisterai mai Abby. 
Io propongo vendetta.>>
<<Hai ragione... uff, sono un casino. Io la amo Gaten. La amo più di qualsiasi altra cosa.>>
<<E lei lo sa. Dimostraglielo okay?>>
<<Dici che non devo partire?>>
<<Quello non lo so, lei ti dirà di si, di farlo; ma magari, puoi portarla con te...>>
<<Non sarebbe male...>>
<<Tu e lei contro il mondo?>>
<<Si.>>

Passiamo altri minuti nella palestra, rimettendo in ordine, tutto quello che avevo buttato giù.
Provo a chiamarla diverse volte, ma niente.
Non risponde.
<<E' tutto inutile Gaten. Non risponde.>>
<<Dalle tempo, sarà ancora scossa. >>
<<Va bene. Ora vado a parlare con i miei... Devono ancora darmi una spiegazione.>>
<<Non farti prendere dalla rabbia con loro okay? Trattali bene, sono sempre i tuoi genitori.>>
<<Si va bene. Ci sentiamo. Grazie amico.>>
Prendo la bicicletta, e monto sopra, diretto verso casa.
Non è molto lontano dalla scuola.
New York è sempre così trafficata, anche se non viviamo proprio al centro.
Arrivo velocemente e sbatto la porta.
I miei sono seduti sul divano.
Mi stavano aspettando.
Ma con loro c'era anche lui.
Noah.
<<Che cavolo ci fai qui? Vattene da casa mia!>>
quasi faccio svegliare il cane.
<<Finn... sei stato tu a ferire così il naso di Noah?>> chiede mia madre.
Sono passivo.
Non rispondo.
<<Finn... la verità?>>
<<Se l'è meritato okay? Ora lasciatemi in pace.>> salgo le scale.
<<Torna qui Finn! Voglio che tu chiarisca con Noah.>>
<<Cosa? Stai scherzando vero? Lui mi ha rovinato la vita.
Lui e il suo viso da angelo.
Lui è la causa di tutti i miei problemi, e ora dovrei pure chiedergli scusa?! 
Roba da pazzi.>>
<<Noah per favore, ti richiamiamo domani, così potrete chiarire, okay?>>
<<Si certo signora Wolfhard. Mi fai pena Finn. Riprenditi.>>
<<Esci da casa mia schifoso.>> lo guardo disgustato.
Lui esce con il suo solito sorrisetto sulla faccia.
<<Vorrei strangolarlo!>> urlo
<<Finn, tesoro, cosa ti prende? Ci vuoi spiegare!?>>
<<Certo. Perché non mi avete detto subito del viaggio eh? Perché avevate così paura?
Io lo so da un paio di giorni, mentre voi ormai da due settimane.
Avrei potuto prepararmi un discorso, una lettera, un messaggio, che ne so.
Avrei potuto darglielo o dirglielo di persona.
E invece no, è venuta a saperlo da quel deficiente di Schnapp, nel momento meno opportuno.>>
<<Questo non lo sapevamo...>>
<<Già... figliolo non ci dici più niente.>> si intromette mio padre.
<<Si, non vi dico più niente per lasciarmi in pace. Ma invece voi? Che giustificazione avete per non avermelo detto subito eh?>>
<<L'abbiamo fatto per proteggerti...>>
<<Ahah, senti questa. Proteggermi, e da che cosa? Da chi?>>
Restano in silenzio.
<<Nemmeno voi lo sapete. Siete solo dei vigliacchi. Io me ne vado.>>
<<Finn tesoro torna qui! Parliamone.>> grida mia madre disperata, mentre mi vede correre verso camera mia.
<<Non dobbiamo parlare di niente. Ora devo risolvere questo casino con Ab.>>
<<Ma... ora è più importante lei di noi?>>
<<Non è questo...>> mi fermo un attimo <<...almeno lei non mi ha nascosto nulla.>>
<<Questa ragazza è meglio della tua famiglia? E' questo che ci stai dicendo?>>
<<Questa ragazza ha un nome. E io la amo papà.
Farò di tutto pur di non perderla.
Farò di tutto pur di sposarla un giorno.
Questa ragazza è più importante della mia vita.>>

Continuo a salire le scale e mi butto sul letto, dopo aver chiuso la porta a chiave.
Prendo il telefono per poterla chiamare ma trovo un suo messaggio.
*Ciao Finn.
Possiamo parlare domani da Starbucks?
Ti aspetto all'ingresso alle 9. 
Buonanotte.*
Non esito a rispondere.
Per fortuna si è fatta sentire.
Speriamo vada tutto bene, per una volta.

                                                                                       * * *
ciao a tutti, amici lettori!
come state?
spero bene♥️
scusate l'assenza secolare ma non avevo tantissime idee in questo periodo🙃♥️
vorrei farvi una domanda...
qualcuno di voi andrà al concerto di
ED SHEERAN a Roma, il prossimo giugno?
se si fatemelo sapere😊♥️
buona giornata,
I🌼
(instagram: ilariaastories)



Close your eyes|| Finn Wolfhard Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora