CAPITOLO 24

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Ancora stento a crederci, mi ama e io finalmente sono riuscito a dirle ciò che provo per lei.

Fin da quella sera che l'ho vista sapevo e sentivo che stava scattando una molla, ma non volevo ammetterlo, eppure adesso pensare a ciò che provo non mi dà fastidio, come non mi dà fastidio dimostrarlo.

Suono il campanello e resto in attesa che qualcuno mi apra.

Questa volta non sono impreparato alle attenzioni dei suoi genitori, ho capito che per me stravedono ma non perché mi hanno realmente conosciuto, ma in quanto sono Robert Davis, figlio del magnate Davis.

Non so se questo sia proprio giusto, potrei essere anche il peggior ragazzo di questo mondo e per loro andrei bene comunque.

- Robert! Entra pure... Marcie dovrebbe essere pronta a momenti.

- Grazie Signore.

- Accomodati.

- La ringrazio.

Il padre di Marcie mi siede di fronte in attesa che lei scenda.

- Oh Robert, che piacere vederti! Aspetti da molto?

- Il piacere è mio Signora. Sono appena arrivato.

- Bene, bene.

Questa situazione mi imbarazza e spero davvero che Marcie scenda subito quelle scale.

Mi guardo intorno, proprio come è mio solito fare, mi accorgo che la stanza è tappezzata di foto, buona parte raccontano momenti con il figlio che non c'è più.

Tra tutte una è quella che più mi colpisce: Marcie è con suo fratello mentre si abbracciano ridendo di gusto, fin qui tutto bene... ciò che attira la mia attenzione è che entrambi hanno i capelli rasati a zero, lei era così piccola!

Sento dei passi scendere le scale di corsa, mi volto e la intravedo ancora in accappatoio.

- E' Bob? Ho sentito la sua voce.

- Si Marcie, è proprio lui.

- Bob vieni su con me, meglio che mi aspetti in camera!

- Marcie non credo che stia male qui con noi.

- No infatti, posso aspettarti qui!

Sbuffa buttando gli occhi al cielo, dal momento che io non faccio cenno di alzarmi, mi si avvicina tirandomi dal braccio per portarmi in camera sua, mentre io provo a scusarmi con i suoi, anche se in realtà non volevo restare un minuto di più.

- Scusateci!

- Non hai molta scelta!

Suo padre ci sorride provando a nascondere l'irritazione per il gesto di sua figlia.

Una volta arrivati in camera sua si assicura di chiudere la porta per bene dietro di sé, dandomi un bacio che rende chiara l'idea di quanto le sia mancato, per poi allontanarsi e tornare a prepararsi lasciandomi così... in aria.

- Non capisco perché li tratti così male.

- Non puoi capire!

- No, in effetti non capisco, sono gentili ogni volta con me, forse anche un po' troppo.

- Si con te! Ho ventuno anni e ancora pretendono che io rispetti i loro orari. Hanno dei progetti per me, anche se sto seguendo degli studi lontani da quei progetti...

- Tutti i genitori hanno dei progetti per i propri figli Marcie!

- Mi opprimono Bob! Io questo non lo sopporto, devo sempre stare a pensare se quello che sto facendo lo sto facendo bene? Lo vorrebbero fatto così? Tutto questo a lungo andare stanca!

Mi sdraio sul suo letto, osservandola mentre fa avanti e indietro dalla stanza al bagno e mentre aspetto che lei finisca ripenso alla foto che avevo visto sotto, in salotto.

- Posso chiederti una cosa?

Si sporge dalla porta del bagno mentre è impegnata a indossare degli orecchini, in attesa della mia domanda.

- Ho visto una foto giù... in verità ne ho viste molte, ma una mi ha incuriosito più delle altre, credo che tu fossi in compagnia di tuo fratello, Alex, vi somigliavate molto ed entrambi avevate i capelli rasati.

Capisce subito a quale foto mi riferisco e credo che, anche se sorride, dentro di sé si sia rattristata un po' al pensiero di quel ricordo.

Si avvicina, sedendosi sul bordo del letto e mentre termina di infilarsi le scarpe, risponde alla mia curiosità.

- Avevo circa dodici anni quando ad Alex fu diagnosticato un tumore incurabile. Dovette iniziare subito i cicli di chemioterapia. Quelle cure, piano piano, gli stavano consumando le forze e anche i suoi capelli, ma nonostante questo lui continuava a scherzarci sopra, ci diceva che così era più figo per le ragazze, ma in realtà so che lo diceva solo per far forza ai miei e a me principalmente. Ma a lui chi gli faceva forza in quel momento? Mia madre non faceva altro che piangere, peggiorando la situazione, mio padre invece si è chiuso in se stesso, non parlava mai. Un giorno dopo la scuola chiesi a Lily di accompagnarmi dal parrucchiere, decisa su cosa fare, e lei era con me a stringermi la mano anche in quel momento.

La osservo mentre racconta parola per parola quei momenti.

- ... una volta uscita da lì andai direttamente in ospedale, ero certa di trovare tutti lì. Quando mi hanno vista entrare con i capelli completamente rasati, mio padre sgranò solo gli occhi per lo shock... continuando il suo silenzio, a mia madre invece stava per venire un infarto. Ma in quel momento sai cosa fece Alex?

Rispondo col capo in attesa che continui, ammaliato dal coraggio che ha avuto già da così piccola.

- ... scoppiò a ridere! Ti immagini! Per oltre mezz'ora non fece altro che ridere a crepapelle per il gesto che avevo fatto! Sapeva che io ero lì con lui per fargli forza e io non chiedevo di meglio, farlo ridere per tutti quei minuti, per me valeva la pena restare senza capelli, solo per quel motivo. Successivamente, qualche mese dopo i miei capelli sono ricresciuti, tornando al loro stato originale, ma lui ha perso la sua battaglia. Ha resistito tutto quel tempo solo per potermi dare questa...

Tocca la sua collanina col ciondolo a stella, restando assorta tra i suoi pensieri.

- Dopo qualche giorno è morto. Il tumore ha vinto e lui era ormai troppo debole per continuare a lottare.

Le scappa una lacrima che copre subito col palmo della mano, come se avesse paura di farsi vedere così da me...

Mi avvicino istintivamente a lei, in risposta al mio gesto si gira fissandomi con i suoi occhioni, così intensi... ma non ho idea di cosa le stia passando per la testa. Prendo il suo viso per tenerlo tra le mani, dandole un bacio come se non me ne volessi più staccare.

- Marcie Fitzgerarld, non hai la minima idea di quanto tu sia forte! Hai trasmesso così tanto coraggio a tuo fratello per poter resistere tutti quei mesi. Non puoi nemmeno immaginare quanto io sia fiero di te. Grazie!

- Grazie? Per cosa Bob?

- Grazie perché mi hai permesso di essere il tuo ragazzo, di starti accanto.

Vedo un lento sorriso comparirle sulle labbra, mentre arriccia il naso imbarazzata. Adesso però devo allontanarmi per sfuggire dall'intensità di quegli occhi su di me, perché potrei non resistere e credo che non sarebbe così divertente se ci dovessero beccare i suoi.

Il vestito che indossa le sta da Dio, rendendomi ancora più difficile distogliere lo sguardo da lei. Mi vuole... e io voglio lei.

Arrossisce capendo che entrambi abbiamo avuto lo stesso pensiero e così per soffocarlo, più velocemente possibile, mi alzo con una scusa più o meno credibile.

- Mi brontola lo stomaco! Se non usciamo subito potrei andare in cucina a sgranocchiare qualcosa. Sei pronta?

- Adesso si!

Nasconde un sorriso soddisfatto perché ha visto la mia vulnerabilità quando mi è così vicina.

Letteralmente mi trascina fuori, oltrepassando il salotto dove ancora ci sono i suoi che sistemano, riuscendo a malapena a salutarli.


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