22º Capitolo

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P.O.V. FRANK

La mattina seguente mi svegliai tardi, a causa della sveglia che non aveva suonato. Perciò fui costretto a prepararmi velocemente e a fare la strada verso la scuola correndo, senza avere avuto il tempo per fare colazione.

"La mattina è iniziata benissimo." Pensai bussando alla porta della mia classe per poi aprirla.

Per qualche motivo il professore non era in classe. Mentre facevo per andare a sedermi al mio posto, asciugandomi il sudore dalla fronte, sentii Bob lamentarsi, quasi urlando.

"Dai ridatemelo, cazzo!" Ripeteva.

Mi girai verso la sua voce vedendolo circondato da un gruppetto di alcuni miei compagni e mi chiesi cosa stesse succedendo. La mia domanda ricevette presto una risposta.

"Oh, guardate." Disse uno che girandosi mi vide.

Mi ritrovai gli occhi di tutti quelli che avevano circondato Bob, puntati addosso.

"Grazie delle informazioni." Disse un altro dando delle pacche un po' troppo forti sulle spalle del mio amico.

Questo era il ragazzo più alto della classe, e anche il più palestrato. Aveva dei muscoli che i miei in confronto non erano niente. Si avvicinò a passo veloce verso di me, mentre io restavo immobile, ancora stranito.

"Hey femminuccia." Disse serio appena arrivò davanti a me.

Non riuscivo ancora a capire bene cosa stesse succedendo in quel momento, così guardai Bob chiedendogli spiegazioni con lo sguardo. Lui mi guardò con un evidente dispiacere.

"Non dovresti ignorarmi." Disse il ragazzo risvegliandomi dai miei pensieri.

Dovevo avere una faccia molto stupita, perché lui ridacchiò mostrando la foto nel telefono di Bob.

"È impossibile." Pensai.

Rimasi bloccato a fissare lo schermo.

"C...cosa c'è...?" Balbettai.

"Stavo facendo un giro per la galleria nel telefono del tuo amichetto e... chi se lo sarebbe mai aspettato." Spiegò ridendo e mettendo il telefono di Bob in tasca.

La paura per quello che sarebbe successo prese il sopravvento. Feci quasi involontariamente un passo indietro.

"Che fai, scappi?" Chiese con voce provocatoria il ragazzo davanti a me.

Sentii il resto della classe ridere di me, mentre quel tipo mi guardava dall'alto, mettendo in risalto la mia scarsa statura. Mi sentivo terribilmente a disagio e sentivo il mio cuore come se stesse per fermarsi.

Il mio sguardo saltò da una parte all'altra della classe, dove cazzo stava il professore quando serviva?

In meno di cinque secondi mi ritrovai circondato dagli stessi ragazzi che erano prima intorno a Bob. Il mio istinto mi diceva di scappare il più lontano possibile, ma il mio corpo era bloccato.

"Oh ragazzi! Aspettate aspettate. Questo non è lo strambo della quinta?" Li interruppe uno indicando la foto e mostrandola agli altri.

"Sì! Dobbiamo assolutamente farla vedere a tutti." Affermò un altro.

Non glielo avrei permesso. Con uno scatto riuscii a farmi spazio tra loro e arrivai davanti alla porta, cercando di bloccargli l'uscita.

"Guardate, la femminuccia si è fatta coraggio. Ora facci passare." Mi ordinò il ragazzo più alto.

"N...no." Balbettai insicuro.

"Allora ci occuperemo prima di te." Rise uno prendendomi per il colletto della camicia.

Mi buttò a terra e mi tirò un calcio sulla schiena, provocandomi un forte dolore.

"Prendi questo, finocchio!" Rise lui provocando la risata di una classe intera.

Mi sentivo umiliato. Sapevo di dover fare qualcosa, di dover reagire, ma mi aveva bloccato e non riuscivo a liberarmi. Per cui non potevo fare altro che lasciarlo continuare, mordendomi le labbra fino a farle sanguinare per evitare di fare uscire anche un minimo verso di dolore.

"Smettila..." Sussultai a bassa voce.

Ma non feci che ottenere l'effetto contrario, beccandomi altri calci. Nel frattempo, uno dei bulli si avviò verso la porta, intenzionato a uscire dalla classe, mentre teneva il telefono di Bob. Lo fermai afferrandogli la caviglia.

"Cosa vuoi, pidocchio?" Rise lui scuotendo la gamba per liberarsi.

"N... non fate niente a Gerard..." Dissi mentre continuavo a prendere calci sulla schiena.

"Perché, sennò che fai?" Disse il ragazzo tirandomi un calcio in faccia.

Iniziai a sanguinare dal naso, ma non mi importava.

"Farò tutto quello che volete... Ma non prendetevela con lui... per f... favore..." Continuai a sussultare per il dolore.

"Oooh la cosa si fa interessante." Disse l'altro bullo.

Si riunirono nuovamente intorno a me, mentre i miei compagni guardavano la scena senza provare minimamente ad aiutarmi. Non che volessi l'aiuto di gente falsa come loro. Il fatto era che io non avevo la forza, sia fisica che mentale, per difendermi.

"Farai tutti i compiti al posto nostro?" Mi chiese senza smettere di ridacchiare.

"Sì..." Ansimai.

"E ti farai picchiare ogni volta che avremo bisogno di sfogarci?" Disse girandomi a pancia in sù e mettendo un piede sulla mia pancia.

Fui riluttante. Non volevo diventare il sacco da boxe di turno. Ma per non avere ricevuto una risposta immediata, iniziò a pressare con il piede facendomi male.

"Forza femminuccia, rispondi." Ghignò mentre gli altri lo incitavano a farmi ancora più male.

"V... va bene... ok..." Dissi arrendendomi del tutto.

"Perfetto. Fantastico!" Esclamò guardando gli altri. "E ovviamente non dirai niente a nessuno di quello che ti abbiamo fatto, vero?" Chiese continuando a pressare sulla mia pancia.

"C-certo..." Dissi con un filo di voce.

"Bravo finocchietto." Disse ridendo un'ultima volta per poi lasciarmi andare, facendo anche restituire il telefono a Bob.

Mi alzai, mentre tutti mi guardavano, e corsi verso il bagno. Mi sciacquai la faccia lavando via il sangue, poi mi guardai allo specchio. Avevo un livido vicino al setto nasale ed ero pieno di dolori.

Mi trovavo patetico.

Avevo perso la mia dignità nel giro di 10 minuti, ma ormai non mi importava più di me. Almeno ero riuscito a proteggere Gerard, avrei fatto qualsiasi cosa per tenerlo al sicuro. Dovevo solo tenergli tutto nascosto.

Get Up And Go! •|Frerard|•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora