19º Capitolo

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P.O.V. GERARD

Frank si addormentò e io rimasi lì a fissarlo, incantato. Dormiva come un angelo, cosa molto contraddittoria rispetto a quello che era successo poco prima.

Dopo un po', però, strinse gli occhi per poi aprirli. Sbadigliò e mi sorrise, facendomi sciogliere letteralmente. Era troppo carino.

Rimanemmo in quella posizione a parlare del più e del meno per un tempo indefinito, che però mi sembrò troppo poco.

Ad un tratto, però, Frank parve ricordarsi qualcosa, perché spalancò gli occhi.

"Cazzo, Gerard, devo andare. Mia madre mi ucciderà." Esclamò mettendosi seduto di scatto.

"Non puoi chiamarla e dirle che rimani ancora? Tanto sei a casa mia." Gli chiesi io, cercando di farlo rimanere il più tempo possibile.

"No... si incazzerà di sicuro." Disse mentre prendeva la sua roba. "Gerard... ehm... avresti una sciarpa da prestarmi per caso?" Mi chiese toccandosi il collo. "Sai com'è, non è che voglio morire per colpa di mia madre quando sono così giovane." Ridacchiò.

Gli feci la linguaccia lanciandogli una sciarpa in faccia. Lui la prese e se la avvolse attorno al collo.

"Mhh... profuma di te." Disse Frank affondando la faccia nella sciarpa. Io mi limitai ad arrossire sorridendo.

"A domani Gee." Disse mettendosi in punta di piedi per scombinarmi i capelli per poi andarsene.

Passai tutto la sera sdraiato nel letto, con lo sguardo sognante, a pensare a quello che era successo poco prima.

**

"GERARD È PRONTOOO!" mi chiamò Mikey all'ora di cena.

Mi alzai svogliatamente, mettendomi addosso la maglia del pigiama a collo alto, per coprire i segni che mi aveva lasciato Frank.

"Gerard, quanto ci metti? Si raffredda tutto." Si lamentò mio fratello affacciandosi alla porta della mia stanza.

"Eh, andiamo dai." Sbuffai io raggiungendo Mikey.

"Avete chiarito con Frank?" Chiese mio fratello a cena, rompendo il silenzio.

Mi strozzai con l'acqua che stavo bevendo. Tossicchiai, per fare sembrare un puro caso quella cosa.

"Sì, certo." Risposi abbassando la testa verso il piatto per non fare vedere il mio rossore.

La cena proseguì normalmente, e io me ne tornai in camera.

**

Il giorno dopo, a scuola, il mio compagno di banco Ray non mi ha lasciato in pace un attimo.

"Gerard, ohi, Gerard." mi chiamava durante l'ora di geometria. "Non me la racconti giusta, cosa è successo?" Chiedeva lui, bah, sapesse.

Che poi, che lui non sapesse una cosa sul mio conto era grave, come su qualsiasi altra persona del paese, d'altronde.

"Way." Mi chiamò il professore di storia e geografia all'ora dopo, sistemandosi gli occhiali sul naso e guardandomi dritto negli occhi.

"Abbiamo studiato?" Chiese poi, non distogliendo lo sguardo da me.

Tossicchiai, dopotutto, era proprio un no.

"Va bene, Way, quattro." Sbottò dopo qualche secondo di silenzio.

"Ma-" provai a ribattere.

"Così impara a studiare, invece di passare i pomeriggi a fare ragazzate." Chiuse il discorso prima di interrogare un altro mio compagno a caso.

Non che non avesse ragione, perciò rimasi zitto.

Lanciai uno sguardo verso Ray, appiattito al muro mentre usava il telefono. Ad un certo punto Ridacchiò. Chissà con chi stava parlando.

Quando suonò la campanella della ricreazione, Ray si alzò e si avvicinò a me.

"Hai chiarito con Frank, eh?" Disse facendomi l'occhiolino per poi uscire dalla classe ridacchiando.

"Ma che caa..." riuscii a dire, per poi scuotere la testa, rassegnandomi all'idea che uno dei pochi amici che avevo era un maledetto stalker.

In circa due minuti, nei quali mi stavo addormentando sul banco, sentii qualcosa picchiettarmi la spalla. Alzai la testa, trovandomi Frank davanti. Sorrisi.

Mi guardai attorno, per controllare se non ci fosse proprio nessuno in classe, per poi tirare Frank a me per la cravatta dell'uniforme e baciarlo.

Lui ricambiò il bacio, per poi staccarsi e sorridere, leggermente rosso.

In quel momento entrò in classe il professore dell'ora successiva in classe, così ci limitammo a parlare semplicemente, passando la ricreazione a ridere e scherzare.

Get Up And Go! •|Frerard|•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora