23º Capitolo

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P.O.V. GERARD

Il giorno dopo l'uscita di gruppo aspettai, come sempre, che Frank alla ricreazione venisse nella mia classe.

Quando lo vidi arrivare aveva un'aria cupa. Si avvicinò a me con un sorriso strano, quasi forzato.

"Frank? Cos'è successo?" Dissi scattando in piedi appena lo vidi bene davanti a me. Aveva un livido in faccia che mi fece preoccupare e non poco.

Lui si fermò un po', fissandomi, quasi incerto sul da farsi.

"Oh, questo?" Chiese quasi retoricamente indicandosi la faccia. "Niente, mi sono solo beccato una pallonata in faccia durante educazione fisica." Spiegò ridacchiando un pochino.

Non che mi convincesse, ma decisi di non portare avanti l'argomento.

"Mi fai compagnia? Dovrei andare a prendere il pranzo dai bidelli, loro non si scomoderebbero mai." Gli chiesi io dirigendomi verso la porta.

"No... i...io... è meglio se ti aspetto qui." Balbettò lui, abbassando il tono di voce ad ogni parola che cercava di dire.

Non capivo il motivo del suo comportamento, ma decisi di lasciare stare. Magari non si sentiva bene, chi poteva saperlo?

Lo abbracciai velocemente e mi diressi dai bidelli a prendere il mio cibo, per poi tornare in classe.

Trovai Frank seduto sul mio banco con aria pensierosa. Teneva la testa bassa e i suoi capelli scuri gli coprivano la faccia.

Anche se mi aveva detto di non avere nulla, mi faceva male vederlo in quel modo. Mi sedetti accanto a lui e gli poggiai una mano sulla spalla.

Lui sobbalzò e alzò la testa guardandomi. Lo abbracciai e lui poggiò la testa sul mio petto. Poco dopo iniziai a mangiare e suonò la campanella.

"Ah, fantastico." Dissi con ancora un pezzo di panino in bocca.

Frank si alzò riluttante, quasi come se volesse evitare di tornare in classe.

"A dopo, Gee." Disse per poi andarsene tenendo la testa un po' bassa.

**

"GERARD DANNAZIONE LASCIAMI IN PACE." Urlò mio fratello più incazzato del solito.

Ma perché doveva incazzarsi ogni volta? Insomma... non c'è niente di male nell'assillare in modo ossessivo il proprio fratello ogni giorno della sua vita.

"Uff ok. Ma preparati tu." Dissi girando gli occhi.

Così andai nella mia camera e chiamai Frank. Ma lui non rispose. Deluso, mi buttai sul letto, rimbalzando un paio di volte.

Aspettai un po' di tempo per tornare da Mikey. Trovandolo pronto andammo al maneggio in moto, visto che nostro padre dormiva come un ghiro sul divano e avremmo perso solo tempo ad aspettarlo.

"E menomale che non saresti più venuto con me in moto." Ridacchiò Mikey durante il viaggio, dopo essersi evidentemente calmato.

Come al solito, ci fiondammo dentro i box dei nostri cavalli a velocità supersonica. Iniziai a sistemare Nicanor, quando sentii Ciren agitarsi nel box davanti.

Mi affacciai per capire cosa stava succedendo e vidi la cavalla di Frank scalpitare.

In quel momento mi chiesi dove fosse finito Frank, così mi guardai attorno.

"Arvin, dov'è Frank?" Chiesi leggermente agitato al mio istruttore appena lo vidi arrivare.

"Non è ancora arrivato, pensavo ne sapessi qualcosa, state sempre insieme." Disse Arvin.

Così, preoccupato, decisi di chiamarlo.

"Pronto?" Bisbigliò una voce annoiata, che riconobbi subito come quella di Frank.

"Frank, come mai non stai venendo al maneggio?" Chiesi preoccupato.

"Oh, cazzo. Arrivo subito." Disse per poi staccare.

Rimasi un po' stranito da quella conversazione, ma continuai a sistemare Nicanor, cercando di stare calmo e di ignorare il baccano che Ciren stava facendo.

Quando finii di sistemare il mio cavallo, mentre andavo a prendere le cose per sistemarmi, vidi arrivare Frank,che sentendo i rumori provenienti dal box della sua cavalla mi guardò con uno sguardo confuso, per poi correre a vedere cosa stava succedendo.

Mi avvicinai a lui, anche io curioso e preoccupato da cosa fosse preso alla cavalla.

Frank entrò di fretta nel box di Ciren, che era impennata su due zampe e portava le orecchie avanti e indietro.

Si fece coraggio e, facendo dei passi avanti, iniziò ad accarezzare la cavalla e a sussurrarle per calmarla.

"Hai... hai dolore?" Chiese timoroso, come se la cavalla potesse rispondergli.

Ciren lo guardò e raspò per terra con la zampa. Lui inclinò la testa e si mordicchiò le labbra, guardando la cavalla.

Lei girò quasi su sé stessa, appiattendo Frank alla parete del box.

"Che c'è? Vuoi uscire?" Chiese Frank, al quale parve accendersi la lampadina. La cavalla sì fermo davanti a lui e mosse le orecchie.

"Pff, e c'era bisogno di fare tutto questo casino? Che capricciosa." Ridacchiò lui accarezzandole il muso.

Qualsiasi persona che avesse visto quella scena sarebbe scoppiata a ridere dando a Frank del pazzo, ma io lo capivo. Le conversazioni idiote con il proprio cavallo si hanno. Punto.

Frank mi guardò, con un sorriso più sincero di quello che avevo visto la stessa mattina, e mi sentii sollevato, almeno avevo Ciren ad aiutarmi a tirare su Frank, anche se dovevo ancora scoprire cosa lo portava giù di morale, perché che avesse qualcosa... ne ero sicuro.

"Puoi dire ad Arvin che oggi non monto? Voglio passare un po' di tempo con lei oggi..." mi chiese Frank uscendo dal box, probabilmente per prendere la capezza della cavalla.

Annuii, andando a prendere le mie cose per poi salire a cavallo. Avrei riferito ad Arvin appena sceso in campo, visto che lui era già lì.

Solo quando mi trovai a cercare lo sguardo di Frank più e più volte durante la lezione mi resi conto di quanto fosse vuoto il campo senza la sua presenza.

Get Up And Go! •|Frerard|•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora