Capitolo 58

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«Ma...ma te...che diavolo ci fai qui??»
«Se ti scomoda me ne torno via...anzi...forse meglio visto che è tutta la mattina che mi rincorro con Alzamora per seguire questo progetto con la gas...»
Mi voltai come per andarmene anche se ero sicura che mi avrebbe fermato, e così fu.
Mi afferrò per un braccio. La sua presa fu più decisa di sempre, sapevo che non mi avrebbe fatto andar via così facilmente.

«MARC lasciami il braccio...»
Lo guardai di traverso, mi rivolsi a lui con voce ferma. Sapeva che mi dava noia e doveva solo sperare che non reagissi. Qualche mossa di autodifesa me la ricordavo ancora, e lo sapeva benissimo.
«Ti lascio solo se mi prometti che non te ne vai.»
«E secondo te io mi sarei sparata 3 ore buone di macchina per cosa?? Per sentirti girare da lontano? Certo che voi uomini a volte mi stupite...»
Allentò leggermente la presa e mi strattonò verso di lui.
Persi leggermente l'equilibrio e mi ritrovai tra le sue braccia.

«Piano piccolina! Capisco che sei venuta fino a qui per vedermi...»
«Se qualcuno invece ti tirare la gente aspettasse mezzo minuto, forse..»
«Lo sai che non voglio perdere nemmeno un secondo...sopratutto se si parla di te..»
Mi scioccò un bacio per poi allontanarmi leggermente. Mi osservò da capo a piedi.

«Cosa c'è adesso? Guarda...non è proprio giornata..stamani sono più agguerrita del solito...spero di non aver preso qualche velox per venire qua..»
«Nulla...davvero! È che mi fa strano vederti vestita in giacca e pantalone...tacchi annessi...chi dobbiamo conquistare oggi?» sorrise.
«Ma...come al solito! Ho da conquistare il mondo e rendervi tutti miei schiavi!»
Scoppiammo a ridere.
«Per me, no problem!»
Aggrottò leggermente la fronte per poi continuare:
«Ma come ci sei arrivata qui senza romperti una gamba?»
«Beh..mi ha accompagnato il ragazzo della reception in motorino...»
«Senza casco...» sospirò nervosamente «Un giorno o l'altro lo prendo a testate. E te...te l'ho detto duecentomila volte...»
«Marc...sono 500 metri...»
«È uguale! È un terreno accidentato! Potevi cascare per via di una buca...poi chi andavo a ringraziare?»
«Tranquillo! Ho la capoccia rinforzata!» picchiettantomi con il pugno sulla testa.
«Il prossimo giro te la rinforzo io se rimonti senza casco..se non ci sono io a guidare..»
Sospirai avvilitita. Guardai l'orologio e vidi che era l'ora di pranzo e sapevo che Emilio mi stava aspettando con alcuni manager della Gas.

«Amore devo scappare! Emilio mi sta aspettando!»
Guardò l'orologio.
«Ma è ora di pranzo! Che fai non ci fai compagnia?»
«Amore..il lavoro chiama!! Pranzo con Emilio e i manager della Gas...»
Fece spalluccie.
«Va bene...allora andiamo! Ti riaccompagno alla macchina!»
Mi infilò il casco in testa tra i miei vari sbuffi.
«Siamo pronti, paparino?!?»
«Quanto sarai scema?!? Andiamo!»
Montai dietro di lui e arrivammo alla macchina.

Al mugello tutto può succedereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora