Capitolo 64

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Le settimane passavano ed io e Marc eravamo sempre più presi da progetti importanti per il nostro futuro, nonostante la tensione intorno a Marc era aumentata a causa di uno spiacevole scontro con Rossi.

Valencia 2015. Cena di fine stagione pre-gala di premiazione.

«Un brindisi al team e ai nostri piloti!»
«CIN!!!»
«Alla tua Suppo!»

Marc si alzò in piedi e si avviò al microfono da Livio.
Era emozionato e non so perchè ma il mio stomaco iniziò a chiudersi.

«Sapete che questo ultimo periodo non è stato una passeggiata per me. Vi ringrazio tutti per il supporto e le parole di incoraggiamento. Tutti voi sapete che chi fa parte del mio team è come se fosse parte della mia famiglia e che per me il vostro supporto ed i vostri consigli sono sempre i più preziosi.
Sapete anche che quest'anno è stato un anno bellissimo perchè ho iniziato a condividere la mia vita con qualcun'altro, cosa non semplice e scontata. Sapete perchè vi ho raccontato tanto di questa storia, anche se non vi ho resi partecipi fin da subito, che non è stato facile per questa persona fidarsi. Anche se poi adesso la vedete li tra voi.
Ho parlato con voi di una cosa importante. Di un traguardo che si taglia solo se siamo in due. Di un traguardo al quale si arriva facendo un percorso insieme. Un percorso lungo e non sempre semplice, fatto di litigate, sorrisi, di pianti e di abbracci.
Ecco..tutti voi mi avete detto che forse stavo bruciando le tappe, ma sapete bene che sono il tipo che ama il rischio e qui di rischi ce ne sono pochi.
Vorrei che tu mi raggiungessi un secondo, anche se so che potrei rischiare la vita per questo..»
Mi alzai paonazza, con la tremarella addosso e la salivazione annullata.
Il breve corridoio sembrava lungo un'infinità.
Feci un respirone prima di salire sul piccolo palco.
Lo guardavo negli occhi mentre mi avvicinavo a lui cercando di tranquillizzarmi..ma niente. Nemmeno Marc mi sembrava tranquillo.
Mi prese delicatamente la mano mentre s'inginocchiava.
Il mio cervello si spense. Il cuore a malapena riusciva a battere. Iniziai a respirare a fatica. Poi la fatidica domanda che tutte le donne sognano.
«Mi vuoi sposare, Court?»
Mi sentii morire. Non riuscivo ad emettere nemmeno un suono. Rimasi zitta. Lo tirai su e lo baciai.
In quel momento non c'erano parole per dire «SI!».
Partì un applauso generale.
Lo guardai e sussurai un leggerissimo e velocissimo «Si, Marc! Lo voglio!».

Al mugello tutto può succedereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora