«Aspetta!» grida una voce maschile da lontano, proveniente da una macchina scura e sconosciuta vicina alla piazza, ma non è né quella di Guardiano, né quella di Occhi Verdi e nemmeno quella di Nunzia. Se fosse stata lei, con ogni probabilità mi sarei fermata e le avrei dato tutte le spiegazioni di cui necessitava, ma quella voce non le appartiene e, per di più, ho ancora l'avvertimento dell'omino a risuonare nella mia testa.
Corro, nonostante il fiatone e lo stomaco annodato a causa dello sforzo e della paura. Non posso fermarmi e non voglio cedere alle dolorose proteste delle mie gambe. Penserò più tardi a riposare. Adesso ho solo bisogno di trovare un riparo, un nascondiglio dove il mio inseguitore non possa mai trovarmi.
Mi infilo di gran carriera in un panificio trovato lungo la stretta stradina piena di negozi e ristoranti per raggiungere il centro storico, guardandomi prima indietro per vedere se l'ho seminato. Con mia grande sorpresa, lui non è dietro di me, non è riuscito a vedermi, ma resto comunque vigile nel caso in cui entri qua dentro per controllare.
Sospiro di sollievo e poggio le mani sulle ginocchia per prendere un respiro profondo. La corsa mi ha sfiancata parecchio e non me ne sono accorta fino al momento in cui non ho messo piede qua dentro, sfinita.
«Signorina, ti senti bene? Posso aiutarti in qualche modo?» domanda l'uomo al di là del bancone con aria apprensiva. Supera lo sportello che ci divide e mi aiuta a rimettermi in piedi, per poi lasciarmi sedere al tavolino tondo a pochi passi dalla porta.
Si allontana qualche minuto nel retro e ritorna, poco dopo, con un bicchiere di acqua. «Tieni. Potrebbe aiutarti.»
«Ti ringrazio» mormoro, mandando giù sorsi di acqua tra un respiro e l'altro. Alzo lo sguardo e sorrido riconoscente all'uomo, il cui viso tondo e barbuto si rilassa quando vede il colore riapparire a poco a poco sul mio viso. «Avevo paura che il locale chiudesse, per cui ho fatto una corsa enorme fino a qui» mento, per offrirgli una spiegazione plausibile. Spero che non sappia leggere il pensiero, perché altrimenti non saprei come spiegare la mia fuga. In realtà, ancora mi sto chiedendo da cosa sia andata via e il motivo per cui Guardiano mi abbia imposto di correre altrove.
L'omone con il grembiule bianco e macchiato in diversi punti emette una risata allegra e contagiosa a tal punto da far ridere anche me, seppure per qualche misero istante. «Non ti preoccupare, signorina!» esclama, asciugando la lacrima scivolata sul suo volto paonazzo per il troppo ridere. «Sono ancora le diciannove e quarantacinque e noi chiudiamo alle venti e trenta! A ogni modo, cos'è che volevi comprare?»
«Quella» dico, indicando un pezzo di focaccia dal bordo alto e dalla crosta dorata, ricoperta di pomodori. Il mio stomaco brontola in segno di approvazione. Mi accorgo di avere fame solo adesso che riesco a percepire in modo intenso anche l'odore del pane e dei taralli appena sfornati. «Ne vorrei una ruota, se non ti spiace» aggiungo, contando i soldi nel portafoglio. Per fortuna, almeno per il momento e grazie alle gentili concessioni di Nunzia, non sono ancora al verde, per cui posso approfittare dei risparmi per comprare del cibo.
Uno scampanellio improvviso si diffonde nel piccolo panificio e io mi affretto a guardare al di là della porta di vetro, dove mi sembra di riconoscere le fattezze dell'uomo che sta cercando di perseguitarmi.
Alzo il cappuccio e mi dirigo dietro al bancone, sotto le occhiate stupite dell'uomo. Quando prova a chiedermi qualcosa, io scuoto la testa e lo imploro con lo sguardo di non dire nulla, almeno finché l'altro non se ne sia andato.
«Signore, ha per caso visto una ragazza con i capelli lunghi e gli occhi castani? Aveva un piumino e un paio di jeans...» inizia a descrivere il ragazzo dai capelli corti e scuri, appena entrato nel locale. Anche lui, proprio come me poco prima, è in preda all'affanno, ma l'uomo di fronte a lui non lo accoglie nel medesimo tono utilizzato per me poco prima.
Lo sguardo del negoziante incrocia per un attimo i miei occhi prima di rispondere, con convinzione, un secco: «No, mi spiace», e io lo ringrazio mentalmente per aver detto quella bugia per me. Una volta uscita da qui, sono sicura di dovergli delle spiegazioni plausibili per l'accaduto, anche se, io per prima, necessito di averne. Questa situazione inizia a farsi insostenibile e, se oltre a Guardiano devo affrontare un persecutore, temo che la situazione volgerà al peggio.
SPAZIO DELL'AUTRICE:
Alla fine, Sol è riuscita a cavarsela più o meno bene, da quanto abbiamo visto. Però, rimane ancora da scoprire il mistero su questo fantomatico ragazzo-inseguitore... Chissà chi è!
E soprattutto, adesso cosa accadrà? Il panettiere è stato molto gentile a coprirla, ma adesso Sol cosa farà? Avete idee al riguardo? Sarò felicissima di sentirle e di ascoltare i vostri pareri al riguardo del capitolo, come sempre! :D
Vi ringrazio, già che ci sono, per star seguendo la mia storia. Grazie sembra una parola insignificante, ma spero basti a trasmettervi tutta la mia gratitudine per la vostra assiduità e presenza!
Vostra,
Maria xxx
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La chiave di Sol
Mystery / Thriller(STORIA COMPLETA - PRIMA CLASSIFICATA NELLA CATEGORIA THRILLER DEL CONCORSO THE GIRLS, TERZA CLASSIFICATA NELLA CATEGORIA MISTERO DI ANIME DI CARTA) La chiave di violino rappresenta il mistero e al contempo la soluzione ai drammi di Sol. È l'unico...