7 - Nuovi interrogativi

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Il silenzio viene presto sostituito da parole mozzicate, inframezzate dai singhiozzi e dagli sguardi disperati dei due coniugi. Anche se lo faccio a fin di bene mi sento una ladra a stare qui, rubare il loro dolore e la loro disperazione e ricompensarli solo con gravi bugie sull'accaduto. Su chi sono.

«Quindi vostro figlio è morto durante un incidente? Quando?» domando con tono sommesso per smorzare il silenzio. Nonostante mi dispiaccia per i due genitori, non riesco a sopportare questa assenza di parole, perché mi fa sentire un'intrusa. Io, in questo dolore, non ho alcuna parte e i loro sguardi spenti mi rendono solo meno partecipe di questa conversazione. Vorrei poter offrire loro del conforto, ma quale sostegno può dare una persona che non sa nemmeno da dove iniziare per affrontare le proprie paure?

Margherita si affretta ad asciugare la lacrima scesa sul suo viso con un fazzoletto ricamato con dei fiori colorati e tira su con il naso. «Poco più di una settimana fa. Sua zia lo ha portato in giro con la macchina. Quando ci hanno avvisati dello scontro il bambino era già in fin di vita all'ospedale e ci hanno solo riferito il luogo in cui è avvenuto, oltre al fatto che mia sorella non fosse per nulla ubriaca. Il resto è ancora tutto da accertare.»

Le parole pronunciate dalla donna sono un pugno dritto nello stomaco. La mia immaginazione inizia a galoppare in mille direzioni diverse, lasciandosi guidare da un disegno tanto folle quanto sconsiderato. Una settimana fa anche io ero ricoverata in ospedale a seguito di un incidente, di cui non so proprio nulla, se non i danni da me riportati. Potrebbe trattarsi di una pura coincidenza; d'altronde, tragedie come questa avvengono ogni giorno, oppure potrebbe essere tutt'altro che tale.

«Mi spiace» mormoro, continuando a seguire il filo immaginario dei miei pensieri. Non riesco a scrollarmi di dosso la sensazione spiacevole che ho provato nel sentire quelle parole. «Mi dispiace davvero tanto» aggiungo ancora.

«Dovremmo farcene una ragione, un giorno» sussurra Antonio, con il capo chino sulla sua porzione di pasta ormai fredda e le mani congiunte come se stesse pregando. Sua moglie poggia la testa sulle spalle di lui e si lascia andare a nuovi singhiozzi. «Però, vorremmo almeno sapere la verità su questa vicenda. Ne abbiamo il diritto» conclude con una smorfia dolorosa.

«E la scoprirete, prima o poi, ne sono sicura. Se poi posso tornarvi utile in qualche modo per la vostra indagine, fatemi sapere. Io sono qua» replico, nella speranza di rassicurarli entrambi o, quantomeno, di placare le loro lacrime.

«Anche noi ti aiuteremo nella tua ricerca, Sol, stanne certa» dichiara Antonio, regalandomi un sorriso triste.

«Quale, Tonio?» chiede la donna accanto a lui, cercando di ricomporsi. Dallo sguardo lanciatomi da lei comprendo che dev'essersi accorta solo in questo momento di aver parlato, per tutto questo tempo, di una cosa così personale con un'estranea di cui sa a malapena il nome, ma di me possono fidarsi e cerco di farglielo comprendere attraverso lo sguardo.

Se potessi parlare attraverso il pensiero, le chiederei di stare tranquilla, ma poiché non posso, la rassicuro con un gesto della mano e dico: «Sto cercando la Cattedrale, almeno per il momento.»

Non so perché, ma all'improvviso il mio istinto ha la meglio su tutto e, dopo quelle poche parole, racconto tutta la verità anche alla signora, che lancia uno sguardo a metà fra il preoccupato e il contrariato, sicuramente per averle detto delle bugie, a suo marito. Lui, in risposta, scrolla solo le spalle, come a volersi giustificare in modo silenzioso.

«Domattina ti accompagneremo là e, se lo vorrai, rimarremo fuori ad aspettarti. Non vogliamo invadere la tua privacy» afferma la donna con tono lontano e mi chiedo a cosa stia pensando, se quel luogo suscita in lei qualche ricordo su suo figlio o sulla sua vita passata.

Annuisco, anche se vorrei dirgli di entrare con me all'interno di quel luogo, di accompagnarmi in questo viaggio, nonostante abbia paura delle loro reazioni nel vedermi parlare con il nulla. È già stato abbastanza difficile sopportare i loro sguardi interrogativi quando ho raccontato loro del Guardiano.

«Sei sicura che non si sia trattato di una persona reale?» domanda Margherita, dopo aver ascoltato il racconto.

«Non escludo questa ipotesi» mormoro, posando il mio sguardo sulla nuova portata di cibo appena servita da Antonio, il cui profumo non stuzzica nemmeno un po' il mio appetito, nonostante sia buono quanto il suo aspetto. Tutte queste rivelazioni mi hanno portato via l'appetito e hanno lasciato, al suo posto, solo nuovi interrogativi.

SPAZIO DELL'AUTRICE: 

Questa settimana ho deciso di aggiornare di giovedì. In questo capitolo, altrettanto di passaggio, ci sono degli elementi che dovreste tenere d'occhio. Quali, li lascio intendere a voi.

Alla fine Sol ha deciso di dire tutta la verità, come avete visto. Secondo voi è stato meglio o peggio? Pensate che potrebbero esserci dei problemi per questa scoperta?

Il capitolo è breve, come al solito e spero che non sia troppo pesante. Dopo il prossimo scopriremo qualcosina in più sulla nostra protagonista e su "Occhi Verdi". Siete curiosi? Fatemelo sapere! :D

Intanto, vi auguro buona lettura. :)

Al prossimo aggiornamento!

Maria xxx

La chiave di SolDove le storie prendono vita. Scoprilo ora