10 - Debiti saldati

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Io riesco a riassumere un aspetto concentrato, pronto per l'ascolto, ma Margherita, pallida com'è, proprio non vuole saperne di calmarsi. Inizio a domandarmi se non sia il caso di chiamare Antonio per aiutare la donna, quando l'uomo fa il suo ingresso, avvolto nel più assoluto silenzio.

Nessuna di noi si aspettava di vederlo arrivare così, all'improvviso. Ci aveva detto di essere impegnato con l'attività, ma forse non avrà resistito alla tentazione di stare lontano da noi, quindi avrà abbandonato tutto quanto e sarà corso qui.

Ci raggiunge e, nel momento in cui Guardiano appare davanti a lui, non sembra affatto scomporsi. Solo una nota di disappunto traspare dal suo viso, ma per il resto non dice nulla, si premura solo di sapere come mai Margherita sia così bianca in volto.

«Sono solo un po' confusa» dichiara la donna, giocherellando con la manica del maglione nero di suo marito. «Per me tutto questo è ancora troppo strano per poter essere reale.»

«Ma non c'è nulla di cui tu debba preoccuparti» aggiungo per rincuorare Antonio, appena arrivato. Se percepisse del pericolo, sono sicura che ci trascinerebbe via da qui seduta stante, senza ascoltare le mie preghiere. «Siamo state qui fino a ora e non ci è successo niente. Guardiano non ci ha fatto del male, anzi.»

«Ti credo» afferma il panettiere, sedendosi tra me e la sua consorte, «ma data la situazione, resto qua. Non vorrei che le accadesse nulla di male. Sono passato solo per vedere come va, ma adesso penso sia più opportuno, per me, rimanere. Il negozio, invece, può attendere un altro po'.»

«Se ora siamo tutti un po' più rilassati, allora posso procedere» asserisce Guardiano, osservando con attenzione le figure dei due coniugi. Margherita ha poggiato la testa sulle spalle di Antonio e ha chiuso gli occhi, mentre lui le accarezza i capelli castani con estrema dolcezza.

L'omino agita ancora una volta le mani per aria e le colonne colorate lasciano spazio alle pareti di un salotto raffinato, decorato da numerosi quadri raffiguranti le campagne intorno al paese, le masserie, i trulli o scorci del centro storico della nostra città, oltre a un grande tavolo già pronto per la festa, vasi di fiori, poltrone vecchio stile e un grande pianoforte nero.

«Non mi avevi detto che avresti avuto compagnia» esordisce la voce della me del passato, entrando dalla porta di ingresso. Si guarda attorno con noncuranza e punta il suo sguardo su Valerio, appoggiato di spalle al piano.

«Sarebbe cambiato qualcosa se ti avessi detto il contrario?»

«Solo che in tal caso devi fare in fretta, perché non ho alcuna voglia di incontrare i tuoi amici. Prima me ne andrò da qui e meglio sarà» risponde la me più giovane, inarcando un sopracciglio.

«Aspettami qua, torno subito con il tuo abito» replica lui, facendo spallucce e allontanandosi verso la soglia, da cui iniziano a entrare, pochi minuti dopo, gruppetti di persone, a cui la mia ombra non dà alcun credito, se non in rari casi per ricambiare i sorrisi di cortesia rivoltile. Molti di loro sembrano conoscerla, altri la guardano quasi con timoroso rispetto o, addirittura, affascinati.

Valerio rientra poco più tardi, facendosi largo fra la folla di gente, salutando e stringendo fra le mani due pacchi, che non esita a porgere alla me più giovane, seduta sullo sgabello accanto al piano e catturata, pare, dai tasti accanto a lei.

«Il mio vestito era uno solo» osserva la sua interlocutrice, scostando una ciocca castana dalla fronte. «Perché, allora, i pacchi sono due?»

«Perché mi dispiace per quell'incidente in chiesa, va bene?» confessa lui, abbassando lo sguardo sul pavimento di marmo colorato. «Uno è il tuo vestito portato in lavanderia, l'altro è per farmi perdonare.»

L'espressione rigida assunta dalla mia controparte sino a quel momento scompare e lascia spazio a un sorriso accennato, quasi divertito. «Se questo è un modo per farmi sentire in debito con te, Valerio, allora ci sei riuscito benissimo.»

«Perché in debito? Non hai nulla da restituirmi. È solo un pensiero gentile che ho sentito di dover fare» ammette, guardandola con fare incerto quando pronuncia il suo nome. Sembra sorpreso, forse anche contento. «Ma se proprio ci tieni a restituirmi il favore, potresti suonarmi qualcosa.»

«Come fai a sapere che so suonare il piano?»

«Non lo so, ma la venerazione con cui guardi la tastiera mi suggerisce una grande passione per queste cose. E se uno ama uno strumento simile, allora si impegna ad apprendere, mi sbaglio?» risponde, indicandole i tasti davanti a lei.

«No, non ti sbagli affatto» mormora e inizia a premere i bottoni, uno dietro l'altro, facendo danzare le mani su quella scacchiera musicale e coinvolgendo tutti i presenti con una melodia dolce a tal punto da invogliarli a volteggiare con lentezza all'interno dell'ambiente al suono delle sue note.

Ha chiuso gli occhi, la mia ombra e si sta lasciando trasportare anche lei da quella sinfonia e da chissà quali immagini felici, perché sorride e io lo faccio con lei fino al momento in cui non termina di suonare e le persone iniziano ad applaudire per la nostra bravura.

«Ti ringrazio per l'esibizione, signorina» dice Valerio, stringendo la mano della me più giovane. È rimasto per tutto il tempo del suo piccolo concerto a fissarla con aria ammirata, ma è tornato a nasconderla quando tutto è finito. «A questo punto, quello che tu definisci il tuo debito, è stato saldato. Però, se vorrai incontrarmi di nuovo e partecipare ancora a serate come questa, ecco a te il mio biglietto da visita. Ci sono tutti i miei numeri di telefono. Chiamami e ti dirò dove trovarmi.»

«Certo» conclude la mia ombra, porgendogli di nuovo la mano. Preleva i pacchi dalla superficie dello strumento e si avvia verso la porta. Prima di andare via, però, si guarda un'ultima volta indietro, in cerca del suo sguardo, ma si è già mischiato al resto della folla e lei non riesce più a individuarlo.

SPAZIO DELL'AUTRICE:

Anche oggi, aggiorno di giovedì. :D

Abbiamo visto che Valerio non è proprio insopportabile. Ha i suoi difetti, diciamo, come le persone normali, ma ha anche i suoi pregi e li vediamo in questo capitolo. Però, lascio giudicare a voi, come al solito. Per il resto, come vi è sembrato il capitolo? Vi assicuro che nel prossimo le cose inizieranno a movimentarsi un po'. Questo viaggio non è tanto facile. :D

Buona lettura, ragazzi. :*

Maria xxx

La chiave di SolDove le storie prendono vita. Scoprilo ora