«Penso sia ora di fare una bella pausa» interviene Antonio, massaggiandosi il ventre un pochino sporgente. «Non so voi, ma io avrei un po' di fame e, in circostanze normali, avrei già pranzato. D'altra parte, quel ricordo non mi ha aiutato nemmeno un po' a placarla.»
«Concordo» approva Stefano. Dal suo stomaco provengono alcuni rumori, così come dal mio, anche se io sono più propensa a non ascoltarli tanto sono sorpresa dalla scoperta appena avvenuta. «È stata una mattinata molto intensa per tutti. È ora di fermarci un attimo e riprendere le forze. Su, andiamo.»
Senza consultare nessuno, Stefano si avvia nella direzione opposta a dove siamo venuti e noi lo seguiamo. Per qualche istante rimango confusa, ma poi ricordo che lui, poco fa, ha detto che ci avrebbe portati a casa di alcune persone di nostra conoscenza per curarsi e mangiare e il cuore inizia a battermi forte.
Mi affianco al ragazzo per ottenere qualche informazione, ma lui è troppo impegnato ad armeggiare con il suo cellulare per darmi retta. Glielo sottraggo, stufa, alcuni secondi dopo e lo guardo con cipiglio severo, in attesa di spiegazioni. Però non arrivano, perché lui scuote la testa e indica la strada davanti a noi.
Poco dopo imbocchiamo uno dei vicoletti lungo la salita verso la cattedrale e passiamo sotto un arco, bianco e in parte scrostato come il resto della abitazioni attorno a esso, dove trovo un quadro della stessa icona della Madonna presente nella Cattedrale, l'unica nota di colore oltre alle persiane verdi e dorate o i fiori lungo l'arcata.
A un certo punto, Stefano si ferma davanti a un portoncino, oltre la chiesetta isolata dedicata, a sentire Antonio e Margherita, a San Leonardo e bussa con insistenza, finché una figura femminile abbastanza familiare apre il portone. Nonostante siano passati anni dal ricordo, Ilenia è rimasta pressoché identica. I capelli lunghi e mori le ricadono sulle spalle e i suoi occhi, così scuri da sembrare quasi neri, si illuminano nel posarsi sulla mia figura.
«Ciao» mormora lei, timida. «È passato un bel po' da quando ci siamo viste l'ultima volta. Quando ho saputo, a grandi linee, cos'è successo, però, ho voluto farti portare qui, nonostante sappia della tua amnesia.»
«In realtà, io so chi sei» la rassicuro con un sorriso. «Solo... Ricordo un atteggiamento completamente diverso. Tu e Sara eravate così esuberanti! Dov'è finito?»
«Le persone crescono» ammette. «Mi dispiace di essere stata così irritante e stupida nei tuoi confronti. Se mi guardo indietro, adesso, mi accorgo di essermi comportata in modo abbastanza superficiale con te. Adesso è tempo di rimediare e...»
«Ne parleremo una volta sopra, Ile» la stoppa Stefano. «Non è questo il luogo adatto per rimuginare su queste cose. Sarebbe meglio farlo davanti a un bel piatto di pasta e al sicuro fra le mura di casa tua. Ricorda: alla gente piace origliare.»
La padrona di casa annuisce e indica una rampa di scalini stretti e di marmo alle sue spalle, al cui termine, a destra, si trova una porta, con ogni probabilità lasciata spalancata dalla stessa Ilenia. «Prego, seguitemi, a breve sarà tutto pronto. E tu, Stefano, adesso lasciati sistemare quelle ferite. Non puoi continuare ad andare in giro in questo stato.»
«Se lo sapesse mia moglie mi ammazzerebbe solo per non averglielo detto e per averla fatta stare in pensiero». Stefano si gira verso di me, ridendo. Mi sottrae il telefono, ancora stretto fra le mie mani e inizia, a giudicare dalla sua espressione e dal modo in cui ha rinominato il contatto con cui conversa, un messaggio di scuse per la sua compagna.
«Fate come se foste a casa vostra» dice Ilenia, prima di dileguarsi nel cucinino adiacente alla saletta, una stanza abbastanza grande al cui centro è presente un tavolo, già apparecchiato e pronto per noi. Sulle pareti ci sono una serie di foto e, in alcune di esse, mi riconosco. «Per fortuna, anche se con poco preavviso, Stefano mi ha avvisata dell'arrivo di altri due ospiti.»
«Mi dispiace per questo, ma ho scoperto solo quando ho incontrato Sol che ci sarebbero stati anche loro» si scusa.
«Sol, eh? È questo il suo nome, adesso?» La bocca le si stiracchia in un sorriso. «Non c'è un nome più adatto di questo. Non è nemmeno troppo lontano da quello a cui eravamo abituati. In ogni caso, non ti preoccupare. Avrei fatto qualunque cosa per le persone a cui sono legata.»
SPAZIO DELL'AUTRICE:
Non sapevo di aggiornare oggi, ma rileggendo questo capitolo ho pensato: "C'è ben poco, qui, quindi preferisco metterlo subito, così non si dovrà aspettare molto per sapere altro."
Forse sto addirittura pensando di pubblicare due volte a settimana. Non saprei, così riesco anche a finire prima di pubblicarlo.
Vi ricordate quando vi dicevo che i personaggi sarebbero tornati tutti? Ecco, qui rivedete Ilenia. Se ricordate il capitolo 16 - e il 3 ancora prima- saprete che questa è una delle due amiche di Sol. Però, come dice lei, è un po' cresciuta. Ma questo non è tanto importante... Voi cosa dite, come mai avrà voluto incontrare Sol? Quale motivo potrà esserci?
Mentre aspetto le vostre risposte, vi auguro buona lettura e buona giornata! :*
Maria xxx
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La chiave di Sol
Mystery / Thriller(STORIA COMPLETA - PRIMA CLASSIFICATA NELLA CATEGORIA THRILLER DEL CONCORSO THE GIRLS, TERZA CLASSIFICATA NELLA CATEGORIA MISTERO DI ANIME DI CARTA) La chiave di violino rappresenta il mistero e al contempo la soluzione ai drammi di Sol. È l'unico...