«Ci sono altre domande di cui cerco la risposta» affermo all'improvviso, destando l'attenzione di Stefano, un attimo fa concentrato sulla stradina davanti a noi. La via per la Cattedrale è rimasta vuota e quel silenzio contribuisce a donarle quell'aria mistica su cui prima non ero riuscita a soffermarmi per via del panico e della concitazione. L'unica cosa a essere differente è l'odore nell'aria: le fragranze della salvia e del rosmarino, mescolate all'imperante odore della salsedine, sono così inebrianti da mettermi un certo appetito.
«Su di noi» mi affretto ad aggiungere, poiché il suo sguardo non perde quell'espressione interrogativa.
«Cosa vuoi sapere?» Stefano mi offre un sorriso gentile, rassicurante e caccia le mani nelle tasche dei suoi pantaloni sportivi. Sembra così diverso dal se stesso dei ricordi. Forse, a cambiarlo, è stata la crescita e quell'atteggiamento posseduto da chi, ormai, è diventato maturo.
«Volevo sapere com'è finita fra di noi. Nel senso... Nell'ultimo ricordo, quello della serata al bar in cui mi hai macchiato il vestito, ho solo scoperto che tu non avevi alcun interesse per me, così come io non lo avevo per te, ma non so altro. Ti prego, raccontami qualcosa. Se devo avere fiducia in te, voglio almeno sapere cosa siamo stati» lo supplico, perché ne ho bisogno.
«Prima di quell'incontro noi ci eravamo già presentati a casa tua». Sembra voler mettersi a ridere, ma si trattiene e si schiarisce la voce per assumere di nuovo un po' di contegno. «Ci siamo trovati irritanti a prima vista. Ai miei occhi, quel giorno, apparivi come la figlia viziata e altezzosa e tu, un po' di tempo dopo, mi hai confessato che ti sembravo il classico damerino figlio di papà. Ricordo di essere scoppiato a ridere quando me lo hai detto.»
«È stato prima o dopo quella serata?» domando, divisa a metà fra la sensazione di disagio e la voglia di ridere assieme a lui. Con ogni probabilità, se fossi stata una spettatrice esterna alla faccenda, anche io avrei detto lo stesso della me stessa del passato, visti i suoi comportamenti.
«Dopo. Molto dopo» replica, ma non perde la sua aria spensierata. Nonostante i lividi sul suo viso, lui riesce a essere allegro e non posso non ammirarlo per questo. In lui vedo una forza combattiva di cui io non dispongo e che vorrei tanto poter avere. «La tua relazione segreta con Valerio era già iniziata.»
«Relazione segreta? Valerio? Ma cosa stai dicendo? E tu come fai a sapere una cosa simile?» domando tutto d'un fiato, sconcertata da quella rivelazione. Nell'ultimo ricordo visto a malapena ci eravamo rivolti la parola e adesso, lui, mi racconta una cosa simile.
«Vedi, nonostante non fossimo attratti l'uno dall'altra nulla ci ha impedito di diventare amici, poi...» spiega, adesso con un tono un po' più dolce, forse anche un po' nostalgico, ma i suoi occhi scuri non perdono la loro luminosità. «Dopo quella sera ci siamo incontrati da soli un bel po' di volte. I nostri genitori credevano che le nostre uscite continuassero perché la nostra relazione stesse raggiungendo un buon livello, per cui ci lasciarono fare, ma non avevano capito niente. Così come non avevo compreso nulla di te io, fino al momento in cui non ho deciso di aprirti il mio cuore. Da quel momento in poi, ti sei rivelata un'ottima amica con tutti quei consigli. Poi è venuto il tuo turno. È stato un pomeriggio, un giorno in cui decidemmo di andare assieme al mare.»
«Cos'è successo?»
«Fino a prima di quel momento avevi sempre classificato Valerio come uno stupido pallone gonfiato, uno che si crede troppo*1. Poi, quel giorno, decidesti di vuotare il sacco con me. Ti fidavi, mi ritenevi all'altezza di custodire i tuoi segreti e quindi mi raccontasti dei messaggi scambiati con Valerio o dei vostri incontri organizzati di nascosto. Gli insulti erano solo una copertura. Mi confessasti pure che non sapevi nemmeno con esattezza perché me ne stessi parlando, ma che qualcosa, dentro di te, ti aveva indotta a farlo e tu confidavi nel tuo istinto» rammenta ad alta voce con tono quasi sognante.
«Dovevo fidarmi tanto di te se ho deciso di dirti tutte queste cose» rispondo e ricambio il sorriso, perché adesso ho finalmente ritrovato un amico, una persona conosciuta, un qualcuno in grado di fugare, se non tutti i miei dubbi, almeno una buona parte.
«E vi fidate di me se vi dico che siamo arrivati a destinazione?» domanda Antonio in tono gaio.
1 *Una persona che si crede tanto è un qualcuno che si dà molte arie.
SPAZIO DELL'AUTRICE:
Qui abbiamo un'informazione importante, non credete? Si capisce la relazione fra Valerio e Sol, finalmente e si chiarisce anche meglio quella fra Stefano e la ragazza. Era di vitale importanza che lui dicesse questa cosa, perché altrimenti i prossimi ricordi non avrebbero avuto molto senso... Ma vedrete!
Intanto aspetto di sentire le vostre opinioni su cosa ne pensate. Mi farebbe piacere saperle! :)
Maria xxx

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La chiave di Sol
Misterio / Suspenso(STORIA COMPLETA - PRIMA CLASSIFICATA NELLA CATEGORIA THRILLER DEL CONCORSO THE GIRLS, TERZA CLASSIFICATA NELLA CATEGORIA MISTERO DI ANIME DI CARTA) La chiave di violino rappresenta il mistero e al contempo la soluzione ai drammi di Sol. È l'unico...