13 - Paura

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Non siamo poi così lontani dalla centrale dei carabinieri, per cui io, Antonio e Margherita procediamo a piedi per i viottoli del centro storico, mentre le forze dell'ordine recuperano le loro vetture e si muovono davanti a noi in una processione di cui non posso non avere paura. Le conseguenze di questo incontro potrebbero essere disastrose, data la mia situazione.

Nemmeno l'allegria dei passanti chiacchieroni, le urla dei mercanti del negozio di frutta e verdura a pochi passi da noi o dei bambini impegnati a giocare sullo scivolo nella piccola piazzola davanti a cui passiamo riescono a distogliere la mia mente dalla confusione al suo interno.

Solo la frase di una signora anziana, «Non se pot meng sté tranguell»*1, pronunciata mentre eravamo di passaggio assieme ai carabinieri, cattura la mia attenzione e quella di Antonio, che le rifila un'occhiataccia arrabbiata. Non sono sicura del significato di questa frase, però a giudicare dall'espressione dell'uomo non deve essere nulla di buono o di educato nei nostri confronti.

«La gente non riesce mai a farsi gli affari suoi» bofonchia, accigliato. «Deve sempre immischiarsi in quelli degli altri.»

«Monopoli ha tante belle cose da offrire» osserva in tono malinconico Margherita, assorta nella contemplazione dell'entrata scavata nelle mura della chiesetta a cui passiamo davanti, su cui un cartello recita "Madonna del soccorso" e i cui gradini scendono fino a perdersi nell'oscurità. «Arte, cultura e un paesaggio da mozzare il fiato solo al vederlo. Però, i suoi abitanti non smettono mai di guardare agli altri piuttosto che a se stessi, di ficcare il naso nelle faccende altrui.»

«Magari questa loro abilità potrebbe tornarci utile per sapere qualcosa in più su di me» osservo, pensierosa.

«Bimba mia». Antonio prorompe in una grassa risata, che si riverbera nel vicoletto di abitazioni bianche e macchiate di umido in cui siamo sfociati. «Gli abitanti di questa città, come ovunque, parlano solo di quello di cui possono discutere. Divorzi, proprietà passate a terzi non tenendo conto delle discendenze, denaro sperperato come se si trattassero di poche centinaia di euro, rapine, ma in casi come quello in cui tu, o meglio, noi siamo capitati, tutti tacciono.»

«Non mi sembra poi tanto differente, questo caso. A loro piace parlare, no? Allora, perché mai dovrebbero rimanere indifferenti a chiacchiere come questa?» domando, non comprendendo il motivo delle sue affermazioni.

«Perché questa storia è strana, Sol. Di tutte le persone che avrebbero potuto cercarti dopo l'incidente, le uniche a farlo sono stati quella signora così disponibile, delle figure di cui non riesco a comprendere la provenienza e quel giovane, ieri sera. E i tuoi genitori? Qualunque altro parente rimasto in vita, se non ci sono loro? E anche perché la gente ha terrore, quando si tratta di situazioni simili, mia cara ragazza. Non conosco una sensazione più deterrente della paura in grado di fermare il vociare degli uomini. Spaventa qualcuno e, con ogni probabilità, se non ha la forza per affrontare i suoi timori, allora rimarrà zitto» afferma e io convengo con lui al riguardo delle sue parole.

Alzo lo sguardo e mi rendo conto solo adesso di essere arrivata davanti alla soglia della centrale dei carabinieri, al cui ingresso, davanti alla grande porta verniciata di marrone, è piantonato uno dei tanti uomini in divisa visti poco prima.

«Vi stavamo aspettando. Prego, entrate. Il mio collega vi sta attendendo nel suo ufficio» ci invita l'individuo, indicandoci l'ingresso.

Mentre varco la soglia, le mia mente ritorna al discorso compiuto poco prima dal panettiere sulla paura. In questo momento sta inghiottendo anche me, oltre alle parole che vorticano all'interno della mia testa.

1*Non si può nemmeno stare tranquilli.

SPAZIO DELL'AUTRICE:

In alto, c'è l'entrata della chiesetta rupestre della Madonna del Soccorso.

Non mi sembrava il caso fare uno spazio autore anche nell'altro capitolo, breve più o meno quanto questo. Abbiamo visto, comunque, Antonio scontrarsi con queste persone, di cui ancora non conosciamo bene le intenzioni. Sol fa solo delle supposizioni al riguardo, ma vedremo se si riveleranno esatte o errate.

Qui non succede molto, in effetti, però mi auguro che queste riflessioni non vi risultino pesanti! Nel prossimo capitolo vedremo l'introduzione di un nuovo personaggio, che ritroveremo per il resto della storia. Vi posso assicurare che presto, intorno al capitolo diciassette, inizieremo a vedere qualche nodo della storia iniziare a sciogliersi.

Fatemi sapere un po' cosa pensate, quali sono le vostre idee al riguardo, chi pensate abbia mandato queste figure... Aspetto le vostre risposte!

Maria xxx

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