La sagoma davanti a me ha le stesse sembianze del primo Guardiano, eppure la sua voce è diversa, così come il suo modo di osservarmi. Non mi scruta con la stessa aria di divertimento, ma sembra contenere, in quelle sfere bianche che ha per occhi, dolore, quasi nostalgia di qualcosa.
Margherita, accanto a me, mi guarda dubbiosa fino al momento in cui il Guardiano non si rivela anche a lei, lasciando a bocca aperta la donna. Sono molto più rilassata rispetto a prima, quando temevo di essere accusata di pazzia nel momento in cui avessi parlato al vuoto.
«Sono pronta ad ascoltarti» dichiaro, sedendomi su una delle panche di legno scuro accanto a me della navata destra, seguita dalla moglie di Antonio. In giro non c'è nessuno e sono sicura che questa sia opera del nuovo Guardiano. Ritengo impossibile che a quest'ora della mattina nessun fedele venga a rivolgere una preghiera. Soprattutto se si tiene conto dal senso di pace infuso da questo luogo.
L'omino annuisce e muove le mani come il suo predecessore per ricreare la scena a cui devo assistere, poi si siede accanto a me e indica una bara scura, ai piedi dell'altare bianco, su cui sono chinate diverse decine di persone, occupate a mormorare fra loro chissà quali frasi di dolore e cordoglio verso il defunto.
«Ma chi è morto, Guardiano?» domando, mentre cerco di sfiorare una delle persone sedute vicino a me, ma mi accorgo di non poterlo fare, perché le mie mani passano attraverso quelle ombre del passato.
«Un vostro caro amico» risponde la voce femminile, indicando un punto impreciso in mezzo alla folla. «Dopo mesi di terapia in ospedale il tumore ha avuto la meglio su di lui e siete venuti a dargli l'ultimo saluto. Tu non ne hai memoria, almeno per adesso, però eravate molto legati al defunto. Ci siete cresciuti insieme sin da piccoli.»
All'inizio non comprendo il motivo per cui abbia utilizzato il plurale, ma quando mi decido a spostare lo sguardo nella direzione indicata dalla figura, scorgo la sagoma elegante di Occhi Verdi, avvolta in un sobrio abito nero. Sembra aver perso tutta la spavalderia della prima volta in cui l'ho visto e al suo posto, sul suo volto, trovo un'aria seria, addolorata, a momenti anche riflessiva.
Sposto gli occhi da un gruppetto all'altro in cerca della me stessa del passato e alla fine la trovo, poco lontana da Valerio e concentrata a osservare il ragazzo come se avesse commesso chissà quale reato. Se dovessi interpretare il mio stesso sguardo, direi che devo essermi domandata cosa ci facesse lui qua e aver pensato di volerlo mandare a quel paese, altrimenti non si spiegherebbe l'aria arrabbiata sul mio volto.
«Adesso osserva meglio la scena. Mantieni la concentrazione su di te» mi ordina Guardiano con calma. A seguito delle sue parole le forme diventano per qualche istante confuse e indistinte, come se avesse premuto un tasto per accelerare il tempo, per poi tornare ad assumere fattezze concrete.
Nel momento in cui la visuale torna a essere chiara, vedo la me più giovane litigare con Occhi Verdi con un tono molto offeso, forse addirittura disdegnato. Guardo sul mio vestito rosa, dove spicca una macchia scura e capisco il motivo per cui sono tanto arrabbiata con lui.
«Dovevi fare più attenzione! Questa macchia, adesso, non se ne andrà via con poco!» grida la me più giovane, rossa in viso, mentre gli rivolge un gestaccio di cui si pente subito, ma ormai è troppo tardi per ritirarlo e abbassa lo sguardo, stringendo le mani a pugno.
«Mi dispiace... Come hai detto che ti chiami?» domanda l'altro, un po' frastornato. Dallo sguardo rivoltomi, capisco che non si aspettasse una simile reazione da me.
Quando pronuncio il mio nome, però, non riesco a sentirlo e mi giro verso Guardiano in cerca di spiegazioni, di motivi per cui ancora non posso scoprire chi sono. I miei ricordi saranno anche persi per un po', ma ritrovare quantomeno il mio nome mi darebbe la sensazione di essere una persona definita, con un'identità precisa, invece di brancolare nel buio.
«Perché non è ancora il momento, Sol. Per adesso continuerà a essere questo il tuo nome» afferma il Guardiano, ripetendo il gesto di prima per riportare la mia attenzione sulla scena, in cui appaio meno arrabbiata di qualche istante prima, solo stufa.
«Prometto che ti ripagherò l'abito» aggiunge con aria allarmata il ragazzo, grattandosi la nuca su cui ricadono alcuni riccioli scuri. «Vieni a questo indirizzo, domani pomeriggio verso le sette e ti prometto che mi farò perdonare.»
«Sarà meglio per te» conclude la mia controparte con aria infastidita e si allontana verso la porta, che oltrepassa per andare in strada.
Mi alzo anche io, imitata da Margherita, ancora scossa per tutto quello a cui ha assistito. Capisco il suo scetticismo al riguardo o il perché la sua faccia abbia perso di colore, ma sono sicura che più avanti inizierà ad accettare questo genere di avvenimenti, se continuerà ad accompagnarmi in questo viaggio.
«Abbiamo finito?» mormora la donna, portando la mano sul petto e sospirando.
«No, non ancora. Sedetevi, questa storia continua» ci impone Guardiano.
SPAZIO DELL'AUTRICE:
Allora, vediamo. In questo capitolo, così come in quello precedente, abbiamo avuto modo di conoscere meglio sia (un pochino) Margherita e sia Sol, che come avete visto qua ha un bel caratterino, non credete? Valerio, invece, forse non è così "spavaldo" come vuole fare credere.
Anche questa volta ho preferito mettere una foto del luogo. In particolare, del suo interno, così anche questa volta potrete rendervi conto più o meno dell'atmosfera e immaginare meglio le situazioni.
Nella parte precedente sono stata "cattiva" mozzando ancora il capitolo, ma anche qui non scherzo, mi sa. Però, almeno non vi ho lasciati con un altro capitolo di passaggio. Perdonatemi. :D
Nel prossimo capitolo vedremo di nuovo questi due. Chissà cosa combineranno, lei e Valerio. Voi che dite? Cosa ne pensate? Fatemi sapere! :*
Maria xxx
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La chiave di Sol
Mystery / Thriller(STORIA COMPLETA - PRIMA CLASSIFICATA NELLA CATEGORIA THRILLER DEL CONCORSO THE GIRLS, TERZA CLASSIFICATA NELLA CATEGORIA MISTERO DI ANIME DI CARTA) La chiave di violino rappresenta il mistero e al contempo la soluzione ai drammi di Sol. È l'unico...