21) The days with him

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21) The days with him.

24/04/2015

"Dormigliona." Una voce che riconosco all'istante irrompe in camera mia, e subito dopo sento il suo corpo sdraiarsi vicino al mio e stringermi dai fianchi.

"Daniel." Mi giro verso di lui ancora mezza addormentata. Come ogni mattina, dopo quella brutta serata, Daniel mi veniva a dare il buongiorno e poi mi faceva compagnia tutta la giornata mentre studiava ed io cazzeggiavo col telefono.

"Dai che oggi un'altra maratona di Greys Anatomy e poi Fisica quantistica." Non
Uscivo da quel giorno, e lui insieme a me, cercava di non farmelo pesare ma a me dispiaceva vederlo rinchiuso in camera mia. Avevo paura si stancasse di me.

"No." Lo interrompo subito.
"Oggi esci."

"No Amelia, oggi Greys anatomy." Ripete autoritario prendendo subito il telecomando.

"Sharman vuoi farmi seccare?" Dico alzandomi e raggiungendolo vicino al televisore. Siamo l'uno di fronte all'altro.

"È il mio passatempo preferito." Dice pizzicandomi una guancia e buttandosi nel letto subito dopo.

"Irritante." Dico ridacchiando. Non riesco ad essere seria con lui, lui fa uscire il lato più vero e bello di me.

"Siediti Piccola, mi copri la visuale." Dice con nonchalance. Mi blocco per un istante. Mi ha davvero chiamato in quel modo? Daniel Sharman sta facendo qualcosa a me, alla mia mente, al mio cuore.
"Sveglia."

"Si scusa." Solo dopo il suo secondo richiamo mi sposto e lo raggiungo. Mentre inizia la serie sento vibrare il suo telefono e leggo il nome di Dylan sul display.
"Ti chiamano."

"Pronto?" Risponde solo dopo che glielo passo.
"Sei in viva voce Dylan, quindi non dire cazzate."

"Con chi in viva voce?" Chiede curioso.

"Amelia." Dice e Ridacchia all'istante quando vede la mia espressione offesa.
"Ed é anche abbastanza seccata perché l'ho chiamata così."

"Ok, salutamela." Dice totalmente indifferente.
"Che ne dici di uscire al Centro commerciale? È da quattro giorni che ci dai buca."

"No guarda..." ad un tratto inizio a pensare ad un idea fantastica, per poterlo far divertire di nuovo senza farmi da babysitter.

"Ehy Dylan, Sono Mia." Dico rubandogli il telefono dalle mani.
"Daniel ci sarà."

"Cosa? No Mia." Dice Daniel.

"Fantastico, io e Tyler ti aspettiamo li." Dice Dylan entusiasta.

"Non se ne parla." Dice lui lamentandosi con noi.

"Dai." Lo prego.
"Vatti a divertire."

"Ok." Dice abbassando lo sguardo.
"Non riesco a resistere alla tua faccia da cucciolo bastonato." Spiega ridacchiando, mentre Dylan fa un rumore simile ad una smorfia.
"Ma ad una condizione.." aggiunge dopo.
"Che Mia viene con noi."

"Cosa?" Diciamo in coro io e Dylan. Noi che ci siamo sempre odiati per una volta siamo d'accordo.
"Non se ne parla." Dico io categorica.

"Mia..." mi avverte.

"Sei uno stronzo." Affermo.

"Allora? Che decidi?" Chiede daniel ridacchiando.

"All'ora di pranzo siamo lì." Sbuffo chiudendo la chiamata.

"Sii." Esulta.
"Daniel ha vinto, Daniel ha vinto." Canta eseguendo un balletto della vittoria davvero imbarazzante.

"Daniel ti odio." Dico spingendolo e facendolo cadere dal letto. Sento un botto e subito mi avvicino a lui in suo soccorso.
"Scusami, scusami non volevo."

"Tranquilla, tutto apposto." Dice rialzandosi e tenendosi la testa.

"Hai sbattuto la fronte, ti sta gonfiando." Dico toccandogli il punto dolorante, e subito salta in aria. Non so se è stato il dolore o qualcos'altro, ma per qualche secondo è rimasto immobile a fissarmi.
"Mettiamo del ghiaccio." Lo prendo per mano mentre lo Guido in cucina.
"Siediti li mentre io prendo il ghiaccio." Gli indico la sedia vicino al frigo, ma quando mi volto lo trovo seduto sul mobile accanto al lavello. Prendo il ghiaccio e mi incastro tra le sue gambe per metterlo nella fronte.

"Hai un buon profumo." Annuncia.

"Anche tu, sai di..." Dico goffa.
"Uomo."

"Uomo?" Ridacchia ed io annuisco.
"Grazie, tu sai di donna."

"Scemo." Dico spingendolo scherzosamente.

"Ei vacci piano, sei pericolosa quando spingi." Dice ironico alludendo alla caduta di prima.

"Scusami ancora." Dico imbarazzata. Ho i suoi occhi di fronte a me e ho la pelle d'oca per la poca vicinanza tra la mia bocca e la sua.
"Io non volevo."

"Lo so Piccola." E rieccoci con quel nomignolo. Potrei abituarmici.

"Se ti senti in grado di guidare possiamo iniziare ad andare al centro commerciale." Dico io allontanandomi dal suo corpo.

"Preferivo stare così." Dice prendendomi dalle braccia ed avvicinandomi di nuovo tra le sue gambe mentre perdo il respiro.
"Ma hai preferito fare altro." Mi allontana indispettito e scende dal mobile, mentre si reca verso l'uscita. Lui sa che potere ha su di me, lo sa bene purtroppo.
"Andiamo?" Dice ghignando con le chiavi in mano.

Per tutta la strada non fiatiamo, a dividere i silenzi era Sweet Creature di Harry Styles.
Arriviamo proprio nello stesso momento di Tyler e Dylan. Scendiamo dalla macchina e li andiamo a salutare. È la mia prima uscita dopo quella brutta sera.

"Ciao Mia." Tyler mi abbraccia quando mi vede e mi da un bacio sulla guancia sinistra, mentre Dylan si accontenta di un banale cenno con la testa.

"Andiamo a mangiare?" Dice Daniel dopo i vari saluti.

"Non aspettavo altro." Commenta Dylan. Ci rechiamo al primo ristorante che vediamo e mentre Daniel e Dylan vanno ad ordinare io e Tyler andiamo a prendere i posti.

"Come mai Daniel era a casa tua?" Mi chiede curioso.

"Siamo ottimi amici." Dico solo. Non posso mica dirgli di avere una cotta per Lui. Che poi, davvero mi piace Daniel? Dopo quei giorni ne sono convinta. A me piace.

"Niente di più?" Chiede.

"Niente." Dico con fatica.
"Di più." Aggiungo alla fine.

Dopo una lunga chiacchierata riguardante l'università e tutti i corsi che sta seguendo, Arrivano Daniel e Dylan.

"Tieni." Dice Daniel porgendomi l'Hamburger che avevo chiesto e la stessa cosa fa Dylan con Tyler.

"Che sta succedendo ultimamente?" Chiede Dylan verso il ragazzo accanto a me.

"Che intendi?" Risponde Daniel solo dopo aver dato un morso al suo hamburger.

"Che sei strano." Dice Tyler intromettendosi e ricevendo l'appoggio dal suo amico.

"Strano?" Chiede continuando a mangiare, tutto questo con una nonchalance che solo Daniel ha.

"Si, non esci con noi da un'eternità." Dice Dylan.

"E forse anche di più." Si lamenta Tyler.

"Ho avuto da fare." Dice facendo spallucce. Cala un minuto di silenzio.

"Il tuo da fare per caso è seduto accanto a te?" Chiede Dylan.

Per un attimo io e Daniel ci guardiamo in silenzio, ma solo dopo capisco a cosa si riferiva.

"Non scopiamo, se è questo che intendi." Dice Daniel disgustato dall'ipotesi dell'amico. Gli faccio schifo?

"E allora perché passate così tanto tempo insieme?" Chiede Sempre Dylan.
"Non state mica insieme?"

"Ma che sei pazzo?" Diciamo in coro io e lui, e solo dopo me ne pento un po' di quello che ho detto.

Perché io avrei voluto con tutto il cuore stare insieme a lui, ma so che era impossibile che quest'uomo perfetto potesse anche solo guardare in quel modo un essere imperfetto come me.

Childhood friend/ Daniel Sharman Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora