8)Afternoon like old times.

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8)Afternoon like old times.

15/02/2015
Ricordate il giorno più brutto della vostra vita? Ricordate cosa avete provato? Ricordate cosa avete fatto dopo? Come si fa a riconoscere il
Giorno più brutto della propria vita? Semplice, l'indomani non sarete più gli stessi.
Sono passati ormai anni dal giorno più brutto della mia vita, ero solo una bambina di 14 anni e non sapevo bene a cosa andavo incontro. E per colpa di quel giorno, mi ritrovo a vivere costantemente con l'ansia che qualcosa vada male.

È mercoledì, sono passati tre giorni dal compleanno di Dylan, e decisamente non mi ero ripresa. Alla fine la serata non era andata male, avevo anche fatto amicizia con Tyler, ma Daniel e Bella insieme mi avevano completamente sconvolto. Non che non sapevo che tra loro c'era qualcosa, ma vederselo sbattuto in faccia fa male, anzi malissimo. Non so cosa provo per Daniel, in realtà non provo niente per nessuno, però quel dolore continuo alla pancia quando lo incontro o gli parlo, non se ne va.

Sai quando capisci di essere triste? Quando ti svegli la mattina e non vedi l'ora che torni la sera, e poi non vedi l'ora che viene la mattina, e poi la sera, e così via. Non vedi l'ora che la
Vita passi, ma non passa e tu rimani ferma con la tua tristezza, con quella tristezza che ti ucciderà prima o poi. Con il peso del giorno più brutto della tua vita dentro di te che ti logora dentro.

Decido di uscire a prendere un po' d'aria. Mi siedo sulle scale del portico di casa mia e chiudo gli occhi.

"Uno, Due, Tre." Inizio a contare.
"Uno, Due, Tre. Dai Mia, mamma non c'è, devi cavartela da sola." Dico tra me e me quando sento il respiro mancarmi.
"Uno, Due, Tre."Urlo completamente in panico.

"Mia! Mia che succede?" Vedo Daniel dall'altro lato della strada con un sacco della spazzatura in mano che butta all'istante quando si accorge di me e corre in mio aiuto.
"Sta calma."

"Uno, Due, Tre." Inizio a piangere, lacrime amare coprono il mio viso.
"Uno, Due, Tre."

"Per favore mia, per favore riprenditi." Dice abbracciandomi e stringendomi a lui sempre più forte.
"Fallo per me." Lo sento, lo sento vicino, lo sento piangere.

"Daniel." Smetto di ansimare.
"Grazie."

Nessuno era riuscito a calmarmi dopo un attacco ad eccezione di mia madre e il dottore dove facevo terapia, neanche mia sorella, ma lui si.

"Mi hai fatto spaventare." Dice asciugandosi le lacrime con la manica della felpa, e asciugando anche le mie.

"Scusami." Dico sincera.
"Non so che mi prende a volte." Bugia, lo sapevo.

"Non scusarti." Dice dolcemente.
"Vieni a casa mia, ti do qualcosa da bere."

"No, non voglio disturbare. Vado a casa." Dico sincera e poi non mi andava di stare da sola con lui.

"Mia." Mi fa voltare verso di lui.
"Sai che non ti lascio da sola, sono irremovibile su questo." Dice sicuro, così Sbuffo a mi alzo seguendolo.
"Prendi questa." Mi passa una coperta di lana.
"Stavi tremando fuori."

"Non è perché avevo freddo, ma per l'attacco. Mi capita spesso." Rivelo.
"Intendo tremare."

"Hai bisogno di divertirti, cara Mia." Dice lui ridacchiando mentre mi passa una tazza di cioccolata calda.

"La prendevamo sempre quando eravamo piccoli!" Dico felice.

"Io la prendo tutt'ora." Confessa.
"Non vedo il motivo per cui devo smettere, é buona e tranquillizza i nervi."

"Ho bisogno di tante dosi allora." Dico facendolo ridacchiare.

"Mi spieghi a cosa sono dovuti questi attacchi?"Mi chiede.
"Ed intendo il vero motivo."

"Lo sai?" Chiedo.

"In realtà non so niente, ma vorrei sapere." Dice toccandomi dolcemente una guancia.
"Voglio aiutarti Mia."

"Lo so, lo so che vuoi." Dico triste.
"Ma non va a me."

"Perfetto." Abbassa lo sguardo e lo seguo, fino a guardare l'elastico che gli ho dato giorni prima.

"Perfettissimo."

"Perfettussimo." Ribatte lui, facendomi sorridere sorpresa.

"Te lo ricordi?" Ridacchia adesso.

"Certo!" Dice lui sorridendo.
"È come dire perfettissimo ma con più potenza."

"Ti voglio bene Daniel, davvero." Dico lasciando uscire le mie emozioni e abbracciandolo.

"Anche io, non sai quanto." Dice e anche se tintinnante si lascia andare al mio abbraccio.
"Quando vorrai essere aiutata, sai dove trovarmi."

"Quando succederà, sarai il primo a saperlo."

"E adesso?" Chiede lui.

"E adesso cosa? Ritorno a casa mia." Dico io alzandomi dalla sedia.

"Neanche per idea, appena ritorna tua madre o tua sorella potrai anche andare, fino ad allora rimani qui." Dice sdraiandosi nel divano e accendendo la Tv.

"Ma mia madre ha il turno di notte e Tess è uscita con tua sorella, non so quando tornerà." Spiego delicatamente.

"Beh, allora conviene metterti comoda." Dice indicandomi l'altro divano.
"Sono sicuro che vedere i film all'in piedi non è per niente bello."

...

"Dai.. era ovvio. Come puoi rimanerci così male?" Mi chiede prendendomi in giro.

"Daniel ho un cuore a differenza tua. Ci rimango male se una persona affetta da una malattia muore." Spiego asciugandomi le lacrime.

"Ma è un film!" Dice lui, e non lo capisco fino in fondo. Sua madre è morta per lo stesso motivo e riesce a reagire freddamente.
"È nella realtà che si deve piangere, e se hai avuto la fortuna di non esserci mai passata non avvilirti per uno stupido film." Disse ed in effetti aveva ragione.

"Scusami, so quanto eri legato a tua madre." Dico sedendomi accanto a lui.

"Ma non puoi neanche immaginare quanto male sono stato." Dice abbassando lo sguardo.

"Ei." Gli rialzo il volto con un dito.
"Ci sono io qui."

"Lo so, grazie." Dice sorridendo leggermente.
"Sai che mia madre è morta dopo due giorni il nostro trasloco a Londra?" Mi rivela, facendomi rimanere a bocca aperta.
"E sai perché siamo andati lì? Ci avevamo detto che poteva guarire con delle nuove cure.Non è accaduto." Vedo i suoi occhi chiari farsi scuri, pieni di odio.
"Sai quanti anni avevo? 12. Non immaginavo neanche cosa stava succedendo."

"E poi?" Chiedo piano, mentre gli accarezzo una coscia per dargli coraggio.

"E poi siamo rimasti lì, eravamo distrutti per poter tornare alla vecchia vita dove tutto era perfetto con lei perché ormai, lei non c'era più e quindi la nostra vita non poteva essere più perfetta." Mi confida.

"Anche se avevi me qui? Io potevo aiutarti."

"Lo so, e non ho mai smesso un minuto di pensare che alla fine potevo soffrire di meno se c'eri tu accanto a me." Mi rivela.

Anche io avrei sofferto di meno, se c'era lui accanto a me nel periodo più brutto della mia vita.

Childhood friend/ Daniel Sharman Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora