31/05/2015
Sabato ore 10:30Siamo appena arrivati al Luna Park e Daniel è seriamente convinto di farmi salire su quelle giostre altre metri e metri.
"Piccola buttati, voglio che mi ricordi per sempre e questo è l'unico modo." Dice lui mano nella mano con me.
"Daniel ma io to ricorderò per sempre ugualmente." Dico dolcemente, mentre lui passa il suo braccio tra le mie spalle.
"Si lo so." Dice ridacchiando.
"Però facciamo quelle giostre. Fallo per me."Le sue parole per me sono legge. Infatti, mi ha fatto fare per la prima volta le montagne russe. A me, Mia Müller, ragazza che soffre di vertigini da sempre.
Poi siamo andati a vedere l'acquario, dove non ero mai stata, e per finire in bellezza abbiamo mangiato cose che non avevo mai sentito neanche nominare.
"È ormai pomeriggio inoltrato." Dico sbuffando, le gambe non le sento più.
"Sono stanca.""Abbiamo un altro posto da visitare." Sbuffa lui, scocciato di sentire sempre la stessa cosa da due ore ormai.
"È qui vicino, possiamo andarci a piedi."ma quando mi vede strabuzzare gli occhi, continua subito la frase.
"Ti porto io dai.""No, peso." Dico allontanandomi dalla sua presa.
"Smettila che sei più leggera di una piuma." Detto questo mi prende sulle spalle e ci incamminiamo per le strade affollate di Detroit.
"Adesso indossa una benda sugli occhi, non voglio che vedi dove stiamo andando.""Ok sergente." Dico ridacchiando e mettendomi una fascia che avevo in borsa.
"Quando arriviamo?""Siamo arrivati in realtà." Dice facendomi scendere.
"Puoi togliere la benda."E quando la tolgo la mia bocca tocca per terra.
"No." Dico subito.
"No, te lo scordi."Faccio per girarmi ed andare nel senso opposto, ma vengo fermata dalle sue potenti braccia.
"Fallo per me." Dice supplicante.
"Te lo sogni, Daniel." Dico velenosa.
"Non riesco.""Allora fallo per tuo padre." Urla.
"Non riesco a guardarlo più in faccia." Dico io, iniziando a sentire le guance umide.
"Perché mi hai portato al carcere?""Devi perdonarlo." Dice subito.
"Non capisci." Lo interrompo asciugandomi una lacrima ormai arrivata al mento.
"È lui che deve perdonare me.""Cosa?" Si blocca, stupito.
"Si." Confermo.
"Non sono mai venuta a trovarlo semplicemente perché io ci colpo, non lui. Io dovrei essere lì dentro, non lui.""Spiegati." Dice tentennante.
Flashback
"Mia hai capito che non è per niente bello stare ore e ore in macchina senza fare niente?" Chiede mio padre ad una Mia di soli 13 anni.
"Ma non fate niente voi della polizia." Sbuffai annoiata.
"Pensavo che arrestavi e combattevi contro i cattivi.""Noi stiamo in auto ad aspettare le richieste di aiuto, ma se non ce n'è non serviamo." Mi rispose lui, mi guardava con quegli occhi molto simili ai miei.
"Ma è noioso." Dissi e subito dopo sentimmo un rumore proveniente dalla stazione radio.
"Mi sa che tra poco assisterai ad un po' di azione." Disse lui eccitato. Adorava fare il poliziotto, ed io adoravo lui.
"C'è un emergenza. Stanno facendo
Una rapina alla banca centrale."
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Childhood friend/ Daniel Sharman Wattys2018
FanfictionLei, Mia Müller diciannovenne goffa, Timida, realista, annoiata dalla solita routine. Cosa succede se un vecchio amico d'infanzia (childhood friend) ritorna a traslocare di fronte cosa sua come 10 anni prima? Lui, Daniel Sharman Ventunenne amante de...