11)Extremely too much

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11)Extremely too much

08/03/2015
Come Daniel aveva già preannunciato, la mattina decise di farmi vedere tutta Londra: Passavo da adorare il Big Ben a Rimanere stupita del Museo di Madame Tussauds in un attimo.  È stata una delle mie mattinate preferite, e questo non perché c'era lui accanto a me, e non perché eravamo fidanzati per la zia Joys e Zio Tom, ma perché avevo appena realizzato il mio sogno, e non c'è niente più bello nella vita di questo.

"Ti è piaciuta?" Dice Daniel sorseggiando il suo frappé. Adesso eravamo seduti in uno dei tanti bar sulla strada principale.

"È bellissima." Mi complimento. Londra è davvero la città che fa sognare.
"Sei stato fortunato a viverci per nove anni."

"Sarei stato fortunato se il motivo alla quale vivevo qui non fosse per via della malattia di mia madre." Rispose abbassando lo sguardo sul tavolo di legno. Aveva ragione, ed io ero stata maledettamente egoista.

"Scusami." Dico mettendo la mia mano sopra la sua, cercando di dargli forza.

"Ei." Alza lo sguardo incontrando il mio.
"Non hai detto niente di sbagliato." Mi sorride facendo scoppiare il mio cuore di gioia. È il sorriso più sorridente che ho mai visto.

"Come fai?" Chiedo stranita.

"A fare cosa, Amelia?" Chiede ridacchiando sotto i baffi per la mia goffaggine.

"A sorridere così dopo tutto quello che hai passato." Riformulo la mia domanda.

"Penso che c'è chi sta peggio di me. Ad esempio io sono fortunato a poterti sentire parlare. Sono fortunato a riuscire a vedere ciò che mi circonda. Sono fortunato perché questi chilometri che abbiamo fatto stamattina, li ho fatti con le mia gambe. Sono fortunato perché riesco ad afferrare questo bicchiere con tutte e cinque le mie dita." Dice, ed aveva proprio ragione.
"Sono fortunato perché adesso sono davanti a te e tu sei davanti a me.." incatena il suo sguardo al mio.
"E non vorrei essere in un altro posto."

"Tu mi uccidi."   Dico ironica, strappandogli un sorriso, se possibile, ancor più bello di quello di prima.

"A volte ti guardo e la mia mente vaga.." Inizia, distogliendo lo sguardo dal mio.
"Mi chiedo sempre come sarebbe andata se mi avessi amato."

"Ma, Daniel, Io ti amavo." Confesso.
"Pensavo si fosse capito che ero pazza di te."

"Pensavi male." Dice lui.
"Ok, potevo capire che eravamo piccoli e non avevamo neanche un'esperienza, ma tu sei stata il mio primo ed unico amore." Spiega dolcemente.
"In realtà non so se era amore, ma avevo sofferto così tanto da negarmi questo sentimento in questi anni."

"Era una cotta forse." Dico guardando la mia tazza, un po' troppo a lungo.
"O infatuazione."

"Si può essere. Ma quella cotta o infatuazione, chiamala come vuoi, mi uccideva ogni volta che ti vedevo con qualcuno." Dice sincero.
"Qualche secondo fa hai detto che io ti uccido, e adesso ti rivelo che tu uccidevi me in passato, bizzarro no?" Per niente. Forse è il Karma. Si,soffrire per un amore non ricambiato. Che poi, amore? Non so neanche cosa sia, lo vorrei provare non lo nego, ma lui non è disposto.

"Neanche io sono mai stata innamorata dopo di te." Confesso.

"Forse eravamo così piccoli ed inesperti da considerarlo amore, quanto in realtà, non lo era." Dice scrollando le spalle. Pugno al cuore.

"Io vorrei trovare qualcuno che mi ami, voglio provare quella sensazione di essere voluta estremamente tanto, estremamente troppo." Dico incontrando i suoi occhioni.

"Io no." Dice scrollando le spalle. Ad un tratto gli suona il telefono e risponde immediatamente mentre io ne approfitto per mandare dei saluti a mia mamma, mia sorella e a Danielle.
"Si zia, adesso arriviamo."

"Che succede?" Chiedo quando chiude la chiamata.

"È arrivato James a casa, quindi dobbiamo andare a salutarlo." Mi informa.

"Che ore si sono fatte?" Chiedo.

"Le 17:30." Era passata un'intera giornata così velocemente da neanche rendermene conto. È proprio vero il detto che quando ti diverti il tempo vola, perché con lui io mi ero divertita.

"Anche per James dovrò essere la tua ragazza?" Chiedo.

"Si, se per te va bene." Dice subito.

"Certo certo."

...

"Quindi tu sei la famosa Mia." Il ragazzo biondino mi stringe la mano mentre l'altra la tiene stretta con quella della sua futura moglie.
"Io sono James, piacere."

"Tu Sai già chi sono." Ridacchio.

"Non è fantastico che anche Daniel si sia trovato una donna?" Entra in gioco zia Joys, facendo annuire suo figlio.

"Si, finalmente." Dice James.
"Era ora caro Daniel."

"Quando il matrimonio?" Dice Mae, cercando di fare la simpatica, ma fallendo miserabilmente dopo l'occhiataccia da parte di suo fratello.

"Ancora è presto." Dice a denti stretti verso sua sorella.

"In realtà ne parlavamo proprio ieri." Dice ridacchiando, ed insistente lei.

"Festeggialo qui, non farci andare fino in America." Chiede lo zio Tom.

"Non ci sarà nessun matrimonio." Dice Daniel.
"Per adesso."

"Cosa?" Chiede Mae.

"Si, tra due giorni si sposa James." Dice ironico.

"Già e direi di brindare." Dico cambiando argomento ed alzando il bicchiere di champagne in alto, seguita da tutti.

"Daniel è passato due giorni fa Will e parlando del più e del meno gli ho detto che saresti venuto. Gli farebbe piacere vederti." Dice James. Will? Dimenticavo. Daniel aveva sicuramente degli amici qui, era anche il capitano della squadra di calcio.

"Si, magari stasera passo a salutarlo." Dice grattandosi la nuca.

"Porterai anche Mia, ovviamente." Dice zia Joys.

"Non penso." Dice sorridendo nervosamente.
"Siamo tutti maschi, non sarà a suo agio."

"Mia è amichevole." Dice Mae entrando nella discussione.
"Si troverà a suo agio, sta tranquillo."

"Devi fargli vedere che ti sei fidanzato, e che non scherzi più." Dice James.

"No no. Passo." Dice Daniel. Era ovvio che non mi voleva con loro, ma lo capisco, era una cosa sua passare del tempo con quei amici.

"C'è una partita domani sera al solito campo, unisciti anche tu." Lo avverte James.
"Porta anche Mia."

"Vedremo." Sorride preoccupato.

E più lo guardo e più mi accorgo che lo voglio, estremamente tanto, estremamente troppo.

Childhood friend/ Daniel Sharman Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora