Capitolo 8

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Il comportamento di Serah mi aveva lasciato un grande punto interrogativo nella mente, cosa nascondeva quella ragazza tanto dolce? Pensandoci..Serah sembrava proprio il tipo di persona che nascondeva qualcosa di importante, qualcosa che la rendeva lei..mi spiego? Quei particolari all'apparenza piccoli ma che nascondono chissà cosa, un piccolo sorriso che potrebbe nascondere una grande felicità o un profondo dolore, una smorfia che può mostrare un disappunto o un sorriso che non si vuole mostrare, una risata che potrebbe suonare felice quando invece è un modo per nascondere ciò che non si vuole far vedere. Insomma piccoli particolari che fanno vedere una persona in lati opposti, particolari che ti cambiano la visione dei fatti, che cambiano il modo di vedere le cose, particolari che rendono una persona differente dalle altre. Se tutti iniziassero a cogliere i particolari delle persone, ci sarebbero meno fraintendimenti, c'è sempre una piccola cosa che rivela la vera versione dei fatti, la vera natura delle persone.

"Jenna..tutto okay?" mi domandò Alex con la testa leggermente china verso un lato e con un'espressione indecifrabile. Guardandola non riuscivo a capire se era preoccupata, sarcastica o semplicemente cortese, quella donna meritava una padellata in fronte, non poteva essere cosi indecifrabile. E parlando di particolari, da stronzona che era, sapeva nasconderli.

"Vado da Serah, qualcosa non quadra e..non per fare la ficcanaso, ma secondo me c'è qualcosa che non va e ogni tanto la gente ha bisogno di parlare con qualcuno, mi sbaglio?" dissi insicura, e se Serah non voleva nessuno intorno? Anche se non volere nessuno non vuol dire non averne bisogno. Alex mi guardò in silenzio per qualche secondo ma poi fece un mezzo sorriso

"Conoscendo Serah, la puoi trovare in due modalità: la prima è la modalità "vade retro satana, lasciami stare!!". La seconda è la modalità cucciolo di panda che ha bisogno di abbracci" disse ridendo all'ultima opzione

"Spero di trovarla nella seconda modalità allora. Vuoi venire con me? Dopotutto siamo uscite in tre, non vorrei abbandonarti" Alex scrollò le spalle e alzò un braccio indicando una direzione

"Vai in quella direzione, appena vedi una fontana in marmo vai a sinistra, troverai una piccola collina, di solito va lì" annuii non sicura, non mi andava di abbandonare Alex in quel modo.

"Non preoccuparti per me, devo tornare a casa prima che Katherine inizi a sclerare e a chiamare l'FBI" disse sbuffando

"Bhe siete 'sorelle' no? Sorelle ma non sorelle, dio quello che ha detto Val sembra più stupido detto da me" Alex ridacchio ed iniziò ad incamminarsi

"Si dice sorella adottiva Jenna, non è strano dirlo e non mi ferisce, puoi dirlo con tranquillità" la curiosità mi diede subito alla testa, mille domande mi si presentarono nella mente ma non volevo essere una ficcanaso, cosi evitai di domandare.

"Ci vediamo domani o alla finestra"  Alex ridacchiò e annuii

"Ah Jenna..perché non fai un regalino a Serah baciandola? Sai..ti shippo un casino con lei" non mi diede neanche il tempo per rispondere che se ne andò a passò veloce. Un bacio? Ship? Serah? Io? Dopo un solo giorno? Per essere bella lo era, e tanto, poi con quei suoi occhi azzurri e quella sua perenne espressione dolce mi faceva sembrare una con gravi problemi a furia di scleri interiori.
Guardai ancora per poco la direzione verso cui era andata Alex, ma poi mi sentii quasi tirata verso la direzione opposta, da Serah. Era strana la sensazione che provavo, era come se sentissi nel profondo che Serah aveva bisogno di me, che aveva bisogno di aiuto, cosi mi incamminai verso la collina che mi aveva indicato Alex. Camminai e osservai quello che mi circondava, il parco non era poi cosi affollato, le strade ancor meno, era come se tutto si fosse fermato e questo mi risultava terribilmente strano. Godendomi quella calma, fui felice che il chiasso continuo della città di fosse placato, odiavo il rumore, e odiavo ancor di più vedere persone di corsa, che a furia di suonare il clacson, diventavano anche loro parte di esso urlando con lui. Insomma..odiavo le città, i suoi continui rumori e la sua velocità stordente, era come se il mondo cominciasse a scorrere più velocemente senza aspettare nessuno. A volte però, mi piace pensare che il mondo abbia un momento di premurosità nei confronti di qualcuno che soffre, mi piace pensare che in rari momenti si fermi ad aspettare chi è rimasto indietro.
Senza neanche accorgermene, arrivai alla collina del parco e, guardandomi intorno, notai Serah seduta sul prato intenta a fissare qualcosa che aveva fra le mani. A passo felino mi avvicinai cercando anche di mantenere un po di distanza, volevo prima vedere se aveva senso disturbarla, anzi se potevo farlo.
Continuai ad osservarla notando che non portava più gli occhiali, fissava un foglio, probabilmente era una lettera, la cosa strana era che la stava fissando e non leggendo, anche perché sembrava che si stesse sforzando a leggere senza riuscirci.

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