Capitolo 26

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Per qualche minuto mi limitai ad osservare Serah che, in modo poco felice, iniziava a mettere insieme un po di informazioni in modo da completare quella ricerca che ci stava assillando. Il suo sguardo era combattuto e l'odio che poco prima l'aveva impossessata sembrava essere sparito per poi essere sostituito da un'immensa tristezza, un'emozione che mi saltava subito all'occhio quando si trattava di Serah. La sua testa era poggiata su una mano mentre con una penna scriveva su un foglio, peccato che poco dopo si distrasse e finì per scriversi anche la faccia che, impacciatamente, pulì. Ovviamente guardare quella scena mi fece ridacchiare.

"Non siamo qui per ridere, sbrigatevi a finire quella ricerca" parlò il prof di letteratura che si era preso l'incarico di sorvegliarci, ovviamente. Ruotai gli occhi sbuffando, poi quando il prof di distrasse nuovamente ritornai a guardare Serah e, per quanto potesse essere bello osservarla e studiare ogni smorfia sul suo viso, decisi che era arrivato il momento di parlarle.

"Serah.." la chiamai cercando di non farmi sentire dal prof, ma lei non si girò

"Serah.." la chiamai nuovamente alzando un po la voce, cosa che fece girare il prof ma non lei, mi stava ignorando per caso?
Quando il prof tornò alle sue faccende iniziai a muovere il banco nel modo più silenzioso possibile cercando di avvicinarmi sempre più a lei, ovviamente fu una lotta continua dato che il minimo rumore faceva girare il prof.

"Ora vi devo lasciare un attimo sole, provate ad uscire da questa classe o a combinare disastri e vi ritroverete sommerse da problemi" ci disse il prof con un tono quasi di minaccia, e per un momento mi sembrò che si fosse accorto del mio banco che era stato spostato, ma evidentemente non vedeva molto bene dato che se ne andò senza commentare.

"Finalmente" dissi sospirando ed alzandomi dal mio banco per poi presentarmi davanti a quello di Serah venendo prontamente ignorata. Così mi abbassai e mi poggiai al suo banco con le braccia

"Serah uhm..so di non essermi comportata bene e so che non saremo finite in questa situazione se non fossi entrata in quel club ma..mi dispiace okay? Sono una cogliona e a volte ragiono proprio da schifo ma per favore, non ignorarmi" la supplicai poggiando il mento sulle mie braccia cercando in ogni modo un contatto visivo. Serah sembrò pensarci, poi spostò il suo sguardo su di me, mi guardò per un po ed infine tornò a scrivere

"E so anche che le parole di Victoria non ti sono rimbalzate addosso ma ti hanno colpita in pieno.." continuai sospirando, alle mie parole Serah si bloccò ma non mi guardò

"È stata davvero una stronza ma mi ha fatto capire che stavo sbagliando, avrei dovuto ascoltarti e..io non me ne andrò okay? Non devi affrontare tutto da sola e se hai voglia di parlare io sono qui, insomma ti sto perseguitando dal primo giorno di scuola" continuai mettendo i gomiti sul banco per poi poggiare la testa sulle mani. In quel momento Serah iniziò a giocherellare con una ciocca dei capelli, si mordicchiò il labbro e chinò il viso sospirando

"Dai Serah, perdonami" insistetti mettendo il broncio, poi non so per quale motivo mi venne voglia di toccarle il naso o le guance, ovviamente bocciai quella voglia improvvisa, mi avrebbe fatto rischiare la vita. Notando che Serah stesse continuando ad ignorarmi mi venne in mente un modo per attirare subito la sua attenzione.
Così mi tirai su, mi misi vicina al banco, lo spostai per poi sedermi su di esso in modo da essere perfettamente davanti al viso di Serah, cosa che la mise in imbarazzo data la situazione

"J..Jenna ma cosa stai facendo?" mi domandò con le guance rosse, in effetti era un po imbarazzante avere la mia compagna di vita all'altezza del viso di Serah. Ma dovevo tenere il gioco, capitemi.

"Era l'unico modo Serah, ora mi degni di uno sguardo?" le chiesi speranzosa

"A volte le persone non vogliono essere disturbate Jenna" mi rispose spostando finalmente il suo sguardo su di me, peccato per lei che il suo sguardo serio era un po comico dato che aveva ancora le guance rosse, forse per questo si alzò.

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