Capitolo 10

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Pensando alle scelte che avevo fatto in cosi poco tempo, realizzai che il destino fosse terribilmente stronzo. Mi si presentavano davanti scelte che a volte potevano sembrare difficili, altre volte sembravano messe lì proprio per farmi andare verso una direzione. Altre volte invece, mi metteva davanti cose che a lungo andare mi avrebbero portato cambiamenti, e non solo in me, ma anche nella mia vita, ma ero davvero pronta ad un cambiamento? Ero pronta a mettere piede in una vita diversa? Ero pronta a ricominciare da capo? Era questo quello che volevo quando avevo deciso di cambiare città? Non sono mai stata tipa di scelte, avevo sempre paura di compierle, avevo sempre vissuto con un piede fuori da quello che stavo vivendo, come se in quel modo avessi sempre la possibilità di scappare e di tornare nel mio passato, un passato che mi feriva ma che in qualche modo mi faceva sentire come se avessi il controllo di quel dolore, come se vivendolo per tanto tempo ne fossi ormai abituata. Ma ero una codarda, avevo paura delle scelte che avrebbero portato cambiamenti, avevo paura delle cose a cui non ero abituata, avevo paura di non riuscire a controllare ciò che mi sarebbe successo, quindi vivevo da codarda e mi tiravo indietro, rendendo la mia esistenza solo un numero infinito di occasioni perse.
Quando mi ritrovai in quella nuova città, un senso di disorientamento, di paura ma anche di tristezza mi aveva invasa, non sapevo come gestire il rapporto con mia sorella, non sapevo se Val fosse cambiata, non sapevo se quella nuova scuola mi avrebbe portata più ansia e insicurezze che altro, avevo paura eppure non mi è mai venuto in mente di scappare, ed è stato proprio in quel momento che ho capito che un cambiamento c'era già stato, è stato proprio in quel momento che ho capito che il cambiamento non sempre indicava qualcosa di negativo, non potevo cominciare un nuovo capitolo della mia vita se continuavo a rileggere quello precedente.

"Io..vado alle prove, con Alex. Mi dispiace Val ma io.." Val alzò un braccio per zittirmi e mi sorrise sincera, ma che diavolo l'era preso?

"No Jenna, va bene. Sono stata egoista fino ad ora e non avevo ancora capito il motivo per cui sceglievi sempre Alex" la guardai confusa non riuscendo a capire il suo ragionamento

"Ma che stai dicendo Val?" parlai non riuscendo proprio ad afferrare il significato delle sue parole

"Hai sempre vissuto con un piede nell'area 'sicura', ora vuoi semplicemente fare quello che avevi sempre avuto paura di fare, rischiare di ridurti a pezzi. E anche se io non voglio tutto questo, lo devo accettare perché tu meriti di uscire fuori dal tuo passato, sappi solo che io sono qui..come sempre" disse continuando a sorridere. La guardai per un bel po di tempo, stupita dalle sue parole e dal suo conoscermi, e poi stava dicendo che andando con Alex sarei di sicuro finita per farmi del male?

"Quando mi spiegherete il motivo di questo odio reciproco?" domandai ad entrambe, questo mistero a lungo andare mi stava stressando

"Quando Alex la smetterà di essere Alex" parlò Val guardando malamente la diretta interessata

"Oh penso che sia altamente improbabile che tu ti possa accorgere di un mio cambiamento dato che non mi conosci affatto" rispose Alex leggermente irritata

"Conosco ciò che serve, non sono minimamente interessata al resto" continuò Val incrociando le braccia

"Conosci di me solo i miei errori, cerca di vedere oltre al tuo naso Valentine, non sei cosi idiota da fermarti all'apparenza"

"Non fare la ruffiana Alex, non so che farmene dei tuoi complimenti celati" disse acida Val. Sospirai ormai stanca dei loro litigi, possibile che non sapevano conversare in modo normale?

"Okay Alex, andiamo prima che vi strangoli entrambe, ci vediamo dopo Val" dissi abbracciandola velocemente

"Dopo 100 anni mi hai abbracciata di tua volontà, questi sono i veri fenomeni paranormali" scherzò ricambiando l'abbraccio

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