Capitolo 33

1.7K 63 25
                                    

Non so quante persone sarebbero riuscite a dire "no" ad una domanda del genere, e se poi la domanda era accompagnata anche da una voce davvero dolce e delle guanciotte rosse, rifiutare risultava ancora più difficile.
Serah aveva lo sguardo puntato sulla sua mano che tirava la mia maglietta, quella ragazza non sembrava per niente quella che poco prima si era abbassata per farmi sclerare in un luogo pubblico. Dovevo ammettere che ancora non mi ero ripresa del tutto, anzi diciamo che non mi ero ripresa per niente, il che significava che di lì a poco sarei avrei sclerato entrando in crisi di astinenza da Serah.

"Dormire a casa tua? Ora?" le chiesi sentendo già i miei pensieri dare sfogo alle loro fantasie più recondite.

"Si? Voglio dire..è presto, possiamo fare altro e poi uhm..ho fame?" parlò incerta dipingendo sul suo viso un'espressione confusa, probabilmente neanche lei sapeva cosa stesse dicendo.

"È una domanda? E poi.."possiamo fare altro"? Mio dio Serah" le dissi ridacchiando in modo che lei riuscisse a capire quale informazione mi era arrivata

"N..No, non intendevo quello" mi rispose impanicata dandomi anche uno spintone. Era davvero divertente metterla in imbarazzo, adoravo vedere le sue guance colorarsi di rosso.

"Stavo solo scherzando Serah, non impanicarti" le dissi sorridendole cercando in qualche modo di farla calmare

"Hai proprio voglia di scherzare oggi, anche prima.." mi disse avvicinandosi ulteriormente riservandomi uno sguardo truce

"Ma almeno ti sei divertita no?" le risposi sorridendo in modo perverso, dopotutto era stata lei quella che si era divertita mentre io avevo fatto la parte della vittima.

"E tu non puoi dire il contrario no?" mi rispose puntando i suoi occhi azzurri nei miei. Era proprio brava a farmi saltare il cuore fin sopra la gola, lei che con quegli occhi ti studiava senza però lasciarti fare lo stesso con lei. Aspettavo il giorno in cui lei si sarebbe lasciata completamente andare e mi avrebbe lasciato osservare le sue insicurezze, le sue ferite, senza preoccuparsi di una possibile ritorsione.

"Infatti non mi sto lamentando" le risposi facendo valere la mia altezza, ma lei non sembro minimamente intimorita da ciò.

"Comunque io ho fame quindi torno a casa, devo contarti come ospite?"  mi chiese continuando a tenere i suoi occhi fissi nei miei mentre dondolava sulle sue gambe

"Certamente Serah" le risposi sorridendole, dovevo solo sperare che i miei ormoni impazziti non prendessero quell'invito come una scusa per saltarle addosso.
Serah ricambiò il sorriso ed iniziò a camminare dirigendosi verso casa, io mandai velocemente un messaggio a mia sorella e poi l'affiancai cercando di tenere il suo passo. Camminava a passo spedito, con lo sguardo verso i suoi piedi, sorrideva come se nella sua mente ci fosse qualcosa che la rendesse felice. Era quel tipo di sorriso che solo sguardandolo ti veniva voglia di fare lo stesso, per non parlare del fatto che ormai lei significato qualcosa per me quindi diciamo che quel sorriso mi riempiva solo più di gioia.
Passai un bel po di tempo a fissarla, mi persi talmente tanto nei suoi lineamenti che mi feci cogliere in fragrante mentre pendevo dalle sue labbra.

"Credo che nessuno mi abbia mai guardata come stai facendo tu in questo momento" mi disse sorridendo ulteriormente, poi si avvicinò ed intrecciò la sua mano con la mia per poi tornare a guardare in basso. Se solo fossi stata in grado di spiegare cosa provassi, se solo fossi responsabile delle mie ossessioni sarei riuscita a darle delle risposte, anche se in primis dovevo darle a me.

"Non ho il controllo delle mie azioni ed emozioni" le risposi stringendole la mano quasi come se temessi che da un momento all'altro si sarebbe allontanata

"Hai gli occhi espressivi, occhi che mi fanno capire davvero tante cose" Serah continuava a sorridere, forse al posto di fissare i piedi stava fissando pensieri che la rendevano felice.
Schiusi la bocca per risponderle ma mi ritrovai di nuovo persa in lei, nei suoi lineamenti, nel suo sorriso sincero, nelle sue guance leggermente rosse, ogni parte di lei mi distraeva dalla realtà e questo non mi dispiaceva per niente. Forse è questo il vero ruolo delle persone che inevitabilmente ci fanno perdere la testa, forse sono fatte proprio per tirarci fuori dalla realtà e metterci all'interno di un mondo dove loro sono il centro di tutto. Se solo avessi avuto la certezza che quel mondo sarebbe rimasto sempre vivo, avrei potuto fare a meno di quello in cui avevo vissuto per tutta la mia vita.

Choose your story - #Wattys2018 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora