Capitolo venti

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Povs Jesse

L'acqua scorre su di me e io rimango lì, con gli occhi chiusi, cerco di non pensare, cerco di liberarmi dalla frustrazione che provo da quando ho scoperto di Julie e i sospetti che ho, che poi io sono sicuro che sia lei, non ho dubbi. Non so spiegarvi il perché ma io lo sento che lei è la mia Diana.

Voi vi starete chiedendo perché io non abbia ancora detto niente a Julie? L'istinto era quello di dirle "Ehi Julie sono tuo fratello" ma capirete che sarebbe stato avventato e stupido e lei si sarebbe spaventata. Devo parlare con mio padre, che oggi finalmente ritorna dal suo viaggio. Lui non si è mai arreso, non ha mai perso la speranza, ha speso milioni di sterline per cercarla e io sono contento che lo abbia fatto, non avrei sopportato l'idea di abbandonare Diana nel dimenticatoio. Ci dissero che probabilmente era morta e non avremmo mai trovato niente ma lui non ci ha mai creduto, passa serate e notti nel suo studio a "lavorare" ma io lo so cosa fa: prende foto e filmini di quando c'era lei e li guarda per ore intere e..... piange. Lei era la sua principessa, la chiamava "vita mia" o "regina del mio cuore" e io non sono mai stato geloso perché mi ha dato altrettanto amore ma Diana lo guardava con quegli occhioni che lui se ne innamorava ogni giorno di più e anche io. Non riusciva proprio a farle un rimprovero e a rimanere serio perché lei usciva il labbruccio che le tremava e lo sguardo da cucciolo abbandonato e mio padre non durava più di cinque secondi, io li contavo, ogni volta allo scoccare del cinque, lui si piegava e la prendeva tra le sue braccia, la coccolava e la baciava, lei le si attaccava tipo koala. Io a guardarli alzavo gli occhi al cielo e sorridevo, erano così prevedibili poi arrivava mia madre e diceva -"momento damore?"- e mi stringeva, mi faceva il solletico e mi riempiva di baci.

Beh inutile dirvi che, dopo la scomparsa di mia sorella, tanta gioia in casa mia non c'è più stata.

Esco dalla doccia, mi strofino i capelli per evitare che gocciolino ovunque, mi lego un asciugamano in vita e torno in camera mentre mi vesto sento la porta d'ingresso sbattere e dei passi insistenti per le scale. Do un occhiata nel corridoio e vedo Chris, nero dalla rabbia, che entra nella sua stanza.

Non gli rivolgo la parola dal giorno in cui ha tradito Julie, lui non sa dei miei sospetti e non glielo dirò per il momento ma vedere la delusione negli occhi di mia sorella mi ha fatto salire il sangue al cervello. Lui non ha capito la mia reazione infatti mi guardava incredulo e confuso.

Scendo in cucina e mi riscaldo un po di lasagne. All'improvviso sento dei rumori di oggetti lanciati per aria e salgo subito verso la camera di Chris e apro di scatto la porta ritrovandomi un caos pazzesco: il letto tutto sfatto, le lampade rotte per terra, libri per terra strappati, vetri rotti, la tenda della finestra strappata, i quadri con le foto in frantumi.

-"Che diavolo stai facendo?"- gli urlo e lui si gira.

-"Che t'importa? Vattene al diavolo!"- mi risponde.

-"M'importa dato che stai distruggendo tutto, cosa ti è successo?"- gli chiedo più pacatamente.

-"Oggi mi sono visto con Julie, volevo chiederle perdono e speravo mi desse un'altra possibilità"- mi dice.

-"E immagino non sia andata bene"- gli dico.

-"Non si fida più di me, non mi crede più, a me piace davvero, sono stato un cretino e adesso l'ho persa – si siede per terra e si prende la testa tra le mani- poi c'è quel tizio che la sta aiutando e sembra così felice quando parla con lui, oggi partirà per Chicago con lui capisci? Da sola con lui per cercare informazioni riguardo una casa famiglia, perché non l'ha chiesto a me? Perché lui? Non so che fare!!!"- mi dice esasperato.

-"Beh sai che non ho approvato il tuo comportamento"- gli dico.

-"Il mio naso lo sa"- mi risponde ironicamente ricordando il mio pugno.

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