capitolo diciotto

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Appena atterrati a Chicago e ho un’ansia tremenda. Stiamo andando all'hotel in cui abbiamo prenotato e non faccio altro che pensare a cosa potrei scoprire, sapere da dove vengo, magari non sono nemmeno americana per quanto ne so. Io non ricordo niente, avevo tre anni, ero troppo piccola ma neanche un flash, un frammento, un particolare, un odore, un profumo niente di niente.

Arrivati all'hotel, paghiamo il tassista e entriamo. Ci dirigiamo verso la reception e veniamo accolti da un bellissimo ragazzo castano con gli occhi azzurri, abbastanza alto quasi quanto Daniel, un tatuaggio spicca sul suo collo vicino l'orecchio, è una scritta ma non riesco a leggerla senza sembrare una stalker. Lui si accorge della mia leggera radiografia e mi sorride in modo compiaciuto.

-"Buonasera signorina posso fare qualcosa per voi?"- chiede il ragazzo che dalla targhetta vedo che si chiama Ryan.

-"Ho prenotato a nome Ross due camere singole"- interviene Daniel distogliendo l'attenzione del ragazzo da me. Il ragazzo controlla sul computer e fa una faccia corrucciata.

-"Mi dispiace ma ci dev'essere stato un errore è stata prenotata una camera matrimoniale, purtroppo abbiamo avuto problemi con una collega che è stata licenziata ma ha fatto parecchi danni. Posso solo darvi una camera con due letti singoli anziché matrimoniale ma non ho disponibilità di due camere, sono desolato"- dice il ragazzo.

-"Come scusa? C..cioè Io… noi… dobbiamo dormire nella stessa stanza?"- chiedo abbastanza in imbarazzo e le mie guance vanno a fuoco.

-"Che c'è Julie hai paura di non resistermi?"- mi chiede Daniel.

-"Che? Continua a sognare mr egocentrico"- gli rispondo e il ragazzo alias Ryan si fa una risata spenta immediatamente da un’occhiataccia di Daniel.

-"Allora non avrai problemi a dormire nella stessa stanza anzi va benissimo la matrimoniale"- dice guardandomi con aria di sfida.

-"Vuoi giocare Daniel? Allora giochiamo, perché immagino che nemmeno tu abbia problemi a dormire con me nello stesso letto, sono pur sempre una ragazza e tu un ragazzo, tu riusciresti a essere indifferente?"- chiedo con aria di sfida.

-"Io non riuscirei"- si lascia scappare Ryan.

-"Stai al tuo posto!"- dice Daniel a Ryan che chiede scusa.

-"Nessun problema, non sono un quindicenne arrapato!"- dice.

-"Benissimo allora nessun problema!"- confermo la stanza a Ryan.

Ci accompagnano alla nostra stanza e una volta arrivati mettiamo nell’armadio ciò che abbiamo in valigia e mi guardo intorno. Un grande letto posizionato al centro della stanza con lenzuola bianche e copriletto rosso, due comodini con ognuno un lume e qualche libro, una grande vetrata che porta sul balcone ampio, dei quadri sparsi sulle pareti arricchiscono l'arredo nel complesso molto moderno, meno male che non c'è la moquette perché sono allergica alla polvere, in ultimo una porta che sicuramente conduce al bagno.

-"Molto bella questa stanza e spaziosa"- dico continuando a guardarmi intorno.

-" È una stanza come un'altra"- risponde lui e nel frattempo bussano alla porta e Daniel va ad aprire. Ryan appare davanti a noi e ci avverte che ci viene offerta la cena nel ristorante dell'hotel per il disguido che si è creato per le camere. Ringraziamo e se ne va.

-"Bene almeno ne ricaviamo qualcosa dato che dovrò sopportarti 24 ore su 24"- dico.

-"Come prego?"- dice Daniel.

-"Hai capito benissimo! Ho detto che.."- vengo interrotta da Daniel che mi spinge sul letto e si mette a cavalcioni su di me , con le mani bloccate sulla testa.

TWINSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora